\"\"

 

\”Debito pubblico e disoccupazione non allentano la loro stretta sull\’eurozona. Il bollettino della Banca centrale europea non induce all\’ottimismo, anche per le proposte avanzate: flessibilità e stretta sui salari. In poche parole, alla povertà si risponde con la povertà. Per tenere alti i profitti di pochi, la ricetta è sempre la stessa: AFFAMARE IL POPOLO.

Basta con l\’Europa dei banchieri, basta con la globalizzazione dei profitti. Vogliamo un nuovo modello sociale, vogliamo un\’altra Italia, chiediamo una nuova Europa. Al centro la dignità della Persona umana, che non è cosa o merce. Chiediamo un futuro per i nostri figli. Che a pagare siano i ricchi, non i giovani e la povera gente. Prima di toccare i salari, in Italia tagliamo i privilegi della Casta. Adesso, senza aspettare. Siamo stanchi di vedere umiliate le speranze dei giovani. Siamo pronti ad organizzare il coraggio per cambiare questo triste scenario. We care! \”

__________

Fonte: La Repubblica\”Servono flessibilità e salari più bassi\”. Il bollettino di luglio della Banca centrale disegna uno scenario ancora negativo per l\’economia europea. \”In Italia bene la riforma delle pensioni, ma l\’Imu potrebbe danneggiare il settore costruzioni\”. Per rilanciare il lavoro si chiedono ulteriori tagli agli stipendi e riforme strutturali.

 

ROMA – Le tensioni sul debito e l\’alta disoccupazione sono tra i fattori che freneranno la ripresa nell\’eurozona. E\’ una delle affermazione contenute nel bollettino di luglio della Bce che per l\’ennesima volta lascia poco spazio all\’ottimismo sul breve periodo: \”Gli indicatori relativi al secondo trimestre segnalano un nuovo indebolimento dell\’espansione economica e una maggiore incertezza\”, si legge nel bollettino. Su un orizzonte temporale più lungo, il Consiglio direttivo si attende che l\’economia dell\’area euro registri una graduale ripresa, il cui vigore sarebbe tuttavia smorzato da una serie di fattori.

\”In particolare, – afferma la Banca centrale europea – vi è l\’aspettativa che la dinamica di fondo della crescita risenta delle tensioni in alcuni mercati del debito sovrano dell\’area e del loro impatto sulle condizioni di credito, nonché del processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e dell\’elevata disoccupazione\”. In generale, invece, la crescita economica nell\’eurozona \”resta debole, in un contesto di maggiore incertezza, che grava sul clima di fiducia\”.

Parlando delle decisioni dell\’ultimo vertice eurogruppo-ecofin, la Bce si dice favorevole allo scudo anti-spread e conferma la disponibilità al ruolo di agente, realtivamente alla conduzione delle operazioni sul mercato, nell\’eventualità che i due fondi Efsf/Esm salva-Stati vengano utilizzati \”in maniera flessibile\” ed efficiente al fine di stabilizzare i mercati\”.

Nell\’analisi sull\’Italia, la Bce sottolinea da un lato come la riforma delle pensioni diminuirà le pressioni sulla spesa pubblica legate all\’invecchiamento della popolazione, al contrario di quanto avverrà, ad esempio, in Germania e Francia. Dall\’altro lato, però, esprime la preoccupazione che il settore costruzione possa risentire negativamente dalla reintroduzione dell\’Imu sulla prima casa e dal graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali\”.

La Banca centrale torna poi a chiedere più \”flessibilità e moderazione salariale\”, ritenendo che possano favorire l\’occupazione. Nell\’analisi dell\’Eurotower, la modesta riduzione dei salari registrata nonostante l\’elevata disoccupazione testimonia la necessità di ulteriori riforme strutturali. \”In vari paesi – si legge tra l\’altro nel bollettino – la correzione al ribasso dei salari è stata modesta, e ciò malgrado l\’aumento della disoccupazione, a indicazione della necessità di ulteriori riforme che favoriscano la flessibilità dei salari\”.

Francoforte prende atto che \”in molti dei paesi più colpiti si stanno intraprendendo riforme strutturali\”. Ma queste riforme \”dovranno mirare anche a incoraggiare la flessibilità dei mercati del lavoro e la moderazione salariale, in modo da agevolare la riallocazione settoriale dei lavoratori in esubero, favorire la creazione dei posti di lavoro e ridurre così la disoccupazione\”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *