Periodicamente torniamo a fare la medesima precisazione: Pino Masciari è un imprenditore che a seguito delle denunce contro la criminalità organizzata si è visto attribuire lo status di TESTIMONE DI GIUSTIZIA (legge 45/2001 – D.M. 161/2004). Lo ripetiamo perchè sono stati pubblicati nuovi articoli che descrivono il nostro caro Pino come \”collaboratore di giustizia\”, termine tecnico universalmente noto come \”pentito\” ossia ex appartenente alla mafia. Che ci sia o meno la volontà di dolo l\’offesa è gravissima e sempre gratuita.
Da quando seguiamo Pino abbiamo osservato come la figura di \”testimone di giustizia\” abbia a poco a poco conquistato la ribalta degli articoli di stampa ogni qual volta che i media si sono occupati di una delle 70 storie di onesti cittadini che si sono ribellati alla violenza e alla prepotenza mafiosa, nel modo più diretto semplice e efficace che c\’è: denunciando i criminali con nome e cognome. Dall\’immagine potete vedere come cresce nel tempo il trend riguardo gli articoli pubblicati con argomento \”testimoni di giustizia\”.
Per capirci: TU, comune cittadino estraneo al mondo criminale vieni vessato o estorto dalla criminalità organizzata (è un\’ipotesi, tranquilli). Ti ribelli, alzi la testa e denunci. Ecco, da quel momento puoi rientrare nella figura di testimone di giustizia, in base all\’attendibilità delle deposizioni, alla tua onorabilità e al maggior o minore pericolo per la tua vita.
Bene: Pino Masciari è un TESTIMONE di giustizia. Ancor prima di questo, è un IMPRENDITORE.
Non desisteremo mai dal fare chiarezza, anche per contribuire a diffonde la cultura riguardo questo tema: riproporre il dibattito pubblico aiuta a superare quel torpore che crea confusione o dubbi, che comunque ricadono poi pesantemente sui testimoni onesti.
Sia chiaro a tutti che Pino Masciari in questi casi tutela da sè la propria reputazione e onorabilità nelle opportune sedi legali.
Seconda precisazione: leggiamo l\’articolo sul caso di Rocco Rispoli, imprenditore e testimone di giustizia di Locri che viene salvato dallo sconforto della solitudine grazie all\’impegno dell\’amministrazione locale. Siamo vicini alle storie come quelle di Rispoli e sottolineiamo l\’importanza del sostegno dei Comuni e delle Istituzioni verso i concittadini che denunciano. Per correttezza abbiamo verificato le affermazioni del seguente passaggio dell\’articolo:
“Ho parlato con Pino Masciari, testimone di giustizia e lui per undici anni ha vissuto peggio che se fosse stato al 41 bis, senza lavoro… No, grazie”.
Abbiamo chiesto direttamente a Pino Masciari e non gli risulta aver parlato con il Sig. Rocco Rispoli.
Davvero molto importante considerare le precisazioni fatte sopra…perchè confondere TESTIMONE DI GIUSTIZIA con COllaboratore di giustizia è un errore enorme..La chiarezza e la precisione dei dettagli nella storia dei masciari ci insegna molto..
forza Masciari tutti a presto anna
E’ un errore che non deve essere assolutamente commesso, vuoi per ignoranza, vuoi per malafede.
Chi scrive questa inesattezza rivolgendosi ad una comunità distorce fortemente il messaggio….
Propongo di cambiare lo slogan di Pino 🙂 Anzicche’ “ogni persona che viene a conoscenza..” mettere:
“mentre la ndrangheta mi chiedeva il 3% sui lavori fatti, gli uomini delle istituzioni me ne chiedevano il 6%” .. Adesso che si stanno aprendo i coperchi riguardo le trattative tra stato e mafia questa frase puo essere un altro pugno allo stomaco alle istituzioni che molte volte son peggio della stessa criminalita’ organizzata. Questa frase di Pino e’ una di quelle che mi ha colpito di piu di tutta la sua storia. Ragazzi altro che combattere la mafia qui lo stato e’ peggio della mafia. E’ lui la mafia!
Ciao Pino scusa la mia latitanza ma ti seguo comunque da molto lontano.. 😉 Un abbraccio a te a alla tua famiglia. Spero che presto potrai ammirare un’alba bellissima.
Il problema oltre che di contenuti è tecnico: oggi con la diffusione dei social network è un via vai di informazioni condivise al volo e il caso specifico di ieri è stato subito corretto dalla “fonte” ma poi abbiamo dovuto rincorrere chi a sua volta aveva ripreso l’articolo sul proprio blog o sul profilo di Facebook.
Purtroppo accade, ma finchè ci riusciamo rincorreremo i blogger uno a uno per spiegare la questione e far provvedere alla correzione. Fermo restando valida l’azione legale di Pino per tutelarsi.
Ricordiamoci che in passato abbiamo visto parlamentari, partiti, televisioni, quotidiani e blogger fare questo gravissimo errore.
Non ci si può difendere con “è una svista”, “non lo sapevo” perchè è come dare una gomitata accidentale che spacca lo zigomo: chiedi pure scusa ma intanto la faccia è spaccata e il danno è fatto.
D’altra parte credo sarebbe opportuno rivedere i termini tecnici perchè tutti siamo chiamati – per Costituzione – alla collaborazione con le Istituzioni e le Forze dell’Ordine: la terminologia usata nella legge in questo senso è fuorviante e condiziona pesantemente il pensiero generale.
Andrea condivido vivamente le tue parole e mi fai ricordare la faccia di Pino ogni qualvolta questo errore è stato commesso..forse noi non immaginiamo nemmeno lo squarcio nello stomaco della famiglia Masciari e il dolore provocato da queste definizioni del tutto fuorvianti..
come dice Pino bisogna stare attenti e vigili sempre..
Un abbraccio a Marisa ..baci ad Otta e Francesco..Anna