\”Vorrei che provaste a immedesimarvi per un momento, solo per un attimo, in quella che è stata la nostra vita: pensatevi chiusi in una casa che non è vostra, in un luogo che non conoscete, dove non conoscete nessuno e dove vi dovete nascondere perché non potete dire chi siete veramente, neanche al vicino di casa cui, se mai doveste fare amicizia, non potreste raccontare nulla di voi.
Pensateci, vorrei che per un attimo vi diceste: «Io da domani mattina sono in un altro posto, in un posto che per me è come avere il nulla intorno. Io da domani non posso più usare il mio nome. Io da domani non sono più nessuno».
Abituati a essere apprezzati per quello che fate, a lavorare, a vivere in un contesto di affetti e di relazioni, vi ritrovate con la vita stravolta.
Bene, questo è quello che è successo a noi.
La figura del testimone di giustizia in Italia esiste a partire dal 2001, grazie a una legge, la 45 del 2001, che disciplina la materia.\”
\”Era appena scoccata la mezzanotte e un minuto del 17 ottobre 1997 quando suonarono alla porta, era il Maresciallo Lopreiato ed altri agenti che venivano a prendere me e la mia famiglia per condurci in località protetta dato l\’imminente ed altissimo rischio di vita al quale ci eravamo esposti dopo le mie denuncie\”…
Da quella sera tutto ebbe inizio per mai più averne fine! Sono trascorsi vent\’anni esatti da quel giorno, vent\’anni di paure, di lotte, di umiliazioni e di rinunce alle quali io, ma soprattutto i miei figli e mia moglie abbiamo dovuto per forza di cose sottostare. Pensavo che dopo vent\’anni qualcosa potesse cambiare, lo pensavo in quegli anni difficili e lo dicevo con convinzione alla mia famiglia perchè nemmeno loro potessero perdere la speranza di un futuro migliore, ma con il passare degli anni mi resi conto anch\’io che quella speranza si stava affievolendo. Dopo vent\’anni la mia vita non è cambiata, da esiliato mi hanno fatto partire e da esiliato vivo ancora oggi, senza che nulla o quasi nulla sia cambiato, si perchè le tante promesse di poter ricominciare a lavorare sono risultate vane a differenza di coloro i quali ho denunciato che oggi sono diventati grossi imprenditori e lavorano . Mi era stata garantita adeguata protezione ma una volta finiti i processi e nonostante io sia, ancora oggi, ad alto rischio di vita l\’adeguatezza della scorta non avviene , nella vita di tutti i giorni la mia scorta è esigua mettendo non solo a rischio la mia persona ma anche gli stessi agenti che si avvicendano nel servizio di scorta. Tante, troppe cose non sono andate per il verso giusto in questi vent\’anni e mai avrei pensato che dopo aver fatto ciò che ogni cittadino onesto dovrebbe fare denunciando i suoi estorsori, di dovermi scontrare e lottare contro una fariginosa e incomprensibile burocrazia giuridica che ancora oggi mi chiede di pagare i conti dei processi scaturiti dalle mie denuncie. Si parla tanto di sensibilizzare i cittadini a denunciare le estorsioni o qualunque altro atto criminoso al quale si assiste, ma come si può pensare di poter sensibilizzare le persone se poi le stesse vengono abbandonate e sucessivamente vessate dalle stesse istituzioni alle quale il cittadino si affida???
Pino Masciari