Pino Masciari: è un dovere riflettere sullo spaccato emergente e inedito di alleanze tra \’ndrangheta e insospettabili imprenditori e liberi professionisti.
Plauso agli investigatori e alle forze di polizia che operano incessantemente nonostante le difficoltà e i tagli subiti e nonostante poi la burocrazia e la lungaggine dei tempi giudiziari non sempre rende giustizia al loro lavoro e alla società civile.
E’ un azzardo pensare che gli imprenditori trovano convenienza ad avvicinarsi alla mafia e in particolare alla più forte di tutte, la ‘ ndrangheta?
Questa strada appare snella e sburocratizzata e maggiore è l’attività di consenso e di guadagno offerto dal “settore economico ‘ndrangheta”, il quale riveste via via un ruolo più credibile ed affascinante.
D’ altro canto, se numerose operazioni investigative fanno emergere le connivenze di parte della politica e delle istituzioni in sinergia con la ‘ndrangheta, a maggior ragione gli imprenditori si indirizzano ad essa perché trovano più convenienza.
Una cosa è certa, che gran parte degli imprenditori che hanno invece denunciato contro la criminalità versano in condizioni di abbandono, senza lavoro e senza tutele.
Come disse Corrado Alvaro “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che essere onesti sia inutile”.
Blitz anti-’ndrangheta in Lombardia: 38 arresti
Nel mirino le cosche del Comasco e del Lecchese: Documentati i rituali di affiliazione
Almeno 38 persone sono state arrestate nelle provincie di Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta, con un’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Simone Luerti e accuse che vanno dall’associazione di tipo mafioso, all’estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. Al centro delle indagini dei Ros, tre sodalizi della ‘ndrangheta radicati nel comasco e nel lecchese, con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine. Tra le “locali” colpite, ovvero le cosche di zona, quella di Calolziocorte, di Cermenate e di Fino Mornasdco: a riprova dell’infiltrazione sul territorio del cancro criminale calabrese e dell’esistenza di una sovrastruttura del nord in regione, chiamata appunto “La Lombardia”.