Direttore di \”Terra Nostra\”
– Vibo Valentia, 17 gen. –
Il comune di Soneria Mannelli, in occasione del bicentenario, lunedì prossimo alle ore 17, conferirà un attestato di benemerenza a Pino Masciari, nella sua qualità di testimone nella lotta alla criminalità. \” Sono contento – dice Masciari uno dei più importanti e coraggiosi testimoni di Giustizia- non tanto per la mia persona, ma perché spero che da Soveria Mannelli parta un segnale forte per una presa di coscienza di tutti i calabresi in direzione della lotta alla \”ndrangheta, una tra le principali piaghe del sottosviluppo\” .
L\’altro motivo è che mi sento figlio di quella terra e che, pur avendo ricevuto tante cittadinanze onorarie e benemerenze in molte città d\’Italia, Soverai Mannelli è il primo comune calabrese che si ricorda che vi sono i testimoni di giustizia anche in Calabria\” . Pino Masciari ormai noto in tutto il Paese e costretto a vivere in una località protetta sin dal 1997, è infatti nato a Catanzaro 49 anni fa, discendente da una famiglia che vanta salde tradizioni e un forte impegno nel campo dell\’imprenditoria calabrese, tanto che il teatro Masciari di Catanzaro prende il nome da uno dei suoi avi. \”Quando avevo tre anni – ricorda Pino – mio padre Francesco si trasferì a Serra San Bruno con tutta la famiglia per fare lì impresa, pur conservando gli uffici a Catanzaro, città dove sono ritornato per frequentare l\’istituto per geometri di Ponte Piccolo per ritornare poi a Serra San Bruno per lavorare nell\’impresa di famiglia. Nel 1983 ero già un imprenditore affermato. Avevo oltre cento operai alle mie dipendenze e appalti in quasi tutta la regione. Ma subito mi sono trovato a dover fare i conti con la cruda realtà: la \”ndrangheta che pretendeva il pizzo su tutti gli appalti. Tangenti che si aggiravano intorno al 6% e che venivano divise fra un comitato d\’affari a cui non erano estranei politici, istituzioni e colletti bianchi. Un sistema perverso a cui mi sono ribellato,denunciando tutti e mandandoli in galera. E\’ vero – prosegue – che ho conquistato la mia dignità di uomo, e di questo ne sono orgoglioso, ma è anche vero che con quelle denunce iniziò il mio calvario , e quindi il mio esilio. Infatti undici anni fa, sono stato \”deportato\” con mia moglie ed i miei due figli dalla mia terra, dai mie affetti, dal mio lavoro. Da lì, dalla località che chiamano protetta, ho dovuto iniziare un\’altra dura battaglia contro lo Stato per la difesa dei miei diritti, come cittadino di questo Paese e in qualità di testimone di giustizia. Ho dovuto persino faticare per poter andare a testimoniare nei vari tribunali dove si tenevano i processi contro i boss della \”ndrangheta che avevo denunciato e contro cui mi sono costituito parte civile. La mia amarezza è che la stragrande maggioranza di quei boss è ritornata sulla scena per continuare a delinquere, mentre io sono prigioniero non solo della \”ndrangheta ma, appunto,anche dello Stato. Avevo chiesto di poter essere inserito nuovamente nella mia attività lavorativa, lo avevo chiesto per me e anche per mia moglie che aveva un avviato studio dentistico. Ma mi è stato negato. Ultimamente il Governo, nell\’approvare il \”Pacchetto Sicurezza\”, non ha accolto nemmeno l\’emendamento dell\’onorevole Giuseppe Lumia che chiedeva l\’inserimento dei testimoni di giustizia, che sono circa settanta, nella pubblica amministrazione. A questo punto diventa chiaro come e perché ci siano pochi testimoni di giustizia, come e perché non ce ne siano di nuovi, diventa purtroppo chiaro come e perché la \”ndrangheta in questi ultimi tempi ha rispolverato il suo volto feroce, il volto di sempre\” .
