Il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano ha affermato in un convegno che per combattere le mafie bisogna prima studiarle per capirne a fondo le loro metodologie e per questo auspica una collaborazione con università e ricercatori. Ci chiediamo cosa ci sia ancora da studiare sulle mafie in Italia, sono la parte peggiore della storia del nostro paese, il sistema mafioso ha radici così profonde nella nostra cultura che non basterebbero decenni per capirne a fondo la sua radicalizzazione. Si perchè mentre si studiano le mafie, \’Ndrangheta, camorra, cosa nostra e Sacra Corona Unita continuano a portare avanti i loro progetti malavitosi, le lorro connivenze politiche ed imprenditoriali crescono sempre di più tanto che studiarle servirebbe solo a dargli quell\’importanza che non meritano se non una inasprita e più dura lotta per contrastarla. Applicazioni certe delle leggi ed inasprimento delle stesse per i corrotti. Creare lavoro diminuendo la disoccupazione, incentivare le imprese ad investire sul personale, creare economia, forse è quello che dovrebbe fare la politca ad ogni livello per sperare di uscirne vincitori in questa guerra eterna tra mafie e legalità, diversamente tutto sarà come sempre e sempre di più!!!
Mafie, Emiliano in un convegno «Studiarle per combatterle»
Il presidente della Regione, Michele Emiliano, nel corso del convegno al Senato
dal titolo «Contrasto alle mafie: gli strumenti nella dimensione istituzionale nazionale
e regionale» ha auspicato una sinergia con le università e i ricercatori
«La sinergia con le università è fondamentale per approfondire il fenomeno criminale. Nella mia regione stiamo cercando di lavorare in questa direzione stimolando gli studiosi». Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso del convegno al Senato dal titolo «Contrasto alle mafie: gli strumenti nella dimensione istituzionale nazionale e regionale».
L’intervento
«C’è ancora qualcuno — ha detto Emiliano — che pensa che i martiri di mafia in realtà se la siano cercata. Uno degli elementi che frena lo sviluppo economico del nostro paese è la presenza di una criminalità organizzata forte ed influente. Ci sono troppe persone che non fanno argine e quando non si fa argine, chi lo fa rischia la vita ogni giorno. Noi abbiamo la legislazione antimafia non solo moderna ma efficace. Foggia è il simbolo della sottovalutazione della criminalità organizzata». Il governatore pugliese ha posto l’accento proprio sulla cultura e sull’approfondimento scientifico stigmatizzando il fatto che «c’è chi ancora pensa che tutti gli sforzi dei presidenti delle Regioni del centro-sud di puntare su innovazione tecnologica, industrializzazione, infrastrutture per uscire dalla questione meridionale, in realtà siano una perdita di tempo. E che tutto sommato è la storia ad aver determinato i compiti delle varie aree del Paese ed è inutile opporsi». Per Emiliano, l’Italia «ha la legislazione antimafia più moderna, intelligente e sensibile — ha detto —. L’articolo 416 bis è strutturato in maniera geniale, perché descrive il fenomeno scientificamente, come una formula matematica. Ho visto delle proteste per l’utilizzo di questi strumenti previsti dal codice antimafia per altri reati che non hanno necessariamente natura mafiosa, al reato più odioso di tutti, la corruzione, che è quasi prodromico a quello mafioso. Nel senso che prima di arrivare all’intimidazione, all’assoggettamento e alla omertà, nella mia esperienza di magistrato, di sindaco, di presidente della Regione, prima ti fanno capire che se ti corrompi, se accetti la prospettiva che ti viene richiesta, la tua carriera è più semplice».