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L’indagine ha colpito 23 cosche del mandamento ionico. I “giudici delle famiglie” valutavano la violazione delle regole criminali e indicavano procedure per sanare le faide

Anche la ’ndrangheta ha i suoi tribunali. È quanto ha scoperto l’ultima indagine portata avanti dai carabinieri del Ros e del Gruppo di Locri che ha portato stamane al fermo di 116 persone accusate di far parte del mandamento ionico, considerato il vero cuore pulsante della ’ndrangheta perché punto di riferimento per le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere.

 Paradossalmente i tribunali delle famiglie ricalcavano l’odiato istituto statale che da sempre commina decine di anni di carcere agli affiliati. I “giudici delle cosche” erano competenti nel valutare la violazione delle regole del sodalizio criminale da parte degli affiliati e potevano decidere le sanzioni e le procedure da applicare per sanare le faide all’interno delle ’ndrine. Un metodo sicuramente meno sanguinario e dunque meno dannoso per dirimere le questioni sorte tra famiglie.

Gli arresti sono stati ordinati dal tribunale di Reggio Calabria e coinvolgono personaggi di spicco di 23 cosche tra cui quella dei Serraino e dei Ficara-Latella. Per l’esecuzione delle ordinanze cautelari sono stati impiegati mille carabinieri aiutati da elicotteri, unità cinofile e militari specializzati nell’individuare bunker e nascondigli sotterranei di solito utilizzati dagli affiliati per fuggire alla cattura. Le ipotesi di accusa sono di associazione di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori e truffa.

lastampa.it

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