rileggendo la storia di Pino, sentendo sempre più il racconto della sua vita.. del modo e delle procedure che lo hanno poi portato a vivere UNA VITA DA ESILIATO ,quando hai CONFINI di uno stato così IRRESPONSABILE sicuramente non ci dovevano essere Pino Marisa Ottavia e Francesco,..la prima immagine che mi viene in mente è quella di una similitudine ad una’BARBARA AMPUTAZIONE’..come quando ad una persona le tagli un braccio..o una gamba..non per proteggerlo dal progredire di una malattia ma, così ,gratuitamente, per puro senso di menefreghismo, ignorando il sacrificio, la dignità e il senso di giustifzia che questa persona è riuscita a portare avanti…
….a Pino e alla sua famiglia è stato amputato tutto: da grande imprenditore che era si è ritrovato in un istante ad non avere un lavoro, una casa, gli affetti, gli amici, la vita sociale,.. niente più niente se non la SUA GRANDE DIGNITA’….tanti anni vissuti nel dolore…e la sua vita che continua ad essere privata di quei diritti che uno stato con la esse maiuscola dovrebbe veramente garantire …
PINO,…TANTE RISPOSTE DEVONO ARRIVARE..SPERIAMO CHE ARRIVINO IN FRETTA…POSITIVAMENTE…E NOI SIAMO SEMPRE TUTTI CON VOI…NON VI ABBANDONIAMO..MAI…MAI… vi abbraccio Anna
Cara Anna hai pienamente ragione, è stà certa che la forza d’animo, l’unione che accomuna i Masciari e la loro infinità dignità, forza e voglia di fare, li farà diventare più forti di prima! E noi come tu ben dici, ci saremo sempre e comunque!
Con tutto l’affetto che meritate……Tommaso
Cari Pino, Marisa, Francesco e Ottavia,
vi auguro una buona notte e una buona settimana.
un grande abbraccio
marta
Buongiorno Masciari di ovunque!
Oggi è il 19 gennaio 2009, e precisamente un anno fa, molti di noi amici di Pino, Marisa, Francesco e Ottavia, erano a Roma per richiedere l’aggiunta del cognome Masciari al proprio.
Ne approfitto per ricordarmene e ricordarlo a tutti, mentre oggi Pino riceverà un altro riconoscimento successicamente alle cittadinanze onorarie: un attestato di benemerenza dal Comune di Soveria Mannelli in provincia di Catanzaro.
Un anno esatto.
Buona giornata a tutta la Famiglia Masciari 🙂
A baciarvi tutti, ci metterei un altro anno da quanti siamo 😀
Federica Daga Masciari
Ancora un volta dobbiamo sottolineare l’importanza delle parole di Pino Masciari: “…spero che da Soveria Mannelli parta un segnale forte per una presa di coscienza di tutti i calabresi in direzione della lotta alla ‘ndrangheta, una delle principali piaghe del sottosviluppo.”
Molti speravano che la scelta, coraggiosa e spiazzante, operata da Pino Masciari il 31 marzo dello scorso anno, la scelta di rompere il muro di silenzio e di isolamento in cui era costretto da lunghi anni, mostrando il suo viso e dando voce alla sua Storia, potesse essere il segnale che la parte sana della società calabrese attendeva per mostrarsi, per rivelarsi, per alzare la testa e uscire da quello stato di silenzio ambiguo nella quale pare cristallizzata. Invece le voci che si sono levate sono state ancora poche.
A partire da quel 31 marzo, l’iniziativa di Pino Masciari ha dato vita ad un susseguirsi di incontri , dibattiti, riconoscimenti ufficiali culminati con la “Cittadinanza Onoraria” tributate a lui e alla sua famiglia. Ricordiamo fra tutte la Cittadinanza Onoraria di Torino e di Bologna, due città “Medaglia d’oro” per il sacrificio e il valore dimostrato nella lotta contro il nazi-fascismo. Un giusto onore per chi in fondo viene considerato alla stregua di un eroico partigiano nella lotta contro le mafie, e tale Pino Masciari e la sua famiglia hanno dimostrato di essere.
