Lo abbiamo più volte ripetuto e Pino Masciari lo ha sempre ribadito, \”Gomorra\” il serial tv, non aiuta a chiarire cos\’è la camorra ma la esalta come esempio di vita malavitosa. questa volta a ribadirlo il pubblico ministero dell’antimafia di Napoli, Catello Maresca. Una cosa è la finzione, ma poi quando la realtà viene riportata come esempio di vita, allora il danno sociale è forte e non è ammissibile. Inoltre, recenti notizie riportano la possibilità di creare il \”Gomorra\” della \’ndrangheta per cui che dire, benvenuti a scuola!
Pm antimafia Maresca: “Stimo Saviano, ma Gomorra nuoce gravemente alla salute”
La serie TV “Gomorra”, ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, divide dalla prima messa in onda l’opinione pubblica. Il successo globale del prodotto è innegabile, così come l’impeccabile lavoro tecnico e registico che è valso alla serie l’ormai prestigioso appellativo di “fenomeno di massa”. Il problema non è, prettamente, il tema narrato, quello dell’ascesa della famiglia camorristica Savastano, quanto il modo: la serie si ammanta di un alone di realismo e si pone come un prodotto di “denuncia”, quando, invece, gli eventi mostrati sono romanzati ed esagerati al punto da colpire e stupire. Gomorra non solo mostra unicamente il marcio di Napoli, ma lo fa in maniera distorta, rappresentando una criminalità eccessivamente esaltata e, da tempo, sorpassata.
Finché il prodotto viene ammirato da un napoletano che riesce a vedere entrambe le facce della medaglia ed ha una visione consapevole, il problema non si pone e Gomorra rimane la fiction che è, ma quando un’opera del genere fa il giro del mondo, naturalmente, diffonde un’immagine distorta, spacciata per reale. Non è solo il pubblico a criticare, in questi termini, il prodotto in onda su SKY, ma anche molti “addetti ai lavori”, persone che conoscono davvero il mondo della criminalità organizzata campana, che lo combattono effettivamente da anni e che rischiano ogni giorno per questa scelta di vita.
Uno di questi è il pubblico ministero dell’antimafia di Napoli, Catello Maresca, celebre per aver catturato il super latitante Michele Zagaria e per aver dedicato il suo lavoro alla lotta continua contro i clan. Durante una cerimonia di consegna delle borse di studio ad alcuni studenti, ad Ercolano, il magistrato ha commentato l’opera nata dalla mente di Saviano: ” Direi a Saviano, che stimo tantissimo, che nella terza edizione magari si dovrà pensare anche a rappresentare un personaggio positivo: uno di quelli che combatte contro quell’orrore altrimenti si fa un cattivo servizio. O almeno scriverei all’inizio, come si fa per le sigarette “nuoce gravemente alla salute”, in modo che uno si rende conto del pericolo che può essere insito nella visione”.
Nella serie, infatti, non solo manca l\’”altra Napoli”, quella dove la vita continua, resiste e brilla, quella dove i vicoli risuonano di canzoni e l’odore di cibo invade le scale, ma manca la Napoli che si ribella e combatte, quella che ogni giorno rischia tutto per debellare il marcio che Gomorra esalta. “Gomorra rappresenta un orrore. – conclude Maresca – Purtroppo è anche un errore narrativo; racconta una realtà senza rappresentare l’altra parte. Dispiace che non si ricordi alcun poliziotto o carabiniere”.