“Ho finito in questo momento di leggere il libro “Organizzare il coraggio” e ho sentito l’urgenza di scrivere, perché non è una storia come tante. Ogni singola pagina racconta la scelta di un giovane uomo che, insieme a sua moglie, ha detto “no” alla ‘ndrangheta e alla corruzione in ogni ambito istituzionale. È una narrazione lucida, pulita, coerente, mai eccessiva. Ogni frase è evocativa di un dissidio interiore, di una scelta sentita come necessaria, ma non per questo facile da compiersi. Con grande precisione e amarezza emergono le enormi difficoltà che Pino Masciari e la sua famiglia hanno affrontato a causa di un’inadeguata gestione della loro protezione da parte dello Stato. E questa forse è la parte più dolorosa da accettare. Leggendo mi sarei aspettata di trovare a fianco di questa famiglia coraggiosa uno Stato protettivo, accudente, previgente rispetto alle necessità di una giovane coppia e due bambini piccoli. Invece emerge un sistema quasi improvvisato, impreparato, che adatta le misure previste per i collaboratori di giustizia ad un uomo che dalla malavita è stato solo vessato, ma che non ne ha mai fatto parte. Sono costretti a fuggire di notte, per entrare nel programma speciale di protezione, ma manca un coordinamento che li aiuti a proseguire una vita se non del tutto serena, almeno accettabile. Non viene prestata attenzione alla scelta del luogo dove farli dimorare, manca la cura nel fornire identità alternative con i relativi documenti, manca insomma una regia per la tutela di chi aveva anteposto a tutto il valore della libertà e della legalità.
Trovo davvero inaccettabile che ancora gli sia negata la possibilità del rientro in Calabria! Il loro nuovo “inizio”, come è chiamato nel libro, è dovuto nascere altrove, lontano dalla propria terra. Forse sarebbe ora che lo Stato e la società civile si ribellassero in modo netto, concreto, autentico allo strapotere mafioso e alle sue infiltrazioni, e permettessero a chi compie scelte coraggiose come quella di Pino di essere tutelato e protetto senza la necessità di dover rinunciare per sempre alla propria terra, ai propri affetti, alla propria attività lavorativa.
Vorrei giungesse a Pino, Marisa e ai loro figli il mio grazie per la scelta coraggiosa che hanno compiuto.”
Aprile 2022
C.C.
Un’amica di Pino Masciari e della sua famiglia