Un Re è per sempre. E quanto affermato da \”Re\” Giorgio Napolitano poche ore fa ne è la conferma. Come se non avesse mai lasciato il Colle, entra a gamba tesissima sulla politica italiana, affermando che il voto anticipato \”conviene solo ai 4 leader\” e che il ritorno alle urne \”è assurdo\”. L\’ultimo tassello di un assedio, quello di chi si batte contro la caduta di Paolo Gentiloni prima del 2018. Prima di Napolitano, infatti, avevano parlato Enrico Letta, Romano Prodi e Walter Veltroni. Quattro nomi che dimostrano in modo lampante come Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, in prima linea per l\’accordo sulla legge elettorale e il ritorno alle urne, stiano facendo la cosa giusta. L\’Italia, dopo una sequela di governi nominati, deve poter votare.
Ma si diceva, Napolitano. Contro di lui, ovviamente, si scatenano i renziani. \”È sempre lui. Arrabbiato con Matteo dai tempi del referendum – affermano, secondo Repubblica -. Ancora non gliel\’ha perdonato\”. Ma non sono soltanto i renziani a guardare con sospetto alla mossa di Re Giorgio: anche al Quirinale, infatti, la sua uscita non è stata apprezzata. Ovviamente Sergio Mattarella ha scelto la linea del silenzio, su Napolitano e sul voto anticipato. Ai suoi collaboratori ha spiegato di non voler dire nulla per non interferire con l\’approvazione della legge elettorale. Tutto il contrario rispetto a ciò che ha appena fatto Napolitano.
E non a caso, fonti del Quirinale, hanno voluto sottolineare come l\’intervento di Napolitano \”non era concordato\”. Parole pesantissime, poiché arrivano da quell\’entourage di Mattarella così incline al silenzio. Le stesse fonti, comunque e ovviamente, aggiungono che l\’intervento di Re Giorgio \”era legittimo\”. Resta l\’irritazione di Mattarella, apprezzata dal Pd, nei confronti dell\’interventismo di Napolitano. E se anche il Capo dello Stato se la prende con Re Giorgio…