\”Senza entrare nel merito della polemica tra Della Valle e Marchionne, che definire stucchevole è poco (ricorda la favola del bue che da del cornuto all\’asino…), mi piacerebbe poter ricordare al Dottor Marchionne che le parole trionfanti su Fabbrica Italia non sono datate 50 anni fa.
Le ha dette un anno e mezzo fa.
E dei 20 miliardi promessi ne ha effettivamente investito 1.
E\’ chiaro che finchè c\’erano gli aiuti pubblici era tutto più facile, ma adesso che i tempi delle vacche grasse sono finiti, la Fiat se ne vuole andare.
Vede Dottor Marchionne, non voglio certo insegnarle il mestiere di venditore di auto (visti i brillanti risultati di vendita del Gruppo), ma qualcosa in fatto di imprenditoria la conosco, e più penso a questa vicenda più mi viene in mente ciò che fanno alcuni dei nostri politicanti: chiacchiere. Solo che molti dei nostri politici non hanno mai lavorato un giorno in vita loro e quindi li posso anche capire: sono pagati per chiacchierare. Se le chiacchiere però le fa lei, Dottore, mi preoccupo, perchè vuol dire che da manager si è trasformato in venditore di fumo. E questa puzza di bruciato adesso sta attraversando e coinvolgendo tutta l\’Italia\”.
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Fonte: La Repubblica – I ministri Passera e Fornero si inseriscono nella partita Fiat. Dopo il contestato intervento di Marchionne sul futuro di Fabbrica Italia entrambi chiedono chiarezza sui programmi. Dura la risposta di Diego Della Valle rispetto alle scelte industriali del Lingotto, un attacco da cui Montezemolo si dissocia. Il ministro per lo Sviluppo pèarla di contatti in corso da tempo, e avverte: \”Vogliamo capire fino in fondo le implicazioni di una serie di annunci che si sono susseguiti e che non permettono ancora di comprendere le strategie di Fiat in Italia – ha dichiarato Passera. Faremo di tutto perchè nell\’ambito della crescita di Fiat l\’Italia abbia un ruolo importante, ma non è pensabile che la politica si sostituisca alle scelte imprenditoriali\”.
Da Verona, a margine del Festival delle dottrine sociali, anche il ministro del Lavoro ha fatto pressing sull\’ad di Fiat dichiarando di voler approfondire con lui i suoi piani di investimento e per l\’occupazione. La Fornero ha affermato di aver già messo a disposizione delle date utili nei prossimi giorni per un eventuale colloquio. Intanto ha sottolineato le responsabilità del management della Fiat \”non soltanto nei confronti degli azionisti ma in quelli più generali di tutti gli stakeholder; i lavoratori sono i primi e poi c\’è la società tutta\”.
E in serata dal palco della Festa della Cgil di Roma e Lazio, il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parte all\’attacco contro il Lingotto: \”Tutti, come Paese, siamo stati presi in giro da un\’azienda che allora come oggi non vuole fare investimenti\”. \”Come Berlusconi ha perso tre anni – ha aggiunto – negando la crisi, tutto il Paese, tanta intelligenzia, ha perso tre anni dicendo che la Fiat ci avrebbe stupito con effetti speciali\”. \”Siamo preoccupatissimi\”, ha ammonito il segretario della Cgil, che insiste: \”Possiamo aspettare ancora? Facciamo le telefonate? O è ora che il governo prenda in mano la situazione? E non chieda a Fiat cosa intende fare, ma dica a Fiat cosa intende fare il Paese?\”. Poi l\’appello a Cisl e Uil: \”Lo dico alla Cisl e alla Uil. Non si difenda un\’intesa sbagliata di rottura che è fallita, ma si scelga una via unitaria che possa permettere una nuova politica industriale\”.
Chiede un chiarimento da parte di Marchionne anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: \”Chiedo con molta insistenza a Marchionne di arrivare a un chiarimento pubblico con noi prima di presentare il piano a ottobre per fugare ogni equivoco. L\’Italia è specializzata negli scontri e spero si specializzi negli incontri. La Fiat deve chiarire al più presto, deve farlo prima di presentare il piano\”.
Le reazioni. Richieste di fare luce sulla vicenda al gruppo Fiat sono arrivate anche dal mondo della politica. Per il governatore del Piemonte, Roberto Cota, \”Fiat deve dire con chiarezza che cosa intende fare, perchè questo continuo stillicidio di dichiarazioni è molto dannoso, per i lavoratori, per tutto il nostro sistema produttivo che ruota attorno all\’ azienda e per la credibilità del territorio. Ovviamente l\’azienda deve sapere che Torino e il Piemonte, che le hanno dato tanto, non possono essere trattati come un qualsiasi posto del mondo dove può essere più o meno conveniente impiantare uno stabilimento\”. Critiche anche dal leader dell\’Udc, Pierferdinando Casini, secondo cui la politica di Fiat è \”moralmente discutibile\”, mentre il segretario del Pdl, Angelino Alfano, chiede \”di fare il possibile per salvare Fabbrica Italia\”. A farsi sentire c\’è anche Antonio Di Pietro: \”Un esecutivo autorevole avrebbe dovuto chiedere all\’azienda di rendere conto degli investimenti promessi e non mantenuti negli stabilimenti italiani. Il governo apra il mercato ad altre case automobilistiche come accade in tutti i paesi europei produttori di auto\”.