\’\’L\’antiracket rappresenta una importante esperienza contro le mafie in Italia\’\’. Lo ha detto Tano Grasso, presidente onorario della Federazione italiana antiracket e assessore alla Cultura del Comune di Lamezia Terme, intervenendo a Reggio all\’ultima giornata di lavori del seminario \’\’La Ferita\’\’, Vincere la \’ndrangheta: metodologie di contrasto e continuita\’ di azioni, organizzato dal Museo della \’ndrangheta.
Grasso, nel suo intervento, ha raccontato alcune vicende emblematiche di imprenditori e commercianti che si sono opposti al pizzo ed alle pressioni della criminalita\’ organizzata, illustrando i risvolti positivi e gli effetti che questa reazione sempre piu\’ diffusa ha prodotto in diverse localita\’ italiane, anche piu\’ pervase del fenomeno mafioso. \’\’Abbiamo dimostrato piu\’ volte – ha detto Grasso – che denunciando non si rischia chissa\’ che. Non c\’e\’ bisogno di abbandonare il nostro Paese. Sono pochissimi i commercianti che hanno denunciato la mafia e che oggi sono in stato di protezione, mentre gli altri continuano a lavorare sereni e tranquilli\’\’.
Secondo Grasso, \’\’bisogna capire che denunciare il racket non e\’ un gesto eroico ma dovrebbe essere la normalita\’. Anche perche\’ – ha continuato – cosi\’ smontiamo la logica di un comodo alibi per tanti che di aver paura e per questo si rendono, in un certo qual modo, conniventi con la criminalita\’. E\’ invece, la mafia ad aver piu\’ paura delle denunce con le quali, spesso, si e\’ arrivati ad arresti eccellenti e ad accurate ricostruzioni investigative che hanno permesso di sgominare potenti e temute associazioni criminali\’\’. \’\’So bene e capisco – ha concluso Grasso – quanto e\’ difficile denunciare, ma non ci possono essere piu\’ alibi o giustificazioni e la paura delle ritorsioni spesso e\’ un debole alibi di comodo\’\’. (ANSA)