“Chi siamo? Da dove veniamo? Siamo soli in questo Universo?“, queste sono le domande essenziali che l’essere umano si pone. Tranne uno studente universitario: a lui non interessa un accidenti di chi siamo e da dove veniamo, ma una cosa se la chiede: “Cosa succederà dopo la laurea?“.
Le sicurezze dei giovani si possono contare sulle dita delle mani. Soprattutto quando rivolgono lo sguardo verso il futuro, un orizzonte ignoto. Ed è proprio quando, uno studente, guarda quel futuro che si chiede come sarà effettivamente il mondo del lavoro, dopo una laurea.
“Se dovessi intraprendere un percorso universitario, dopo il conseguimento di una laurea, mi aspetterei un impiego con un guadagno di 1500 euro mensili netti“, ci racconta Jasym, ventenne di Catania, in cerca di lavoro. “Tuttavia, sono scoraggiato dell’iniziare a studiare all’Università: in diversi colloqui ricercano sempre esperienza e un’istruzione specialistica. È difficile disporre sia di una cosa che di un’altra. Per esempio – conclude Jasym – nei posti che richiedono capacità di programmazione in vari linguaggi informatici vengono chieste anche esperienze pregresse in amministrazioni di siti web ecc.”.
Salvo, anche lui ventenne di Catania, studente di Ingegneria informatica racconta ai microfoni di LiveUnict: “Da esperienze di diverse persone, da quel che si vede in giro e da statistiche nel mio settore, se vuoi avere un lavoro sicuro con una retribuzione più che decente, pari allo sforzo psico-fisico, che si è dovuto affrontare, dovresti fare un corso di laurea magistrale. Ciò ha due aspetti, uno positivo ed uno negativo: da un lato, è positiva come cosa, perché mi permette di avere una conoscenza completa e specializzata nel mio ambito; ma d’altro canto, sarebbe per me, sacrificare altri anni per lo studio e posticipando così l’entrata nel mondo del lavoro.“
Nella questione rientra pure chi ha proseguito con le Scienze umanistiche. “Dopo la laurea mi aspetto di lavorare nel mio campo e realizzare i miei sogni, sapendo che, tuttavia, dovrò sacrificare molto tempo” dichiara Clelia, studentessa ventenne di Beni culturali, all’Unict. “Anche se so che devo compiere qualche sacrificio e della difficoltà di chi mi ha preceduto nel trovare un lavoro, che renda onore al percorso di studi, non mi preoccupo più di tanto. Ho ancora voglia di lottare e ne ho sempre di più.“
Ma centrale in tutto il contesto è, probabilmente, il problema delle opportunità che le proprie città e regioni offrono.
“Che aspettative ho dopo la laurea? – ci spiega Emanuele, 23 anni, laureatosi in Informatica all’Unict, studente magistrale all’Università di Trento – Io faccio informatica e nel mio campo sono sicuro di poter trovare lavoro sia in Italia (persino in Sicilia) che all’estero senza poi troppa difficoltà. Quello di cui non sono sicuro è che arrivi un lavoro che possa rendere onore al percorso di laurea che ho fatto. Ad esempio, mi hanno già contattato diverse aziende nel campo della programmazione web, ma questo significa non sfruttare la mia laurea magistrale e le mie competenze nell’ambito dei big data, dell’intelligenza artificiale e l’analisi di dati. E mentre sia abbastanza semplice trovare un lavoro come sviluppatore web, non posso dire lo stesso nel mio ambito.“
“Poi c’è una questione di paga, paga commisurata alla situazione economica del paese/regioni – continua sempre Emanuele –. Più al nord si va, più il lavoro è pagato meglio, più è specializzato. Anche se nel mio campo, usando l’inglese come lingua franca, potrebbe essere anche possibile lavorare da remoto per un azienda in America o a Malta con un salario 5 volte superiore a quello di un azienda Siciliana. Ho comunque amici che hanno cominciato a lavorare ancora prima di laurearsi come programmatori web per una società di Catania. Altri per qualche start-up. Ed altri ancora, per qualche multinazionale di consulenza informatica. Gli ambienti sono molto diversi, e dai racconti posso dire che le condizioni di lavoro sono le più diverse. Dalla precarietà della start-up, agli straordinari non pagati della grande multinazionale a fare un lavoro che non ti piace fare perché non ti compete.“
Il conflitto aspettative-preoccupazioni a volte può risolversi con esiti negativi, come quando i ragazzi sono del tutto scoraggiati dalla realtà; altre volte con esiti positivi, quando l’entusiasmo riesce a sopraffare la negatività ed ancora può portare i ragazzi a ricercare altre soluzioni, alcune volte drastiche. È comunque importante fissarsi degli obiettivi e dare il massimo: tuttavia, mai pensare troppo al futuro ed avere sempre la mente al presente (come insegnava Yoda a Luke Skywalker).