\” I bilanci delle compagnie assicurative evidenziano una diffusa sofferenza sociale. Sta crollando, a causa delle difficoltà economiche, la richiesta di pensione complementare dei giovani lavoratori. Il Paese è allo sbando sul piano occupazionale: il crescente costo della vita sta massacrando la propensione al risparmio dei giovani, che però così rischiano di fare i conti con una pensione da fame.
Ma ci vogliamo rendere conto di quello che stiamo facendo alle giovani generazioni oppure no? Per mantenere i privilegi della casta politica stiamo sputando sui sogni dei nostri figli. Dobbiamo trovare il coraggio necessario per cambiare l\’Italia, prima che sia troppo tardi. Non possiamo tradire in questo modo il nostro dovere di cittadini coscienziosi. E\’ arrivato il momento di fare. Rimbocchiamoci le maniche tutti\”
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Fonte: La Repubblica – Il bilancio del presidente Mincucci. I costi della Rc auto crescono senza tregua da 4 anni, eppure le compagnie hanno perso 3,7 miliardi nel bilancio complessivo del 2011. Lo stallo della previdenza complementare: meno di due giovani su 10 riescono ad accantonare qualcosa per la pensione. Cinque miliardi di danni per il terremoto in Emilia.
MILANO – Perdono soldi. Saranno i mercati finanziari o le catastrofi naturali, ma le compagnie assicurative continuano a riportare risultati in rosso. Eppure i premi, soprattutto quelli pagati per stipulare le polizze auto, continuano a salire. Negli ultimi quattro anni sono cresciuti addirittura del 20%. A illustrare i dati del settore è stato il presidente dell\’\’Ania, l\’associazione di categoria all\’assemblea annuale, durante la quale ha anche quantificato il costo del terremoto in Emilia: 5 miliardi di danni, 700 dei quali coperti dalle assicurazioni. E ha lanciato un allarme. I giovani resteranno senza pensione, perché nessuno di loro avvia un piano di previdenza complementare: o non ci pensano o non riescono a sostenerne il costo.
I risultati del settore. Tutte insieme, le compagnie di assicurazioni italiane hanno avuto una perdita di 3,7 miliardi di euro, a fronte di una raccolta \”monstre\”. I premi pagati sono stati pari 113 miliardi di euro, una cifra che da sola basterebbe a saldare gli interessi che l\’Italia paga sul debito pubblico (tra i 70 e gli 80 miliardi di euro). In particolare, 37,703 miliardi sono stati raccolti nel Ramo Danni, dove la parte del leone (17,8 miliardi) la fa l\’Auto, e 75,767 miliardi nel Ramo Vita. Rispetto all\’anno passato si tratta di un calo del 11,9%, una botta notevole se si pensa che nel 2010 il settore aveva registrato un aumento dell\’8,4%. \”Il risultato del 2011 – si legge nella relazione – è stato influenzato soprattutto dal comparto Vita, i cui premi sono diminuiti del 17,7% rispetto al 2010, dopo due anni di forte crescita. Il settore Danni, invece, ha registrato per il secondo anno consecutivo un aumento dei premi complessivi: +2,5% rispetto al 2010 (+2,4% nell\’anno precedente)\”. Il settore Danni, infatti, può contare su aumento costante e senza tregua delle tariffe versate dagli automobilisti.
Rc Auto. In dodici mesi la raccolta nel settore Auto è stata del 5,2%, grazie anche all\’inesorabile rincaro delle tariffe. Il premio medio (vale a dire il prezzo) nel 2011 è aumentato del 5,8%, mantenendo quindi il trend dell\’anno precedente (+4,7%). A maggio 2012 l\’aumento si attesa già al 4,6%. L\’associazione di categoria si è tuttavia affrettata a sostenere che tra il 2005 e il 2009 la contrazione del premio medio è stata dell\’11,8% e quindi \”il prezzo medio della copertura rimane nel 2011 analogo a quello del 2006\”. Eppure i dati Istat lasciano poche speranze agli automobilisti. Tra il 2007 e il 2011 le tariffe della Rc Auto in Italia, calcolate secondo il metodo dell\’istituto di statistica, sono aumentate del 20,8%, contro un aumento della media Ue pari al 17,4%. Stando alla tabella Eurostat inserita nel Rapporto, l\’Italia si colloca al quarto posto tra i Paesi in cui le tariffe sono cresciute di più tra il 2007 e il 2011: peggio di noi hanno fatto solo il Regno Unito con un aumento dell\’86%, la Grecia con +37% e la Finlandia con +21%.
