[fonte AGI] Beni per 4 milioni di euro, riconducibili a Paolo Ripepi, presunto affiliato alla cosca mafiosa dei Mancuso di Limbadi, sono stati sequestrati dalla Dia di Catanzaro su disposizione del Tribunale di Vibo Valentia. Si tratta di un\’azienda edile, di diversi mezzi, di numerosi rapporti bancari e postali e di unita\’ immobiliari tra cui il complesso residenziale denominato \’Villa Filomena\’ ubicato nella zona turistica di Capo Vaticano. Ripepi, attualmente sorvegliato speciale, e\’ stato condannato in via definitiva nell\’ambito del processo denominato \’Dinasty\’. Ripepi, dopo l\’ arresto nell\’ambito dell\’ operazione a Dinasty, e\’ stato condannato in primo grado con sentenza emessa dal G.U.P. presso il Tribunale di Catanzaro confermata in Appello a tre anni e 4 mesi di reclusione. Nella sentenza della Corte di Appello di Catanzaro che ha tradotto in condanna definitiva gli elementi raccolti nell\’ambito dell\’operazione, si ricostruisce, a partire dagli anni 2000, la storia del potente clan Mancuso, egemone nell\’intera provincia di Vibo Valentia. Nelle sentenze di primo e secondo grado Ripepi viene collocato nella posizione di totale affiliazione al clan. Dagli atti giudiziari emerge che Ripepi \”svolge all\’interno del gruppo il ruolo di stretto collaboratore con il quale organizza una serie di furti, attivita\’ svolta sotto il costante controllo e la penetrante direzione dei Mancuso\”. Ripepi e\’ stato inoltre condannato per aver diretto un traffico di banconote false immesse nel circuito economico della provincia vibonese. Alla base del sequestro antimafia vi e\’ una complessa proposta formulata d\’iniziativa del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, il generale dei Carabinieri Antonio Girone, alla cui funzione il recente \”pacchetto sicurezza\” ha conferito una diretta competenza in materia, nell\’ambito di una piu\’ incisiva strategia finalizzata ad aggredire i patrimoni mafiosi. Nella proposta sono stati evidenziati non solo i rapporti intercorrenti tra il destinatario del provvedimento e la criminalita\’ organizzata, ma anche una dettagliata ricostruzione del suo patrimonio che documentaerebbe la netta sproporzione tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte dirette e le attivita\’ economiche svolte .
Un abbraccio forte a Pino, marisa e i ragazzi…
con affetto
Anna