In riferimento ai lavori della Commissione Regionale contro il fenomeno della mafia in Calabria Pino Masciari commenta: “Ben vengano i provvedimenti in discussione, ma bisogna iniziare fin d’ora a supportare le vittime, dando così un forte incoraggiamento. E’ la vittima il cardine di tutto il meccanismo “anti-‘ndrangheta”, perchè senza la sua denuncia non ci sarebbero i processi.”
Tempo fa in un intervista fatta da Curzio Maltese ad un negoziante di Reggio, emergeva come fosse normale pagare il pizzo, assicurandosi la buona riuscita del proprio esercizio e la protezione contro ogni malintenzionato. E il commerciante era contento così, anche perchè sosteneva che lo Stato non sarebbe riuscito a garantirgli di più. “Ha mai pensato di denunciare?” Chiedeva poi, attonito, il giornalista. “Nemmeno per sogno, non voglio fare la fine di Pino Masciari!” Intendendo, appunto, che lo sforzo richiesto ad un imprenditore è insostenibile.
“Bisogna quindi scardinare questa mentalità, invertire il pensiero degli imprenditori, dando esempi concreti. Si deve dimostrare, con i fatti e quanto prima, che gli imprenditori vittime che hanno denunciato, lavorano e vivono una vita normale nella propria terra. Occorre una notevole sinergia di forze, la Regione deve investire a livello culturale e sociale, affinchè si giunga ad una responsabilità maggiore della società civile. Servono investimenti mirati a far riacquistare fiducia nelle Istituzioni, diffondendo la cultura della legalità e responsabilizzando i singoli.”
I LAVORI DELLA COMMISSIONE
La Commissione regionale contro il fenomeno della mafia in Calabria, ha aperto, nella tarda mattinata di ieri, i lavori dell\’organismo consiliare. All\’esame della seduta, la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale sugli interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di \’ndrangheta e di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell\’imprenditoria e la proposta del presidente Salvatore Magarò sulle misure per garantire la legalità e la trasparenza nelle procedure degli appalti pubblici e della contabilità regionale.
Nel corso dei lavori, la Commissione ha chiesto, all\’unanimita\’, l\’inserimento all\’ordine del giorno della seduta del 22 febbraio del Consiglio regionale della mozione n. 10 del 19.10.2010. La mozione, d\’iniziativa del consigliere Magaro\’, impegna la Giunta regionale \”a costituirsi sempre e comunque parte civile nei processi, ovunque incardinati, in cui si contestino reati associativi di stampo mafioso e reati a fini connessi, perpetrati a danno dei cittadini, delle Istituzioni pubbliche, dei loro rappresentanti, o di qualunque altro soggetto, pubblico o privato, vessato o colpito da condotte delittuose riconducibili al cosiddetto \’metodo mafioso\’.
Ancora, la Commissione ha accolto positivamente l\’iniziativa dell\’Ufficio di Presidenza di aprire all\’interno del Consiglio la Bottega della legalita\’ e di donare a tutti i Comuni calabresi una targa da affiggere all\’ingresso dei municipi con sopra scritto: \”Qui la \’ndrangheta non entra. I comuni calabresi ripudiano la mafia in ogni sua forma\”.
Nella seduta del 4 febbraio prossimo sulle due proposte di legge, saranno auditi i soggetti del partenariato economico-sociale, alla presenza del rappresentante legale della Sua e del direttore generale della Giunta, Franco Zoccali\’. In tale seduta, la Commissione, che ha espresso solidarieta\’ al pm della Dda di Catanzaro, PierPaolo Bruni, contro il quale si stava progettando un attentato, avviera\’ anche una discussione sul \’\’codice di autoregolamentazione del Consiglio regionale sulla trasparenza dei candidati alle elezioni e degli eletti ed amministratori pubblici e per contrastare ogni forma di collusione con l\’\’ndrangheta\’\’.