L’omicidio dell’erede del clan Bellocco, Antonio Bellocco, ha scatenato sulle pagine dei quotidiani, e non solo il timore, che l’evento possa scatenare ritorsioni e innescare un vortice di violenza. Purtroppo è un pericolo concreto… la ’ndrangheta sa aspettare e non dimentica i torti subiti, trovando il modo di vendicarsi, anche dopo molto tempo. Porta la sua scia sanguinaria ovunque. È importante essere consapevoli che non esistono territori più o meno esposti, zone franche, settori puliti. Il clan Bellocco, come tanti altri, è presente da tempo nel Nord Italia e ha imposto la sua presenza e la sua scia sanguinaria anche nello sport, nel calcio, sporcandolo in modo indelebile.
Sono eventi che oltre ad occupare le pagine di cronaca nell’immediato, per poi cadere nel dimenticatoio, dovrebbe alzare l’attenzione e l’impegno concreto. A far riflettere non deve tanto essere il singolo evento, ma la conferma quotidiana che non esiste un settore in cui la ’ndrangheta non imponga la sua presenza. Quando arriverà il momento di ribellarsi in modo autentico? Quando le istituzioni mostreranno la volontà di estirpare in modo definitivo questo cancro? Quanto ancora bisogna aspettare per un’insurrezione corale?