\"\"Gli agenti della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile reggina e del Servizio centrale operativo della polizia di Stato, diretti dal vice questore aggiunto Diego Trotta, con il coordinamento del dirigente della Squadra mobile Renato Cortese, hanno dato esecuzione al decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia (il provvedimento è stato sottoscritto dal procuratore della Repubblica. Giuseppe Pignatone e dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo)  a carico di cinque appartenenti alla struttura decisionale di vertice della nota e potente ‘ndrina Tegano, operante nel “Locale” di ‘ndrangheta del quartiere Archi. Un “Locale”, quello di Archi, che unanimemente è considerato il più influente del capoluogo reggino ed uno dei più influenti dell’intera provincia. Gli arrestati sono: Michele Crudo, 33 anni; Roberto Moio, 46 anni; Domenico Polimeni, detto “Mico”, 34 anni; Stefano Polimeni, 23 anni; Davide Carmelo Polimeni, 36 anni.

Oltre alle cinque persone che sono state arrestate stamani, risultano indagate altre sette tra cui il boss dell’omonima \"\"consorteria criminale Giovanni Tegano, 71 anni, detenuto presso la Casa circondariale di Cuneo, e catturato dalla Squadra mobile il 26 aprile di quest’anno dopo 23 anni di latitanza in contrada Batìa di Terreti. Michele Crudo e Roberto Moio, secondo la Polstato, rivestono, in seno alla ‘ndrina Tegano, ruoli di primissimo piano che ne permettono la collocazione nella struttura decisionale di vertice di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese. Michele Crudo, genero del boss Giovanni Tegano, sarebbe il reggente della cosca. Sulla scorta delle risultanze probatorie documentate dalla polizia di Stato, i cinque, a vario titolo, sarebbero responsabili del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata:

al controllo di attività economiche esercitate a Reggio Calabria, anche attraverso la gestione di interi settori imprenditoriali e commerciali, con particolare riferimento al controllo delle assunzioni, dei licenziamenti, delle maestranze, dei finanziamenti pubblici e degli accordi sindacali dell’impresa denominata “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos” ed incaricata da Trenitalia (in qualità di stazione appaltante) di gestire la manutenzione e pulizia dei convogli ferroviari presso la “platea lavaggio” di Reggio Calabria; controllo esercitato attraverso violenze e minacce perpetrate nei confronti dei quadri dirigenti della “New Labor”;

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al conseguimento per sé e per gli altri affiliati, di ulteriori ingenti profitti e vantaggi ingiusti, attraverso attività delittuose, esercitate a cagione dei quadri dirigenti della “New Labor”; attività delittuose consistenti, nelle continuative e sistematiche violenze o minacce, finalizzate ad ottenere l’erogazione di tangenti mensili, non inferiori a 20.000 euro, a favore dei promotori della ‘ndrina Tegano, da parte dei quadri dirigenti della  “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos”. La Polstato sta eseguendo anche mirate perquisizioni locale presso le sedi di Milano e Roma della “New Labor”. E’ stata la denominazione del consorzio, “Kalos” (rivelatosi vittima delle attività criminali poste in essere dalla ‘ndrina Tegano, attraverso le imposizioni estorsive dimostrate nel tempo), che secondo la filosofia della Grecia classica indicava il mito del “bello” e dell’estetica, a fornire l’occasione per denominare l’operazione di stamani “Agathos”.

