Il 15 Dicembre al Seminario Vescovile di Bergamo
Nel pomeriggio di ieri –lunedì 15 dicembre- abbiamo avuto la fortuna di avere Pino qui tra noi, nel nostro Seminario di Bergamo. Noi siamo una quarantina di ragazzi, seminaristi degli ultimi tre anni del liceo, che ci stiamo preparando a vivere un’esperienza particolare: quest’estate, infatti, scenderemo in Sicilia per dare una mano a chi sta mettendo la faccia e la vita per combattere questo cancro, che soffoca silenziosamente la dignità e i sogni delle persone.
Per noi, quello di ieri poteva essere un incontro tra i tanti, con uno sconosciuto che viene a portare la sua bella testimonianza, per poi uscire dalle nostre vite con la stessa rapidità con cui è entrato… Ma non è stato così; fosse anche solo perché adesso non possiamo più dire “… ma io non centro…” o “…non è un problema mio…” o peggio ancora “Io non posso farci niente…”. Pino è riuscito con la sua parlata graffiante a scalfire quel velo d’indifferenza che troppe volte rischia di anestetizzare anche le nostre coscienze: non si è limitato a portare il ricordo di una scelta eroica (e agli occhi di alcuni, forse anche un pizzico “incosciente”) fatta una volta per sempre parecchi anni fa, ma ci ha sbattuto davanti agli occhi la crudezza di una vita ancora oggi indelebilmente segnata e consumata dal coraggio di osare la verità, di un’intera esistenza in cui giorno per giorno lui e la sua famiglia non hanno mai smesso di schierarsi dalla parte “giusta”, mettendosi nelle mani dello Stato, anche quando questo è voluto dire pagare sulla propria pelle e a caro prezzo. Ma andiamo con ordine…
Pino è arrivato a Bergamo nel primissimo pomeriggio, al volante della sua auto, inaspettatamente senza autista e senza scorta: questa l’ha raggiunto soltanto all’inizio della conferenza, più di 2 ore dopo, attrezzata con tanto di pistole e di giubbotti antiproiettile (e noi che pensavamo di essere semplicemente innocui seminaristi…).
L’incontro è cominciato più o meno verso le 15.00 ed è finito verso le 18.00. 3 ore che sono volate, durante le quali Pino ci ha regalato la sua storia: noi eravamo sempre più attoniti e partecipi di questa drammatica vicenda, che più ascoltavamo, più ci sembrava sconvolgente e assurda.
Un sogno che si stava realizzando davvero, e che è stato costretto a interrompersi. Un compromesso che a te, Pino, proponeva solo di perdere un po’ di dignità, per poterti tenere tutto il resto: tu hai preferito perdere tutto il resto, per poterti tenere la dignità nella sua interezza. Una presa di posizione che ha coinvolto e scomodato anche la tua famiglia e persone a cui tu tieni parecchio, e che, per questo, a volte rischia di pesare troppo sulle tue spalle, di mettere in dubbio la solidità delle tue motivazioni. Un esilio non voluto e una sorta di reclusione non meritata, in una terra che fatichi a sentire come tua. E tutto solo per una passione incondizionata, per la dedizione totale ad una causa, per un’idea che secondo te meritava davvero e merita tutt’ora l’impegno della vita: il pensiero che la giustizia potrà davvero far fiorire un mondo migliore per tutti.
Grazie Pino, perché non hai preferito la comodità alla verità; grazie perché hai ancora il coraggio di continuare a provare a cambiare e non ti rassegni nello sconforto; grazie perché ci ricordi che se non si è disposti a lottare per i sogni più grandi, ci si accontenta delle illusioni; grazie perché non hai rinunciato a credere nella bellezza della giustizia e della lealtà; grazie perché hai ancora la forza di sperare e di accendere speranze, di suscitare domande e di lottare anche per noi. Sappi che non ti lasciamo solo. Grazie di cuore Pino Masciari, noi siamo con te e con tutta la tua famiglia!
Agazzi Francesco
Armentini Paolo
Avogadri Claudio
Benaglia Cristian
Bertani Marco
Bianchi Matteo
Bonaldi Marco
Brumana Alessandro
Carrara Paolo
Centurelli Mirko
Cocco Giovanni
Cuni Diego
Filippoli Matteo
Fratus Riccardo
Gagliardi Roberto
Gaiti Daniele
Gallinelli Mario
Gandolfi Stefano
Gatti Marco
Gervasoni Simone
Ghisalberti Andrea
Giavazzi Matteo
Guerini Roberto
Guirri Lorenzo
Invernizzi Davide
Invernizzi don Egidio
Leonardi Marco
Madaschi Matteo
Magoni Mattia
Manenti Giovanni
Mazzoleni Gabriele
Minoia Kevin
Morotti Francesco
Perico Mattia
Petteni Andrea
Quadri Lorenzo
Riva Mauro
Sana Luca
Scandella Marco
Siquilberti Stefano
Valentini Manuel
Non c’è risposta migliore al pessimo 15 dicembre.
Ragazzi avete espresso perfettamente l’unicità di Pino perchè avete vissuto in diretta sia lui sia le inefficenze, trascuratezze e irresponsabilità che ruotano attorno a lui e alla sua famiglia.
Mentre era da voi, arrivato solo e raggiunto in corsa da un circo colorato solo di grigio di armi e kevlar, ricordatevi che sua moglie Marisa e i figli erano soli nella località segreta.
Questo è il quadro che nessuno vorrebbe veder mai dipinto ma che trova fin troppi autori prondi a dare la loro pennellata.
