Riportiamo il botta e risposta avvenuto fra il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri e il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, nonchè le parole del procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone.
“Io non sono ottimista sul fenomeno mafioso e credo che la mafia non sarà mai sconfitta ma arginata perché in ognuno di noi c’è un piccolo ‘ndranghetista”. Ne è convinto il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri che, si è rivolto ai tanti ragazzi presenti ieri al terzo appuntamento pomeridiano del seminario “La Ferita”, spronandoli a “non assuefarsi al potere dei grandi, al buonismo o all’ottimismo che tutto questo marciume un giorno non ci sarà più”. “Io non voglio essere strumento di una ventata di ottimismo che faccia rilassare la gente, ragazzi studiate per difendervi dagli adulti, gridate, arrabbiatevi con chi non vi ha saputo e non vi vuole ascoltare. Voi siete stati usati dalla politica, non cadete nei meccanismi del potere ma studiate per essere modelli vincenti e mantenete la forza per urlare contro chi viene a porgervi un regalo. Ricordate che gli adulti non vi regalano nulla, se vi danno qualcosa vuol dire che in cambio vi chiederanno qualcos’altro”. Nella sua ricostruzione su “ ‘Ndrangheta: dalla Santa ad oggi”, Gratteri ha parlato della “Santa come spartiacque della ‘ndrangheta” e ha messo in evidenza come in quei tempi “a molti non interessava conoscere il fenomeno o studiarlo”. “Le attività illecite della ‘ndrangheta sono la droga, le estorsioni, l’usura, gli appalti controllati su macroaree. Cerchiamo di essere onesti – ha concluso Gratteri – e raccontiamo la verità ai nostri ragazzi perché loro non hanno bisogno di vivere in una realtà virtuale. Non posso dire che noi stiamo sconfiggendo la \’ndrangheta ma la stiamo colpendo”. (Il Velino)
Piero Grasso: \’\’Non sono d\’accordo con Gratteri: la ndrangheta si può sconfiggere, basta credere nell\’utopia e stare sempre con la schiena dritta\’\’. \’\’Tutti i grandi progressi dell\’umanità nascono dall\’utopia, dall\’impossibile. Bisogna crederci, bisogna voler fare la differenza\’\’. Con queste parole il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso conclude questi quattro, intensi giorni de \’\’La Ferita\’\’. Conclude smentendo la tesi del procuratore aggiunto della Dda reggina Nicola Gratteri secondo il quale \’\’la ndrangheta non si può sconfiggere\’\’. \’\’Ogni anno – ha esordito il capo della Dna – i magistrati e le forze dell\’ordine sequestrano enormi quantitativi di cocaina, armi, interrompendo traffici e causando danni alla ndrangheta. Ma tutti i soldi che essa guadagna dagli affari illeciti dove vanno a finire? Noi crediamo che si inseriscano in canali paralleli, in sistemi economici che vedono la partecipazione fondamentale di professionisti, commercialisti, consulenti finanziari, che fanno sparire questo denaro\’\’.\’\’Ma è proprio il denaro che trasforma il potere \’\’arcaico\’\’ della ndrangheta in potere reale, in potere assoluto: è il denaro che consente di corrompere gli uomini, di creare quel sistema perverso, mutuato troppo spesso dalla politica, che è il sistema del provilegio, della soddisfazione clientelare e diretta del bisogno degli amici\’\’.Ma allora come si sconfigge questa organizzazione dai mille tentacoli? \’\’Affrancarsi dal bisogno è il primo passo: bisogna dimostrare che le imprese sono in grado di camminare con le proprie gambe nella legalità, bisogna rifiutare questo sistema. E\’ il sistema economico di esportazione del capitale che noi magistrati e forze dell\’ordine dobbiamo colpire duramente, grazie anche alla cooperazione internazionale, ma è il popolo che deve fare il primo passo, che deve sostenerci e sostenersi negando il consenso e rifiutando di leccare le mani ai potenti per poche briciole\’\’. (Strill.it)
\”Per sconfiggere la ndrangheta ognuno deve fare il primo passo: facciamolo tutti insieme\’\”. Parole di speranza quelle pronunciate dal procuratore di Reggio Calabri Giuseppe Pignatone in un breve intervento che, però si è dipanato attraverso alcuni passaggi fondamentali\’\’. \’\’Il dogma che nella ndrangheta non ci sono pentiti – ha affermato Pignatone – è stato definitivamente abbattuto: negli ultimi due mesi ne abbiamo avuti quattro nuovi. In particolare, una speranza viene dalle parole di Giuseppina Pesce che ha deciso di collaborare con la giustizia perchè ci ha detto di non voler far intraprendere ai suoi tre figli il destino che era per loro stato stabilito dagli uomini della famiglia\’\’.Piccoli segni di cambiamento da affrontare con cautela ma che danno speranza. Per dimostrarlo, il procuratore ha anche letto all\’attenta platea l\’estratto di un\’intercettazione tra due \’\’pezzi grossi\’\’ delle cosche rosarnesi in cui i due intercettati parlano, a modo loro, della crisi dei \’\’valori\’\’ ndranghetistici nella società: \’\’Tutto è cambiato – si dicono al telefono i due malviventi – una volta agli \’\’uomini\’\’ li rispettavano tutti, ora ubbidiscono solo per paura…le persone sono stanche e quando il popolo si stanca fa un casino\’\’. \’\’Questo – ha analizzato Pignatone – non si è verificato a Reggio ma in uno dei paesi a più alta densità mafiosa del mondo. E\’ logico che il processo è lungo e irto di difficoltà, ma qualcosa si muove. Per esempio, in merito a quest\’ultima, triste, faccenda dell\’università Mediterranea, ho notato che sui giornali alcuni studenti e docenti hanno scritto a chiare lettere \’\’Noi siamo diversi\’\’, mettendoci nome, cognome e faccia. Questo dà speranza che qualcosa stia cambiando nell\’ambito più importante: la società\’\’. (Strill.it)