Il problema del gioco d\’azzardo nel nostro paese è sempre e troppo spesso sottovalutato. Lo Stato ci ha provato più volte a \”gestire\” la questione ma ogni tentativo è sempre risultato inutile. Si sono spei miliardi di euro, i media ci hanno tempestati di pubblicità sul gioco d\’azzardo servendoci un piatto di pesce avariato come fosse un\’aragosta appena pescata. Ma quel piatto ha rovinato famiglie, ha distrutto la vita di persone fragili e nel contempo ha dato una grossa mano alle mafie ad accaparrarsi un settore che produce miliardi di euro ogni anno. Centri scommesse che si moltiplicano come funghi e che ormai troviamo diffusi ad ogni livello, dalle città ai piccoli paesini. Quello delle scommesse è un settore che non conosce crisi unitamente alla diffusione delle macchinette mangiasoldi e al dilagare del fenomeno del “gratta e vinci”. Passione per il gioco che sta dilagando nel nostro paese, passione che sta distruggendo la vita di uomini e donne e disgregando intere famiglie portandole sul lastrico, quando addirittura non provoca tragiche conseguenze (tentati suicidi) tra i familiari dei giocatori. Dinanzi a queste situazioni il Governo e lo Stato non possono rimanere indifferenti, né possono permettersi addirittura di pubblicizzare il gioco d’azzardo, nascondendosi dietro lo sbandierato slogan “attenzione può nuocere gravemente alla salute”. È ora che si faccia qualcosa di serio e che si lasci da parte l\’idea di voler a tutti i costi far cassa comportandosi da biscazzieri, perchè forse non ce ne accorgiamo ma il problema della ludopatia, oltre che ad essere diventato un male sociale, va ad impinguere rafforzandole sempre di più, le casse delle mafie!
Ndrangames, slot machine: arrestato Salvatore De Lorenzis
Si chiama ‘Ndrangames, l’operazione coordinata dalla Procura di Potenza che ha scoperchiato gli affari di un asse ‘ndrangheta-sacra corona unita per il monopolio e il controllo delle slot machine in Italia e in numerosi paesi europei.
Ieri, tra le 19 ordinanze di custodia cautelare c’era anche quella di Salvatore De Lorenzis, 49 anni di Racale, già noto alle cronache giudiziarie per i suoi affari nel gioco d’azzardo. In circa 200 esercizi commerciali di tutte le regioni (tranne che nel Trentino) sono stati sequestrati macchinari vari, giochi e slot machine. Sequestrate anche sette società in Puglia, Lazio, Calabria, Emilia Romagna.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip distrettuale antimafia di Potenza su indagini coordinate dalle Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, di Catanzaro e Bologna
Le indagini sono durate due anni e hanno riguardato i rapporti tra la cosca Nicola Grande Aracri di Cutro (Kr) e il clan Martorano- Stefanutti della Basilicata. L’accusa è di associazione a delinquere transnazionale raccolta dei proventi illeciti del gioco illegale attraverso strumenti informatici e telematici commessi tra Potenza, Matera, Reggio Emilia e Crotone dal 2012 al 2015.
Tra i soggetti sottoposti a misura cautelare ci sono i lucani Donato Lorusso (misura cautelare in carcere) e Giuseppe Arcieri e Giancarlo Bergamotta (misura cautelare dell’obbligo di dimora).
Spiega Luigi Gay, capo della Procura di Potenza: “Un’organizzazione composta da alcuni gruppi criminali operanti nel crotonese e in Basilicata aveva messo in piedi un sistema di gioco illegale eludendo qualunque controllo. Affidandosi a esperti informatici di grande livello che avevano creato dei siti all’estero, in Olanda, negli Usa, in Grecia, avevano ideato un sistema che ha sorpreso anche noi investigatori. C’è voluto del tempo per ricostruire la rete e individuare i luoghi in cui si trovavano le macchinette per il gioco illegale, che comportavano una serie di guadagni in nero che rappresentato l’aspetto più pericoloso della vicenda. Parliamo di un’elusione quantificata in 500 milioni l’anno, che ha sottratto al bilancio statale un mucchio di soldi. Non c’è dubbio che le organizzazioni locali dovessero appoggiarsi al clan di altre regioni come quella del clan di Alacri”.