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Tagli alla Sanità che hanno visto molte visite indispensabili venire tagliate fuori dall\’assistenza sanitaria. Sacrifici ci hanno detto, peccato che loro di sacrifici non ne conoscano nemmeno una lettera di quelle che ne compongono la parola. E così che viene arrestato il braccio destro del governatore della Lombarida Maroni, tale Fabio Rizzi che dopo aver scritto e fatto approvare la riforma sanitaria in Lombardia ha ben pensato di lucrare sugli appalti alla sanità. Non meravigliamoci più, ormai dal nord al sud la politica sta divorando quel poco che è rimasto in Italia, l\’unica indignazione che dovrebbe farci rivoltare sulla sedia è l\’impunità di questi soggetti che oggi vengono arrestati e domani, al massimo dopo domani, ce li ritroviamo candidati per questa o quella poltrona…e vengono anche eletti!

Sanità, arrestato il braccio destro di Maroni

Il leghista Fabio Rizzi, padre della riforma sanitaria regionale, agli arresti con l’accusa di associazione per delinquere in una inchiesta della Procura di Monza. Si riferisce ai presunti appalti truccati per gestione dei servizi odontoiatrici

Un’altra inchiesta colpisce la Regione Lombardia. Arrestato il braccio destro di Roberto Maroni, Fabio Rizzi, ex senatore padano e mente della riforma della sanità lombarda, un settore che muove interessi miliardari.

Una tavola apparecchiata con oltre 18 miliardi di euro l’anno per forniture sanitarie e rimborsi per prestazioni ospedaliere, servizi specialistici, appalti di mense e ristorazione, pulizie ed edilizia sanitaria. Una cifra che vale oltre un punto del Pil nazionale, pari al budget di spesa della Difesa per tank e missioni all’estero.

A quattro mesi dall’ arresto del numero due del Pirellone Mario Mantovani il copione delle indagini sulla sanità e le presunte mazzette si ripete.

A finire nel mirino della Procura di Monza, che ha coordinato le indagini, c’è ora il settore odontoiatrico. Insieme al consigliere Rizzi venti persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando Provinciale di Milano, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Monza. Sono indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio.
L’indagine, chiamata “Smile”, ha ricostruito l’operato di un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari delle gare di appalto pubbliche lombarde, bandite da diverse aziende ospedaliere per la gestione esterna di servizi odontoiatrici, riuscendo ad aggiudicarsele.

Secondo i magistrati c’è un filo rosso che arriva fino a un collaboratore del presidente della commissione sanità che avrebbe intascato una tangente da 50mila euro e divisa con il politico. Anche la moglie di Rizzi è stata raggiunta da un ordine di custodia cautelare ai domiciliari. Per tutti e due c\’è la contestazione dell\’associazione per delinquere.

A mettere nei guai il leghista e muovere le fila della corruzione, secondo i magistrati monzesi, è l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, che ha portato al suo gruppo imprenditoriale Odonto Quality milioni di euro in appalti centrati sull’esternalizzazione dei servizi odontoiatrici.

La dottoressa monzese è al vertice di una serie di Srl e cooperative che gestiscono o forniscono servizi dentistici e di assistenza sociale agli ospedali lombardi: Implanta, Mc Dental, Elledent, Odontogea, Sirio Dental Service.

In particolare Csm Cooperativa Sociale Monzese Onlus, con sede a Como, di cui Canegrati è amministratore unico, fornisce servizi alle aziende ospedaliere di Desio, Vimercate, Melegnano e all’ospedale San Gerardo.

Prestazioni a prezzi bassi rispetto agli ambulatori privati e permettere anche a persone con pochi mezzi di accedere alle cure dentistiche grazie ai rimborsi dell’Asl.

A vincere le gare puntualmente arrivavano in cima alle graduatorie le società dell’universo di Paola Canegrati.

Appalti pilotati con la collaborazione di diversi funzionari pubblici è l’accusa. A fare da trait d’union è l’uomo ombra di Rizzi e suo collaboratore al parlamentino lombardo, Mario Valentino Longo. Lui è un odontoiatra folgorato dal potere del Carroccio: ex componente esperto del Consiglio superiore di sanità (un organo consultivo del ministero) e dal 2010 «coordinatore del tavolo contro abusivismo odontoiatrico incaricato dal senatore Rizzi»
Il 49enne medico anestesista, ex enfant prodige, ​cresciuto a pane e secessione nella culla del leghismo di Umberto Bossi, Roberto Maroni e Giancarlo Giorgetti, è stato segretario provinciale della Lega Nord a Varese. Nel 2013, dopo una legislatura a Roma come senatore, Bobo l’ha voluto nella sua squadra del Pirellone. Un cerchio magico chiuso e diffidente, tra il timore di tradimenti e di intercettazioni giudiziarie.

La Bobocrazia è divisa in compartimenti stagni, con cordate separate che rispondono solo al leader,  e prosegue in una sistematica occupazione di poltrone chiave, da Expo alla Fiera, dalle Ferrovie Nord alla Sanità.

Con una folta pattuglia di fedelissimi provenienti proprio da Varese, la città da dove è partito il regno di Maroni più di vent’anni fa e che ora vengono portati al potere a Milano, come raccontato da “l’Espresso”.

Rizzi nelle ultime settimane è stato impegnato nel tour del segretario leghista Matteo Salvini che domenica scorsa dal palco del congresso della Lega Nord del Piemonte ha attaccato la magistratura italiana: «È una schifezza».  Colpevoli di occuparsi degli scontrini dell\’assessore leghista della Regione Liguria, Edoardo Rixi, e non «della mafia e della camorra che sono arrivate fino al Nord.

Quando Maroni diceva: \”Nessuna tangente nella sanità in Lombardia\”

«Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori – ha detto con enfasi Salvini – ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all\’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana».

espresso.it

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