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Il mito del “Kalos kai Agathos” è, secondo Platone, il luogo del pensiero dove il bello ed il giusto, l’Agathos, appunto, si incontrano. Il luogo dove la bellezza diviene Giustizia! Le investigazioni hanno permesso alla Squadra mobile di scoprire una delle fonti reddituali principali della ‘ndrina. Fonte costituita dal controllo assoluto e capillare della “New Labor” che, ad un tempo, ha garantito per anni, e continua impunemente a garantire tuttora, sia un costante afflusso di capitali “monetizzabili” ed immediatamente impiegabili per la consorteria latu sensu (e per ciascuno degli esponenti dei vertici decisionali della ‘ndrina), sia il controllo del territorio sul quale quest’ultima “regna” da decenni sovrana: Reggio Calabria. Ciò conferma, ancora una volta, che le cosche reggine hanno raggiunto elevati livelli organizzativi grazie ai quali gestiscono ingenti risorse economiche e controllano rilevanti settori economici, tra cui, soprattutto, quello dei pubblici appalti e delle imprese che li gestiscono e ciò attraverso meccanismi raffinati e collaudati che consentono anche di assicurare rilevanti erogazioni di denaro proveniente da pubbliche commesse, nella fattispecie Trenitalia e le società ad essa collegate e mediante una fitta rete di rapporti imprenditoriali in diversi settori, tra cui, certamente, anche quelli della gestione dei trasporti.

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La vicenda, collocata nel giusto contesto, finisce per diventare esemplare spaccato della gestione mafiosa del territorio: ogni attività economica viene capillarmente “monitorata” dalla cosca operante nella zona e tale monitoraggio conduce inevitabilmente a ingenti e sistematiche erogazioni di danaro, sotto forma di corresponsioni mensili di tangenti vere e proprie che vedono protagonista e soggetto attivo la ‘ndrina Tegano  e, quindi, i suoi vertici e le sue strutture operative e soggetto passivo la “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos”  e, quindi, con ruoli e funzioni i suoi quadri dirigenti. Parallelamente a tali erogazioni di danaro versate mensilmente agli esponenti di vertice della ‘ndrina , la Polizia di Stato ha documentato il controllo asfissiante  e certificato della ‘ndrina Tegano sulle assunzioni e sui reclutamenti della “New Labor-Kalos”: un ingegnoso ed efficacissimo sistema di controllo “sociale” di vaste aree della popolazione. Popolazione reggina, che aspira da decenni ad un impiego “stabile” e potenzialmente duraturo. Ed è su tale necessità occupazionale che ha fatto leva, per anni, la cosca rendendosi responsabile di spregevoli ricatti al fine di ottenere la disponibilità di “manovalanza” disposta a fornire appoggio e disponibilità, con le modalità più eterogenee, ai vertici della cosca Tegano ricambiando il “favore di un posto di lavoro”.

Le investigazioni, che costituiscono la prosecuzione di quelle che il 26 aprile di quest’anno hanno permesso la localizzazione e la cattura del boss Giovanni Tegano e di cinque suoi favoreggiatori, hanno dimostrato che l’omonima ‘ndrina si avvale, nel tenere sotto scacco la Città, delle seguenti metodologie e modus operandi:

1) riunioni mafiose per disporre la spartizione dei territori, la predisposizione dei meccanismi di sfruttamento della potenzialità economiche;

2) rapporti personali tra gli associati e gli affiliati alle cosche federate, evidenziate nel corso delle suddette investigazioni;

3) sfruttamento del sistema economico-imprenditoriale, sia mediante continuative attività di controllo strutturale delle imprese, sia attraverso continuative imposizioni estorsive consistenti nell’imposizioni di tangenti mensili, di importo non inferiore a 20.000 euro, documentate in numerose circostanze attraverso servizi operativi svolti sia a Reggio Calabria sia a Roma. I quadri dirigenti del consorzio (consorzio di fatto sottoposto al controllo dei vertici della cosca della ‘ndrangheta) erano costretti a versare mensilmente non meno di 20.000,00 €uro per ottenere la “tranquillità” nella gestione dell’attività commerciale e dei rapporti con Trenitalia.

4) procurata inosservanza di pena nei confronti del latitante Giovanni Tegano.

fonte: Mediterraneonline.it

Una risposta

  1. re ha detto:

    Il più anziano era un personaggio di spicco anche 30 anni fa, poi divenuto indipendente per la morte dei suoi capi ndrina.
    Il problema non è prendere i componenti le ndrine ma i veri capi dai colletti bianchi, che li manovrano, li aiutano, li affiancano ed anno guadagni più laudi di loro, che non si verranno mai a pubbliare e ad arrestare per chè uomini potentissimi della grante economia e della politica..

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