Gli ultimi accertamenti riguardano il Pio Albergo Trivulzio: gli uomini della Direzione investigativa antimafia hanno acquisito tutta la documentazione su tre grandi appalti in corso alla Baggina. Il timore è che anche in quei lavori, dall\’importo che supera i 30 milioni di euro, si siano infiltrati i clan.
L\’ipotesi della penetrazione nel business dell\’edilizia sanitaria potrebbe spiegare anche un altro episodio che sta assumendo sempre più i contorni del giallo: la morte di Pasquale Libri, caduto dal sesto piano dell\’ospedale San Paolo in circostanze che gli investigatori ancora non riescono a chiarire, ritenendo che non possa essere scartata neppure l\’ipotesi dell\’omicidio.
Fino a che punto la \’ndrangheta ha penetrato la sanità lombarda? È questo il grande tema che stanno cercando di approfondire magistrati e forze di polizia dopo il blitz dei trecento arresti di luglio. I segnali che possono far pensare a un\’infezione diffusa, e non a un virus isolato, sono molti.
Un personaggio centrale nell\’inchiesta Infinito dei pm Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storari, è Carlo Chiriaco, ex direttore sanitario dell\’Asl di Pavia, al quale solo pochi giorni fa la Dda ha fatto sequestrare la cassetta di sicurezza nella filiale pavese della Cassa rurale e artigiana di Binasco. Un uomo già raggiunto da un avviso orale da parte del questore nel lontano 1997: un particolare che però non gli ha impedito di far carriera, all\’ombra del suo sponsor politico Giancarlo Abelli, del Pdl, nella sanità pavese, passando dal ruolo di ispettore sanitario del San Matteo a quello ben più influente di direttore sanitario dell\’intera azienda sanitaria.
I LEGAMI
Era lui il punto di riferimento di Pasquale Libri, il funzionario del settore appalti del San Paolo precipitato il 19 luglio dal sesto piano dell\’ospedale. Libri, in precedenza, aveva lavorato anche nella Dental Building, società del San Paolo nel cui consiglio d\’amministrazione, presieduto da Giuseppe Catarisano, figurava anche Chiriaco. I legami tra la dirigenza del San Paolo e la politica pavese non devono sorprendere: Catarisano, per esempio, ha un figlio consigliere comunale del Pdl a Pavia e una moglie che in passato è stata socia della moglie di Abelli, Rosanna Gariboldi, la Azzurra srl, costituita nel 1997 allo scopo di realizzare una casa di riposo a Pavia e sciolta nel 2000. Come ci era entrato, in questi ambienti, Pasquale Libri, imparentato attraverso la moglie con il boss Rocco Musolino? Ricostruire il suo passato è uno dei compiti dell\’inchiesta della Dda sulla morte del funzionario, che aveva ritagliato gli articoli su Chiriaco e li teneva conservati sulla sua scrivania. Secondo i testimoni Libri era sereno, prima di fare quel volo, giù per una tromba delle scale che non è esattamente il luogo ideale per uccidersi a colpo sicuro, visto che prima di arrivare a terra è facile sbattere nei gradini in ferro, com\’è successo a lui.
LA DOCUMENTAZIONE
La chiave della sua morte è negli appalti? Per ora è solo una suggestione. E sono ancora puri interrogativi, allo stato embrionale, quelli che la Dia ha rivolto alla direzione del Pio Albergo Trivulzio, alla quale è stata chiesta documentazione sugli appalti per la ristrutturazione della Casa Albergo, vinti da una ditta con sede a Roma e a Reggio Calabria (8 milioni di euro), delle Rsa, e delle Residenze sanitarie alberghiere (22 milioni), vinti da un\’azienda siciliana. La Dia ha chiesto tutta la documentazione sulle gare, avvenute tre anni fa, e sui criteri d\’aggiudicazione. Un accertamento che ufficialmente avrebbe carattere preventivo ma che alcune indiscrezioni collegano ad alcuni contatti tra esponenti di spicco della politica calabrese e boss della \’ndrangheta attivi a Milano, intercettati proprio mentre parlavano degli appalti al Trivulzio.
LA SVOLTA
Se fosse vero, non sarebbe certo la prima volta che la mafia calabrese prova ad allungare i suoi tentacoli su ospedali e cliniche lombarde. Un\’altra inchiesta della Dda, di cui è titolare il sostituto procuratore Mario Venditti, ha cercato di far luce su possibili infiltrazioni della \’ndrangheta negli appalti di tre strutture del San Matteo di Pavia, una delle quali, a Pinarolo Po, avrebbe dovuto ospitare i bambini ammalati di leucemia. Come è emerso poi anche dalle indagini del pm Boccassini, i lavori li avrebbe dovuto svolgere la Makeall spa, una società di Milano considerata nella totale disponibilità della \’ndrangheta per lavori di ogni tipo.
Nelle carte dell\’inchiesta è finito anche Pietrogino Pezzano, direttore generale dell\’Asl di Monza, fotografato in compagnia di Candeloro Polimeno e Saverio Moscato, altri due personaggi considerati in odor di \’ndrangheta – Moscato è nipote del boss Natale Iamonte – e per questo arrestati nel blitz. Pezzano avrebbe parlato di un appalto per condizionatori d\’aria con un imprenditore mafioso arrestato, Giuseppe Sgrò. E sarebbe stato in contatto anche con Pino Neri, altro personaggio di spicco della \’ndrangheta a Pavia, molto legato a Chiriaco e considerato tramite con la politica e la massoneria.
Sono queste entrature che rendono possibile fare affari nella sanità in Lombardia. Sogno che stava cercando di realizzare anche un altro boss, Marcello Paparo, che aveva creato una società per gestire un centro polidiagnostico a San Maurizio al Lambro. Stava per comprare anche l\’ambulanza e aveva chiesto l\’autorizzazione alla Regione per operare. L\’arresto da parte della Dda, però, ha frenato le sue aspirazioni.