Sono passati dieci anni dalla mia presenza a Caivano. In quell’occasione ho incontrato centinaia di giovani, intere scolaresche anche di giovanissimi. Senza troppi giri di parole ho descritto ciò che era la mia esperienza e ciò che percepivo: tanta voglia di cambiare da parte dei giovani, un desiderio forte tanto quanto la presenza pervasiva della criminalità organizzata. Amministrazioni e istituzioni colluse, forze dell’ordine in affanno, totale assoggettamento della società civile al sistema criminale, unica presenza tangibile, certa e soffocante.
Durante l’incontro in Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Milani”, i docenti, i genitori e i ragazzi hanno ascoltato le mie parole con una partecipazione molto sentita. Avevo ribadito anche allora che “lo Stato siamo noi” e solo noi, tutti insieme, dobbiamo fare in modo che le cose cambino. Serve l’impegno concreto e costante di tutti, serve il potere sferzante della testimonianza di chi non si è piegato alla violenza delle organizzazioni mafiose. L’esempio: è questo che i giovani cercano e di cui hanno bisogno per poter sperare che esista ancora una via d’uscita!
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