Mi fa piacere leggere che la Direzione Investigativa Antimafia nelle sue relazioni periodiche dia dimostrazione di essere pienamente consapevole della diffusione capillare della ‘ndrangheta nel tessuto sociale, economico, amministrativo di tutta Italia e praticamente di tutto il mondo, costituendo una vera e propria “holding criminale”. Ma se la ‘ndrangheta e i suoi affiliati sono riusciti ad oltrepassare i confini regionali, quelli nazionali e addirittura continentali, mi chiedo: chi lo ha permesso? Sono arrivati ovunque, portando con loro un capitale di investimento, creando introito per le banche delle nazioni “ospiti”, radicandosi in quei contesti senza che l’Italia sia riuscita in qualche modo a bloccarne l’espansione. Sono diventati investitori, hanno aumentato l’indotto economico anche in realtà povere e si sa che “pecunia non olet”…i soldi non puzzano! Questo gli ha permesso di crescere indisturbati e mentre loro prosperano chi li denuncia è costretto a perdere tutto…gli affetti, il lavoro, la propria terra, la propria esistenza! Se sono arrivati all’estero a permetterlo è stata quella parte di politica connivente con i loro interessi, sono state le leggi non sempre idonee ad inchiodare immediatamente chi viene riconosciuto colpevole di tali reati, è stata quella magistratura che “interpreta” liberamente e non applica alla lettera il dettato normativo. Non da ultimo è stato complice anche chi ha subito i soprusi della criminalità per anni senza assumersi la responsabilità di denunciare! Possiamo istituire tutti gli organismi e tutte le associazioni di questo mondo, possiamo scrivere fiumi di parole, possiamo organizzare manifestazioni e dibattiti, ma se l’azione dello Stato non incide concretamente per soffocare la ‘ndrangheta e la mentalità ‘ndranghetista, nella terra dove sono nate e da dove sono partite, tutto ciò resta parola morta! Serve un impegno e un’azione concreta, basta parole!