Tra maggio 2011 e maggio 2012, infine, le tariffe in Italia sono aumentate del 4,6%, contro il +0,9% della media Ue. Le colpe sarebbero ovviamente degli automobilisti. In Italia \”si registra un\’incidenza molto elevata di sinistri con danni fisici sul totale\” (22,7% contro 10% della media europea e oltre 40% in alcune aree del Paese). Gli aumenti, ha spiegato nel corso dell\’assemblea il presidente Minucci, \”Sono stati resi necessari dal forte deterioramento della gestione tecnica: infatti, se nel 2005 le imprese spendevano 97 euro per ogni 100 di premi incassati, nel 2009-2010 ne hanno spesi, rispettivamente, 108 e 106\”. L\’aumento delle tariffe ha però portato in nero i conti del settore Danni: dopo essere stato negativo nel 2010, il risultato tecnico del Danni è tornato a essere lievemente positivo, circa 0,1 miliardi di euro. I rincari tuttavia potrebbero non fermarsi, perché se le riforme imporranno la scatola nera alle assicurazioni, le compagnie fanno sapere che gireranno il costo sugli automobilisti.
Ramo Vita. Il settore Vita ha registrato un risultato tecnico fortemente negativo (-3,4 miliardi), peggiore di quello registrato nel 2008, quando il settore assicurativo ha risentio degli effetti della crisi finanziaria manifestatasi negli ultimi mesi di quell\’anno a seguito del dissesto di Lehman Brothers. Dai dati degli assicuratori, emergono le difficoltà nel risparmio e dei giovani. Alla fine del 2011 lo stock di attività finanziarie detenuto dalle famiglie italiane era pari a circa 3.554 miliardi di euro, 90 miliardi in meno rispetto al 31 dicembre 2010 (-2,5%). \”La contrazione – spiega l\’Ania – è da attribuirsi al calo del valore delle attività stesse\”. Aumenta la quota del portafoglio investita in titoli pubblici (+1,3%) e si contrae quella investita in titoli e partecipazioni azionarie (-2,9%). Quanto ai giovani, è preoccupante la mancanza dell\’avvio delle forme di previdenza integrativa. \”Solo il 18% dei lavoratori con meno di 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare\” ed \”è in crescita il numero di coloro che sospendono il pagamento dei contributi\”. Per Minucci, sono vari i fattori: dalla mancata consapevolezza dei propri bisogni previdenziali alla scarsa fiducia, fino alle insufficienti disponibilità economiche. Per favorire la diffusione della previdenza complementare, l\’Ania propone varie misure, tra cui quella di \”prevedere la deducibilità del versamento dei genitori o dei nonni a favore dei figli o dei nipoti\”.
Le previsioni. Il rapporto offre una previsione per il 2012, evidenziando che \”come conseguenza delle prospettive negative previste per l\’economia italiana nell\’anno in corso, sia in termini di crescita del prodotto interno lordo sia per l\’incertezza dei mercati finanziari, generata dai timori sul debito sovrano dell\’area dell\’euro, si stima che, nel 2012, la raccolta premi complessiva risulterà (per il secondo anno consecutivo) in contrazione\”. Come nel 2011, il calo sarà concentrato nel settore Vita che si era fortemente accresciuto nel biennio 2009-2010: la raccolta premi totale (Danni e Vita) del lavoro diretto italiano potrebbe attestarsi nel 2012 a 106,6 miliardi di euro (-3,3% rispetto al 2011). L\’incidenza di tali premi sul Pil scenderebbe quindi al 6,74% dal 6,98% del 2011.
Il terremoto. Dal secondo dopoguerra le catastrofi naturali, terremoti in testa, sono costate allo Stato 245 miliardi di euro, mentre dalle prime stime il sisma in Emilia ha provocato danni per 5 miliardi, di cui 700 milioni coperti da assicurazione. Nel corso dell\’assemblea ha sottolineato l\’importanza di \”concedere incentivi a quei soggetti che volontariamente decidono, con un atto di previdenza, di assicurare la propria abitazione\”. Minucci ha ricordato che il Parlamento ha eliminato l\’articolo proposto dal Governo per l\’avvio di un regime volontario e incentivato di coperture assicurative contro il rischio di danni derivanti da catastrofi naturali per i beni immobili privati: \”Ci sembra si tratti di un\’occasione persa\”, ha detto Minucci, secondo il quale \”andrebbe concessa la detraibilità del premio ai fini dell\’Irpef o dell\’Imu e la drastica riduzione, se non la cancellazione, dell\’imposta sul premio\”. Pertanto \”è auspicabile che il tema sia sollecitamente ripreso per gli opportuni approfondimenti con tutti i soggetti interessati\”.