Ho appreso da una notizia ANSA di qualche giorno fa come nel carcere di Vibo Valentia siano stati trovati e sequestrati ben dieci cellulari. La notizia non mi stupisce affatto: è storicamente risaputo che il carcere per la criminalità organizzata è una sorta di passaggio obbligato, un momento di “alta formazione”, il master della delinquenza mafiosa, dove si cresce, si riceve la dote, si affilia chi ancora affiliato non è.
Anziché essere un momento di rieducazione, la detenzione rappresenta il momento del salto di qualità! Non spezza i legami con il clan di appartenenza, anzi li rinsalda, e dal carcere si continuano a ricevere e impartire ordini, si gestiscono gli affari, si esercita il proprio potere. Prima c’erano i “pizzini” adesso ci sono i cellulari… non si sono mai fatti mancare nulla, non hanno mai rinunciato a nulla, dall’abbigliamento alle prelibatezze culinarie, agli strumenti della moderna tecnologia.
E mentre loro continuano a prosperare anche in carcere, gli onesti continuano a subire il sistema di prepotenze e violenze messo in atto e perpetrato ai danni di tutti, anche di chi fa finta di non accorgersene!