Reggio Calabria – Una bomba, presumibilmente ad alto potenziale, è stata collocata e fatta esplodere davanti il portone d’ingresso del palazzo dove risiede il procuratore generale Salvatore Di Landro. L’esplosione è avvenuta in torno alle ore 1:50, quando l’alto magistrato si trovava in casa in compagnia della moglie. La deflagrazione ha divelto il portone del condominio mandando anche in frantumi i vetri di vari appartamenti di via Carlo Rosselli. L’abitazione del procuratore generale è ubicata al secondo piano, proprio sopra il portone d’ingresso. Sul posto sono immediatamente giunti gli agenti della Squadra volante, il questore Carmelo Casabona e il sostituto procuratore Danilo Riva.
Ed ancora, il vice capo della Squadra mobile Diego Trotta, il dirigente della Catturandi Fabio Catalano, il dirigente dell’Upgsc Gerlando Costa, mentre per i carabinieri il comandante del Reparto operativo tenente colonnello Carlo Pieroni, il capitano Nicola De Tullio e il tenente Domenico De Biasio. In nottata è arrivato anche il procuratore aggiunto della Dda Nicola Gratteri. I rilievi sono stati compiuti dall’artificiere del Nucleo antisabotaggio della polizia di Stato e dagli specialisti del Gabinetto regionale di polizia scientifica. Secondo gli investigatori della Squadra mobile non c’è alcun dubbio che l’intimidazione sia diretta contro il procuratore generale. Dai primi accertamenti, l’ordigno, collegato ad una miccia a lenta combustione, sarebbe stato confezionato con tritolo. L’artificiere ha anche controllato il garage dove sono parcheggiate le autovetture del dottor Di Landro. Labonifica ha dato esito negativo. In via Carlo Rosselli è stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco del Comando provinciale, i quali hanno operato sotto le direttive del capo squadra Rosario Lopez.
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