Non sta certamente a noi \”giudicare\” l\’eventuale quanto ipotetico legame che ci sarebbe tra la società calcistica della Juve e la \’ndrangheta, ma una cosa però dobbiamo dirla, una cosa che suscita non solo a noi molti dubbi. Inizialmente il Presidente Agnelli aveva dichiarato di non aver mai avuto incontri con boss della \’ndrangheta ed ancor meno con Rocco Dominello (soggetto abbastanza noto per essere un esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno), mentre poi lo stesso Agnelli asserisce che si, ha avuto in passato incontri sporadici con Rocco Dominello. I prima no e i poi si non combaciano mai e non aiutano a fare chiarezza in un\’inchiesta che ha ancora molti lati oscuri. Lasciamo il lavoro di investigazione alle autorità competenti ma ci auguriamo che si faccia chiarezza in tempi brevi, perchè sporcare uno sport, qualsiasi esso sia, con la \’ndrangheta o con le mafie in genere, sarebbe la fine non solo di una nobile squadra ma di tutto il sistema sportivo e morale di attività che dovrebbe insegnare ai la lealtà e l\’onesta!!!
Legami Juventus – \’Ndrangheta, nelle intercettazioni il responsabile sicurezza cercò su Google chi era Rocco Dominello
Il responsabile sicurezza della Juventus Alessandro D’Angelo controllò su Google chi fosse Rocco Dominello, quando gli fu presentato da alcuni capi ultrà per farlo accreditare come “portavoce” della curva bianconera e avviare il lucroso business del bagarinaggio. È il contenuto di una delle intercettazioni secretate, non presenti negli allegati al deferimento spiccato dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro, ma citata più volte nell’audizione di ieri del legale del club torinese Luigi Chiappero, per la quale è stata chiesta (e ancora non ottenuta la desecretazione).
Nell’intercettazione su cui ieri si è sviluppato una sorta di “giallo”, stando a quanto filtra, D’Angelo riferisce all’allora direttore commerciale Francesco Calvo gli esiti della ricerca sul web, spiegando che “i due fratelli sono stati arrestati, hanno il 416 bis (accusa di associazione mafiosa, ndr). Rocco è incensurato, parliamo con lui”. Un’intercettazione che alcuni membri della commissione, compresa la presidente Rosy Bindi, hanno evocato per smontare quanto Chiappero ha ribadito ancora ieri, e cioè che gli esponenti della Juventus non fossero a conoscenza dei rapporti di Dominello con la criminalità organizzata, ma che, come detto, non è presenti negli atti inviati da Pecoraro.
Quanto alla posizione del presidente Andrea Agnelli, dopo la diffusione delle intercettazioni di ieri con cui Pecoraro ha motivato il deferimento dello stesso Agnelli e di altri dipendenti della Juventus, a parlare oggi è stato il legale di Dominello, Domenico Putrino, il quale ha confermato che il suo assistito ha più volte incontrato Agnelli “anche a tu per tu” (come già affermato da Dominello nel corso degli interrogatori avvenuti in carcere), e che si è trattato di incontri “alla luce del sole” volti all’organizzazione della rivendita dei biglietti e che si sta valutando l’ipotesi di una querela per il procuratore federale Pecoraro, che nel deferimento associa a suo avviso indebitamente Dominello alla \’Ndrangheta.
Putrino, in coincidenza con l’avvio del processo “Alto Piemonte” sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Nord Ovest, nel quale gli esponenti della Juventus sono solo testimoni, ha anche affermato che se si andrà a dibattimento anziché al rito abbreviato, il primo da lui chiamato a testimoniare sarà lo stesso Andrea Agnelli. Intanto, alcuni membri della commissione Antimafia (tra i quali Marco Di Lello e Angelo Attaguile) hanno segnalato alle forze dell’ordine una serie di minacce di morte giunte ai propri account mail e social, da mettere in relazione all’attività di inchiesta sui rapporti tra società di calcio e criminalità organizzata.