Denunciare dovrebbe essere la normalità in una società civile, in uno Stato garante dei diritti dei suoi cittadini.
Eppure per la realizzazione del museo del mare, a Reggio Calabria, la società che si è aggiudicata l’appalto firmerà, o ha già firmato, un protocollo per la legalità dedicato appositamente alla costruzione di questa imponente opera edilizia. La società si impegna ad acquisire l’esplicita dichiarazione delle imprese subappaltanti a sottoscrivere l’obbligo di denuncia di qualsivoglia interferenza criminale, di qualsiasi natura e di qualsiasi genere. Denunciare illeciti di questa portata credo costituisca già un obbligo, quanto meno morale. Con la sottoscrizione di questo genere di protocolli si sottolinea ancora una volta quanto invece denunciare sia l’eccezione e non la normalità. Si rischia anche di far passare l’idea che l’illegalità sia una minaccia solo nell’ambito degli appalti pubblici. Ma non è cosi! Ad essere minacciati sono anche altre realtà imprenditoriali, gli operatori economici, gli amministratori… quanti di loro sono oggetto di atti intimidatori? Quanti commercianti sono taglieggiati di continuo… dal pasticciere al tabaccaio, dal titolare del supermercato al negozio di arredamento ecc.
Allora qual è davvero la strada per incentivare la denuncia? Sottoscrivere protocolli o garantire con certezza la vita, il lavoro, la sicurezza di chi questa scelta la compie con coraggio ogni giorno?