L\’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia conferma nella provincia modenese l\’attività dei soggetti legati alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto. La corruzione rimane il più potente strumento di diffusione.
\’L’inchiesta “Aemilia”, che ha portato (e sta portando) alla luce del sole la realtà creata dall\’infiltrazione prima e dal radicamento poi delle organizzazioni criminali che anche in provincia di Modena hanno fissato i propri riferimenti rimane emblematica della pervasività delle cosche nella Regione e della loro capacità di creare un “tessuto connettivo” tra affari illeciti e mondo delle istituzioni. In tema di \’Ndranghera tra i gruppi presenti, va richiamata la cosca GRANDE ARACRI di Cutro (KR), al centro della citata operazione “Aemilia”, il cui epicentro ruoterebbe attorno a Reggio Emilia, con propaggini anche nelle vicine province\’
E\’ quanto emerge dalla relazione illustrata dal Ministro dell\’Interno al Parlamento rispetto ai risultati della Direzione Investigativa Antimafia aggiornata al secondo semestre del 2016. Un\’attività in cui spiccano operazioni come “Grecale Ligure”, conclusa nel mese di settembre dalla D.I.A. di Genova, che ha portato al sequestro di numerose società, beni aziendali, conti correnti bancari e fabbricati, per un valore di oltre 150 milioni di euro, tutti riconducibili ad un noto gruppo industriale piacentino, operante nel settore della vendita e assistenza post-vendita di veicoli commerciali, con ramificazioni in quello immobiliare. A questa operazione, vanno ad aggiungersi le attività della D.I.A. di Bologna che, a sua volta, ha eseguito due distinti provvedimenti, uno nel mese di luglio, l’altro in ottobre, in pregiudizio di due imprenditori originari rispettivamente di Cutro (KR) e Crotone, da anni residenti nella Regione.
Attività durante le quali sono stati nuovamente segnalati a Modena soggetti legati alla cosca degli ARENA di Isola di Capo Rizzuto (KR), famiglia presente anche nella provincia di Parma. In provincia di Reggio Emilia è stata confermata l\’operatività di personaggi riconducibili ai DRAGONE di Cutro (KR).
La corruzione arma potente di diffusione
Un fenomeno complesso, quello dell‘ndrangheta, che dalla relazione emerge come strettamente correlato alla corruzione. In un recente, interessante studio sono stati analizzati i fattori che caratterizzano la corruzione in Calabria: “La corruzione si compone di diversi aspetti, come la concussione, il favoritismo, etc., a cui si aggiungono le minacce e le intimidazioni a politici, amministratori ed al personale della Pubblica Amministrazione che possono costituire un reato-spia della diffusione delle pratiche di alterazione e distorsione della spesa pubblica.”
E proprio nel corso del semestre, sono diverse le inchieste che confermano quest’analisi. Emblematico il caso dell’operazione “Reghion”, diretta dalla DDA di Reggio Calabria, che ha fatto luce su come le pratiche corruttive abbiano inciso significativamente sui servizi essenziali per la collettività. L’inchiesta, oltre a descrivere le dinamiche criminali della provincia di Reggio Calabria, ha infatti dimostrato l’esistenza di un “comitato d’affari”, composto da dirigenti, funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la “macchina amministrativa comunale” nell’interesse della ‘ndrangheta, che riusciva ad orientare, aggirando ed eludendo la normativa antimafia, la concessione di appalti multimilionari, tra i quali il servizio di depurazione e di gestione delle risorse idriche.
Nella foto, l\’aula bunker del tribunale di Reggio Emilia dove si svolge il processo Aemilia