Con l’ultimo blitz fatto ieri dalla DDA di Catanzaro si è messo in luce un legame molto forte e indissolubile fra Calabria, Piemonte e altre regioni italiane. Le famiglie colpite dagli arresti sono note già dai tempi delle mie denunce e avevano legami anche con il principale boss delle preserre, da me denunciato. Sono nomi e famiglie, dunque, provenienti da quello stesso territorio nel quale operavo e nel quale sono stato oggetto di minaccia da parte della ‘Ndrangheta e sono ancora oggi radicate anche qui in Piemonte (Nichelino, Brandizzo, Orbassano…). I loro traffici illegali di fatto uniscono e collocano in un unico contesto criminale il territorio piemontese e quello calabrese.
Non mi meraviglia affatto, ero e sono consapevole di questo stretto connubio, che ancora una volta conferma anche l’attualità del rischio che vivo ancora oggi. È bene però rimarcare queste notizie, parlare di questi patti mafiosi che continuano a sporcare l’economia, la società, il lavoro, l’imprenditoria. Essere consapevoli è solo il primo passo per scegliere da che parte stare.