Una sola domanda lasciando a voi le considerazioni: \”È veramente così, con questi numeri, che il Governo vuole ridare dignità alla maggior parte degli italiani che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e che non rientrano nei parametri indicati? E visto che il problema principale è riuscire a trovare le risorse, una volta fatto che \”sacrifici\” si chiederanno ancora agli italiani??? Se con una mano ti do 10 e con l\’altra ti tolgo 20, tutto ciò non ha senso!!!
«Il reddito di inclusione per due milioni di persone è un impegno per la dignità e la libertà dal bisogno» così il premier Paolo Gentiloni firmando a Palazzo Chigi l’intesa. «Questa sala – ha detto il premier – ci dice che governo e Alleanza contro la povertà, un arcipelago molto vasto di forze sociali e sindacali, sono insieme per un impegno rilevante e si ripromettono di lavorare insieme».
Camusso: “Risorse ancora insufficienti”
Per la segretaria della Cgil Susanna Camusso il eeddito di inclusione è «un passo importante anche sul piano del metodo: quello di riconoscere l’Alleanza contro la povertà che da anni sta proponendo una scelta sul tema inclusione e non solo sussidi. Si tratta di una scelta per uscire davvero dalla trappola della povertà, per costruire processi di inclusione e di lavoro che sono poi quelli fondamentali per avere una prospettiva di vita. Certo, le risorse sono ancora insufficienti (2 miliardi, ndr) a determinare che questo sia un processo universale, ma intanto pensiamo di aver messo la prima pietra».
I PUNTI DELL’INTESA
I punti d’intesa raggiunti nel memorandum firmato a Palazzo Chigi dal premier Paolo Gentiloni e l’Alleanza contro le povertà riguardano i criteri per determinare l’accesso dei beneficiari della misura, i criteri per stabilire l’importo del beneficio, i meccanismi per evitare che si crei un disincentivo economico alla ricerca di occupazione, l’attivazione di una linea di finanziamento strutturale per i servizi alla persona, il finanziamento dei servizi, l’individuazione di una struttura nazionale permanente che affianchi le amministrazioni territoriali competenti, la definizione di un piano operativo per la realizzazione delle attività di monitoraggio continuo della misura e la definizione di forme di gestione associata della stessa. Il Memorandum costituisce un momento di condivisione del percorso intrapreso dal governo nella lotta alla povertà con l’introduzione di una misura strutturale.
REDDITO ISEE
Nell’intesa raggiunta tra l’Alleanza e il governo è previsto che il reddito Isee non sia l’unico criterio per l’accesso al Reddito Inclusione sociale (Reis), ma si tenga conto anche del reddito disponibile, così da permettere l’accesso alla misura anche a chi è proprietario della casa in cui abita, ma versa in stato di povertà. Per accedere al Reis bisogna non avere un reddito ISEE superiore ai 6 mila euro, superiore a quella usata oggi per il Sia stabilita a 3 mila euro.
IMPORTO DEL BENEFICIO
L’importo del beneficio economico è calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR che è la parte reddituale dell’Isee (tenuto conto della scala di equivalenza). Si ritiene – si legge nel memorandum – che l’erogazione debba coprire il 70 per cento della differenza calcolata e comunque in sede di prima applicazione della misura l’importo non deve essere inferiore all’assegno sociale mensile. Dall’importo così calcolato vengono comunque sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’indennità di accompagnamento.
IN CASO DI OCCUPAZIONE
Per evitare che il beneficio si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un’occupazione stabile, il Ministero del Lavoro sta studiando dei meccanismi per i quali la misura, in versione ridotta, venga erogata anche nel caso di incremento del reddito al di sopra della soglia di accesso al beneficio.
I SERVIZI PER L’INCLUSIONE
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali s’impegna a introdurre nel Fondo alla lotta alla povertà una specifica linea di finanziamento strutturale per i servizi connessi al Reis in forma di quota vincolata da destinare ai territori. La quota vincolata destinata ai territori non dovrà scendere mai al di sotto del 15 per cento del Fondo alla lotta alla povertà e la quota destinata ai servizi d’inclusione sociale non scenderà mai al di sotto del 25 per cento del Fondo stesso.
SUPPORTO AI TERRITORI
Nel decreto legislativo sarà prevista una struttura nazionale permanente di affiancamento alle amministrazioni territoriali per garantire una applicazione uniforme del Reis. Nel memorandum si legge che alla struttura devono essere garantite risorse umane ed economiche adeguate al fine di svolgere in maniera continuativa al fine di fornire strumenti adeguati alle amministrazioni coinvolte.
Tra i compiti della struttura nazionale sono previsti: attività di promozione, sostegno e implementazione del Reis, supporto nello sviluppo delle competenze necessarie, costituzione di una comunità di pratiche, diffusione di linee guida, di protocolli formativi e operativi, realizzazione di incontri, interventi di tutoraggio alle realtà locali in difficoltà.
MONITORAGGIO
Entro la fine dell’anno, il Ministero del Lavoro presenterà un piano di monitoraggio per verificare l’applicazione del Reis su tutto il territorio nazionale.
Il piano definirà le modalità operative per la raccolta dei dati e i soggetti coinvolti; gli indicatori qualitativi e quantitativi per la verifica dell’attuazione del Reis, sia per la parte di sostegno al reddito che per i servizi alla persona. Il memorandum si conclude con la previsione che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si impegni alla gestione associata del Reis nel territorio e che la definizione delle forme di gestione associata sia di competenza delle regioni.