Ci risiamo, ecco l\’ennesimo Comune italiano che viene sciolto per mafia, e ci ritroviamo nuovamente in Liguria a Lavagna, Comune della provincia di Genova che si ritrova nel lungo ed inarrestabile elenco di Comuni che vengono sciolti per infiltrazioni mafiose. È uno stillicidio di amministrazioni che sembra non avere fine. Non sarà il caso di cambiare le regole del sitema? È o no evidente che qualcosa non funzioni???
‘Ndrangheta, il Comune di Lavagna (Genova) sciolto per condizionamento mafioso
Un altro Comune ligure sciolto per mafia. Il consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno, ha adottato il provvedimento per Lavagna, in provincia di Genova, per condizionamento della criminalità organizzata, accertata da una commissione d’accesso prefettizia inviata in Comune dopo l’inchiesta “I conti di Lavagna” sulla ‘ndrangheta. Negli anni scorsi la stessa sorte era toccata a Ventimiglia e Bordighera, in provincia di Imperia, ma in entrambi i casi il provvedimento era stato successivamente annullato dal Consiglio di Stato.
La commissione di accesso si era insediata nel luglio scorso in un Comune già commissariato dopo le dimissioni di oltre la metà dei consiglieri comunali. L’inchiesta “I conti di Lavagna”, condotta dalla Squadra mobile di Genova, il 20 giugno aveva portato fra l’altro all’arresto ai domiciliari del sindaco Giovanni Sanguineti, eletto in una lista civica vicina al centrodestra, del consigliere comunale con delega al Patrimonio e Demanio, Massimo Talerico, e dell’ex parlamentare Gabriella Mondello (già campionessa di Rischiatutto), eletta col Pdl e poi passata all’Udc. Tra le accuse, a vario titolo, abuso d’ufficio, voto di scambio e traffico di rifiuti. Fra gli altri otto arrestati, diverse persone accusate di essere legate alla ‘ndrina Rodà-Casile di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria, con accuse che andavano dal traffico illecito di rifiuti agli stupefacenti, all’usura e al riciclaggio di denaro sporco.
Gli investigatori avevano riscontrato gravi violazioni della normativa ambientale per lo sversamento in discarica di consistenti quantitativi di rifiuti solidi urbani pericolosi, con relativa falsa documentazione. Nuovoi arresti e sequestri di beni erano arrivati nei giorni scorsi, il 15 marzo.