Un agguato in pieno stile di \’ndrangheta quello che si è consumato domenica pomeriggio a villaggio Moleti nel comune di Cimina\’. È la storia che si ripete: una zona isolata, in piena montagna, un killer, magari anche il nostro vicino di casa, pronto a decidere della vita o della morte e un fucile caricato a pallettoni. È bastato un colpo a stroncare la vita di Vincenzo Ieraci, panettiere di Siderno, e a ferire Domenico Ieropoli, consigliere comunale di maggioranza proprio a Cimina\’ e probabilmente vero obiettivo dell\’agguato. I due si stavano recando insieme ad un maneggio, come erano soliti fare, quando sono stati raggiunti dai colpi d\’arma da fuoco. Sulla vicenda indagano i Carabinieri del Gruppo di Locri. Il piccolo centro dell\’Aspromonte, tra il 1975 e il 1984, era stato teatro di episodi delittuosi riconducibili ad una vera e propria faida tra famiglie \’ndranghetiste. Quello che si teme oggi è proprio questo: il rischio della rottura degli equilibri tra queste famiglie. Siamo vicini ad una faida? Il dubbio resta. Quel che è certo è che in Calabria è sempre più difficile vivere. Si rischia la vita pur essendo incensurati. La \’ndrangheta fa da padrona e l\’atteggiamento mafioso si diffonde a macchia d\’olio anche tra i non appartenenti alla cerchia \’ndranghetista. Che futuro vogliamo dare ai nostri figli? Quali prospettive: una terra di sangue?
FONTE: IlQuotidianodellaCalabria http://www.