“I commercianti si considerano vittime ma sono i primi a pagare il pizzo”. Tuona il procuratore Aggiunto Dda di Reggio Calabria Michele Prestipino che, nella sua ricostruzione su “’Ndrangheta ed economia”, non può esimersi a tracciare il quadro attuale su cui “si adagiano e vivono molti imprenditori locali”. La Criminalità organizzata quindi, si serve degli imprenditori “per allargare le sue conoscenze e per raggiungere i suoi interessi”.
“All’imprenditore – spiega Prestipino – conviene scendere a patti con i malavitosi perché sa che comunque, dovrà pagare la tangente per non avere ritorsioni e, una volta saldato il debito, ogni imprenditore trasforma questa passività in attività garantendosi l’opportunità di lavorare sotto l’ombrello protettivo della mafia. Quindi, alla natura di questo patto c’è la convenienza economica e se in passato ciò era nascosto dagli imprenditori, in questi ultimi anni sono proprio loro ad ammetterlo, ne è una testimonianza il presidente di Confindustria”.
Eppure si può ostacolare la stesura del patto “mafia-imprenditoria” e la soluzione la fornisce proprio il procuratore Aggiunto Dda : “serve rendere antieconomica la stipula di questo accordo ossia occorre agire su entrambi i contraenti del patto”.
Una volta fatto ciò, si può iniziare a capire il fenomeno ‘ndrangheta, anche se “per contrastarlo bisogna sapere la lingua dei mafiosi”.
“Ci sono 3 punti focali che valgono per ogni territorio: pure in Calabria si applica la regola fondamentale che su tutti i lavori eseguiti bisogna pagare una somma pari al 3%; nessuno può sfuggire al pagamento del pizzo anche se qualcuno può godere di uno sconto; spesso l’applicazione di questa regola è oggetto di una forma di apprendimento spontaneo dell’imprenditore che si adatta alla regola mafiosa. I soldi della ‘ndrangheta – conclude Prestipino – non servono solo a impinguare le casse per far fronte alle spese quotidiane dei malavitosi ma il pagamento del pizzo serve ad infondere un principio,il potere di controllo della mafia. Pagare il pizzo in Calabria come in Sicilia diventa una forma di riconoscimento della sovranità territoriale della mafia. Ma, al contempo, il pagamento del pizzo è una forma di controllo sociale molto produttivo sia per il sistema mafioso sia per il sistema imprenditoriale”.
fonte da Strill.it