In dettaglio il programma della tavola rotonda dell\’8 ottobre 2009, alla quale partecipa Pino Masciari.
Il dibattito si svolge all\’interno di Comunione E\’ Speranza V° Convegno Ecclesiale delle Chiese Calabresi, su invito della Conferenza Episcopale della Calabria:
Tavola rotonda: La comunione sperata: siano una cosa sola… perché il mondo creda (Gv 17, 21)
Modera: Dott. Romano Pitaro, Giornalista Intervengono: Dott. Enzo Romeo, Caporedattore esteri TG2 Suor Carolina Iavazzo, Collaboratrice di don Pino Puglisi, Centro “P. Pino Puglisi” a Bosco di Bovalino Coniugi Gerhard e Annalis Bantel, Missionari evangelici, Centro Emmaus di Roccella Ionica Sig. Pino Masciari, Imprenditore, sottoposto a programma di protezione Dott.ssa Nelida Ancora, Esperta in problematiche dello sviluppo internazionale
Mi auguro che l’occasione del Convegno promosso dalla Conferenza Episcopale della Calabria sia propizia per una riflessione seria sul ruolo che anche la Chiesa ed i suoi rappresentati possono svolgere, e in maniera peculiare, all’interno di una realtà come quella calabrese. Realtà che se venisse giudicata attraverso il florilegio delle innumerevoli celebrazioni e manifestazioni religiose che scandiscono la vita delle comunità, potrebbe sembrare il luogo dove, più che in altri, trovano concretezza ed espressione i valori ed i principi di cui la Chiesa si dice portatrice.
La realtà è ben lontana dal dimostrare la veridicità di questo assunto: anzi, si assiste piuttosto ad una profonda, per certi versi scandalosa, dissociazione fra l’apparenza delle manifestazioni esteriori di cui si diceva prima e la reale rispondenza di certi uomini e comunità ai valori che si sogliono normalmente ricondurre alla fede religiosa. Non solo gli uomini della mafia vengono scoperti intenti a letture “edificanti” di testi sacri, salvo poi usare quei testi come una sorta di codice per criptare i famigerati “pizzini” di cui abbiamo avuto notizia, ma, per un assurdo paradosso, arrivano ad usare i luoghi religiosi come sede simbolica di riunioni-summit dei boss. E’ realtà storica che uno dei luoghi più cari alla religiosità popolare calabrese , il Santuario della Madonna di Polsi, venisse usato dai boss della ‘ndrangheta come luogo di quegli incontri che di religioso non avevano davvero nulla. Anche questi sono “simboli” con i quali le mafie affermano il loro controllo sul territorio.
Una azione forte di vicinanza e di appoggio da parte della Conferenza Episcopale calabrese, a Pino Masciari, testimone di giustizia calabrese, sarebbe importante per mostrare e dimostrare che anche la Chiesa sceglie da che parte stare, senza le ambiguità che a volte, in quelle terre, ne hanno offuscato l’immagine.
Sembra essere stata presto dimenticata l’immagine e la forza con cui Giovanni Paolo I, in terra di Sicilia e all’indomani delle stragi dei giudici Falcone e Borsellino, brandendo il crocefisso ordina perentorio la conversione dei criminali. “Verrà un giorno!…Convertitevi!”
I vescovi calabresi facciano risuonare dinuovo quel grido, con la stessa forza. Uniscano la loro forza a quella di Pino Masciari che, da troppi anni oramai, lotta per l’affermazione dei suoi diritti e perchè ritorni la Legalità e l’Etica nella terra in cui è nato. La storia di Pino Masciari è il tassello importante di un quadro che si è spezzato e che si stenta a ricomporre.
Anche la Chiesa deve dare un contributo importante affinchè i valori per i quali Pino Masciari ha sacrificato per tanti versi le condizioni della sua vita e di quella della sua famiglia, valori quali il rispetto della Legge, l’etica morale dei comportamenti, l’onestà, tornino ad essere riferimento essenziale delle comunità calabresi e nel nostro “malato” paese.
Un abbraccio a Pino, a Marisa , ad Ottavia e a Francesco.
Arturo Francesco Masciari