Una tanica di benzina è stata lasciata a Reggio Calabria da alcuni sconosciuti fuori dalla veranda dell\’abitazione del giornalista del quotidiano \”Calabria Ora\”, Lucio Musolino. Vicino al contenitore è stato trovato anche un biglietto di minacce. \”Smettila di continuare a scrivere di \’ndrangheta, segui Paolo Pollichieni e vattene pure tu\”, c\’era scritto sul foglio.
\”Quanto accaduto la scorsa notte al collega Lucio Musolino, cronista di giudiziaria di ‘Calabria Ora’, è l’ultimo segnale inquietante che spiega quanto sia difficile raccontare i fatti nella nostra regione\”. Lo afferma in una nota il consigliere dell’ordine dei giornalisti della Calabria, Filippo Diano.
\”Gli ignoti – aggiunge – che hanno lasciato un ordigno incendiario sul tavolo del cortiletto della sua abitazione di Catona, nei pressi di Reggio Calabria, hanno pensato bene di chiarire meglio la portata della loro indegna azione. Nel biglietto a corredo dell’ordigno – con il più classico degli stili terroristici – è stato vergato un delirante messaggio con cui si ‘invita’ Lucio Musolino ad andarsene da Reggio e seguire Paolo Pollichieni, già direttore della testata. Lucio Musolino, é innegabile, finora ha fatto il proprio dovere di informare correttamente i cittadini, soprattutto sul rapporto mafia-politica – come peraltro fanno anche onestamente altri colleghi di Reggio e della Calabria – un ‘tasto’ che evidentemente non deve essere suonato\”.
\”Le minacce a Lucio Musolino, dunque, ben si iscrivono – prosegue Diano – nel clima di tensione attuale che ha come obiettivo principale la stampa e la magistratura, rei , agli occhi dei prepotenti di turno, di assicurare coerentemente informazione, trasparenza e legalità ad una regione e ad un Paese avvelenati dalla corruzione e da rapporti poco chiari tra uomini delle istituzioni pubbliche e criminalità mafiosa . E’ auspicabile che quanto accaduto a Lucio Musolino non si ripeta per altri giornalisti e che la spirale terroristico-mafiosa messa in atto trovi le necessarie misure di prevenzione da parte degli organi dello Stato\”.
fonti TGCOM e RTV