Grazie: siete la migliore risposta dello Stato che Pino potesse ricevere. Tutti intorno a Pino!
Sarebbe bello stesse a voi la responsabilità della sicurezza della famiglia Masciari: sarebbero certamente al sicuro.
Speriamo ispirerete chi di dovere, con il vostro esempio.
Andrea
P.S. Ragazzi, ricordatevi comunque che gli agenti fanno il loro dovere perchè la vita militare e delle forze dell’ordine è fatta di gradi, gerarchia, ordini e consegne di servizio. Se avete assistito allo spiegamento di forze come avete vissuto è perchè un superiore agli agenti glielo ha ordinato. Che forse ha ricevuto a sua volta ordini da un suo superiore, e via così fino al grado più alto, quello decisionale. Non esiste la libera iniziativa o la casualità. A volte si spererebbe nella capacità di obiettare e dire: “questa schifezza io non la faccio”. Direi che è proprio quello che ha fatto Pino con Marisa e che stanno pagando, “condannati” da più di un decennio: hanno fatto obiezione di coscienza contro un sistema marcio di collusioni. Tocca ad ognuno di noi evolvere le coscienze per sapere dire NO quando c’è ingiustizia e sopruso.
…alla faccia del P.S! Scusate
Caro Pino,
mi inserisco nei commenti a questo post un pò impropriamente.. perchè volevo farti i complimenti per come porti avanti la tua vita nonostante tutto, nonostante le pressioni criminali e politiche.. serve davvero un grande coraggio a vivere una vita come la tua ma evidentemente Qualcuno ti ha dato la forza per abbattere ogni ostacolo.
Ho seguito la tua storia ed il tuo intervento quando sei venuto all’ultimo convegno organizzato a Santa Margherita di Belice (AG), nella nostra spesso altrettanta martoriata Sicilia. Che quello che fa più male è vedere l’impassibilità della classe dirigente, l’apatia, il silenzio, l’indifferenza.. tutto quello che solo la voce di un gruppo può scuotere.
Grazie Pino!
ciao, Calogero da Sciacca (AG)
Caro Andrea, sottoscrivo pienamente quanto dici nel tuo ps. Nessuno dei ragazzi ha mai pensato di criticare l’operato delle forze dell’ordine e tantomeno degli uomini della scorta di Pino che si è presentata nel Seminario di Bergamo lunedì 15 dicembre. Vero: la scorta era in assoluto ritardo. Ma altrettanto vero: ha ricevuto ordini da qualcuno e ha fatto ciò che gli è stato ordinato. Vero ancora: sono uomini che condividono con chi proteggono rischi seri: tanto di cappello!
Ma ciò che più conta e credo davvero necessario sottolineare è la netta impressione che uno Stato può dare a dei cittadini attraverso l’altalenante protezione data ad una persona che effettivamente rischia la vita: questa impressione si chiama DISINTERESSE. La percezione psicologica di una persona costretta a fare i conti con il rischio reale della propria incolumità (e quella dei propri cari!!!) e la mancata assistenza di chi ne dovrebbe garantire non tanto la sicurezza assoluta, peraltro impossibile, ma almeno una legittima tranquillità, produce facilmente la disperazione e un senso profondo di solitudine. Ho avuto la fortuna di stare un po’ di tempo solo con Pino lunedì ed ho percepito tutto lo sforzo che insieme alla sua famiglia sta compiendo. Ha dovuto lasciare il suo paese con grande dolore perché i suoi diritti erano calpestati dall’ingiustizia dei prepotenti ed ora si trova (e questo è peggio), a fare i conti con un dolore ancora più grande: la percezione del disinteresse di uno Stato in cui confidava e per il quale si è esposto. Ciò che ha fatto Pino è davvero cosa grande e cosa meravigliosa: il suo dire NO alla sopraffazione è testimonianza reale, non sono solo parole. Testimonianza da tenere viva! È cosa reale e grande che non può lasciar indifferenti le istituzioni. Uno Stato ha bisogno di tante persone che si espongano in favore della legalità, che siano d’esempio e stimolo per altri. Ma chi altri può osare esporsi in queste condizioni?! Credo si perda una seria occasione di operare in favore della legalità. Qui non sono necessarie complesse indagini: dove si trova Pino chi di dovere lo sa; non stiamo parlando di un latitante… Ma qualcuno sta latitando rispetto ad un’opportunità e a dei doveri! E questo è molto molto triste e genera davvero indignazione.
Mi auguro che da domani la sentenza del TAR dia una svolta a questa situazione incresciosa!
donegidio
Ciao Pino grazie per la testimonianza che ci hai dato, le tue parole mi hanno commosso! Sappi che mi ricorderò sempre di questo incontro e di quello che ci hai detto!!!
Un abbraccio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CIAO PINO GRAZIE PER LA TUA PRESENZA QUA AL SEMINARIO.SEI UN GRANDE UNO DEI POCHI CHE SA SFIDARE LA CAMORRA…SAPPI CHE SONO CON TE.PER ME SEI UNA SORTA DI EROE E NON POSSO FARE ALTRO CHE RACCONTARTI A TUTTI I MIEI SOCI.ORA SONO IN QUINTA SUPERIORE E A FINE ANNO FARO’ LA TESINA SULLA MAFIA E TI PORTERO’ COME ESEMPIO DI UNO CHE E’ VERAMENTE IL SALE DELLA TERRA.UN ABBRACCIO E A PRESTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!