Esposito aveva denunciato di essere stato vittima di minacce e intimidazioni “di tipo mafioso” da parte di uno degli imputati del processo San Michele, Nicola Mirante
Sospensione per tre anni da tasse e obblighi di adempimenti fiscali. L’annuncio del provvedimento adottato dalla procura di Torino è arrivato su Facebook dal senatore del Pd Stefano Esposito, che ha da sempre sostenuto la vicenda del suo – quasi -omonimo Mauro Esposito, architetto di Caselle che aveva denunciato la ‘ndrangheta diventando parte lesa al processo San Michele. “Non posso che esprimere la mia soddisfazione, la strada della legalità a volte è impervia ma è l\’unica” ha commentato il parlamentare dem, che è anche membro della commissione antimafia.
Mauro Esposito, 51enne, nato a Ciriè e titolare di una ditta a Caselle, la Me studio srl, aveva lanciato un appello quasi disperato alcuni mesi fa, arrivando a minacciare lo sciopero della fame. “Chiedo aiuto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e di essere ascoltato dalla commissione antimafia – aveva detto – la mia vita personale, familiare e professionale sono state stravolte, distrutte”. “L\’Agenzia delle Entrate e Inarcassa – aveva spiegato l’architetto – mi hanno chiesto di versare oltre un milione di euro per non avere ottemperato a vecchi versamenti, negandomi una dilazione di quattro anni, di scontarmi more e interessi”. A causa della burocrazia, l’imprenditore si era ritrovato quasi sul lastrico e si sentiva “abbandonato dallo Stato”. Esposito aveva denunciato di essere stato vittima di minacce e intimidazioni “di tipo mafioso” da parte di uno degli imputati del processo San Michele, Nicola Mirante. L\’imprenditore era stato chiamato a dirigere i lavori della EdilRivoli, che si occupava della costruzione della residenza San Carlo alle porte di Torino. Mirante lo avrebbe costretto, dopo numerose pressioni, a rassegnare le dimissioni dal proprio ruolo. L’obiettivo dell’indagato sarebbe stato quello di impossessarsi della gestione dei terreni edificabili a Rivoli. Esposito in udienza aveva testimoniato di essere vittima di metodi mafiosi e di minacce. “Riceverai presto una testa di cavallo mozzata” gli era stato detto da alcune persone di Caselle.