Ma in questi mesi, palese è anche stata la delusione di coloro che non hanno visto giungere, proprio dalla terra natale di Pino Masciari, la Calabria, un segnale forte di quel risveglio che ci si attendeva e nel quale si sperava. Fino ad oggi, in cui si apre la speranza di un cambiamento.
Le condizioni sociali drammatiche in cui versa quella regione, insieme alla maggior parte del nostro Sud, spiegano in parte quel silenzio. Una regione nella quale sono negate e sembrano “barattate” le libertà fondamentali di una società che si dica civile: la libertà della Parola; la libertà del Voto; la Libertà ottenuta attraverso l’osservanza dei Doveri di cittadinanza e che rivendica il rispetto dei Diritti per questo spettanti ai cittadini stessi…Sembrano astrazione filosofiche quando l’intreccio perverso fra le mafie e gli ” insospettabili” (?) pare dettare le regole e le condizioni di vita di intere regioni di questo Paese.
Le denuncie di Pino Masciari svelavano questi scenari e questi intrecci già a partire dalla metà degli anni novanta. Eppure si è lasciato distruggere una attività imprenditoriale fiorente, le imprese edili di Masciari, realtà economiche importanti che potevano costituire il volano per una rilevante area della Calabria. Si è lasciata morire una attività imprenditoriale sana, laddove invece lo sperpero delle risorse pubbliche consente da un lato l’arricchimento di soliti, noti personaggi e ben celate consorterie; dall’altro, lascia nel degrado sociale ed economico larghe fasce della popolazione.
Ci auguriamo davvero che i segni di un risveglio civile siano partiti dal paese catanzarese perchè sarebbe catastrofico e avvilente per la stessa società civile calabrese attendere e invocare l’aiuto, altro ed esterno, anzichè farsi carico delle responsabilità che spettano a chi avesse davvero a cuore la moralità e l’etica di una intera regione.
Invito a leggere quanto scrive il prof. Vito Teti, antropologo calabrese , all’ indomani della strage di Duisburg , in “Manifesto per una nuova Calabria”, invocando proprio una assunzione di responsabilità da parte della classe dirigente calabrese, di quella parte sana e onesta naturalmente, al fine di invertire la corsa verso il baratro sociale e culturale a cui altrimenti la regione pare destinata.
Nel contesto di una situazione come è quella calabrese, acquista pertanto ancor più valore il gesto del piccolo centro catanzarese di Soveria Mannelli che ha chiamato a sé un cittadino” di quella terra” impegnato con la vita nella lotta alla criminalità . A dimostrazione del fatto che quando l’indirizzo culturale di una comunità è libero da condizionamenti e da gioghi oscuri, allora si è capaci e si ha il coraggio – anche in Calabria- di schierarsi al fianco di un uomo come Pino Masciari, riconoscendo il valore etico e morale della sua vicenda, riconoscendolo e celebrandolo come vero ”Testimone di Giustizia” .
Che davvero l’iniziativa di Soveria Mannelli possa essere un primo passo verso un risveglio delle coscienze dei calabresi onesti e che produca una seria volontà di cambiamento e rinascita!…
Ancora le parole che tante volte abbiamo udito da Pino Masciari: “Io la mia parte l’ho fatto e continuerò a farla…adesso tocca a voi!”.
Adesso tocca a noi cominciare a fare la parte che ci spetta , se vogliamo che davvero il cambiamento si attui.
Carissimo Pino, un abbraccio forte a Te, a Marisa, a Ottavia e a Francesco… e l’auspicio che i calabresi onesti, proprio guardando all’esempio di questa splendida famiglia calabrese, si riprendano le sorti del loro stesso destino.
Arturo Masciari Francesco
Sono contenta che cominci a muoversi qualcosa anche da là 😉
VAI PINO CHE’ SEI UNA POTENZAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!! 🙂