di Mario Beiletti (Presidente Anpi Ivrea e Basso Canavese)
Malgrado i “ponti” delle vacanze pasquali, ed il lunedì di Pasquetta che poteva indurre a merende campestri, anche quest’anno, alla Celebrazione del 25 Aprile, grande folla. Le speranze sono state ricompensate. Il lungo corteo, la deposizione dei fiori alle lapidi, gli stendardi che formavano un muro compatto sulle pareti della baita che vide, 66 anni fa, la cattura dell’intero Comando della 76a Garibaldi, una giornata di cielo azzurro, hanno dato risalto ad un momento solenne che vuole però anche ricordare la gioia che una popolazione stremata dalla guerra provò in quel 25 Aprile di tanti anni fa..
Alla memoria storica si è aggiunto l’impegno civile. Infatti, nel rievocare i Martiri partigiani, accostandoli a quelli del nostro Risorgimento (di cui si celebrano i 150 anni d’Unità italiana), vi si è voluto accostare il tema della Costituzione, nata dalla Resistenza, e della sua piena realizzazione, oggi quanto mai precaria e sotto attacco.
Non poteva mancare, quindi, un rinnovato sentimento di identità nazionale e di riferimento alla Carta costituzionale, che si traduce, nel presente, in una lotta contro le ingiustizie. Giustizia, democrazia, libertà, solidarietà, unità sono i valori che dalla Resistenza sono confluiti nella Costituzione.
Però, «senza la giustizia, non si è veramente liberi». Nelle parole di Pino Masciari, ospite della Celebrazione, sta racchiuso il senso di una coerenza e di una integrità morale che si traduce nell’impegno civile.
Combattente contro la mafia, Masciari può essere considerato un moderno partigiano, ed anch’egli patisce sacrifici e rischia la vita per un ideale. «Non ci servono eroi» dice, «ma solo cittadini che facciano il proprio dovere e si ribellino alle ingiustizie.» Come i Partigiani, appunto.
L’Anpi che ha organizzato l’Evento, cui hanno partecipato più di 40 Comuni e tantissimi cittadini, ha voluto dare significato a questa continuità di lotta che viene da lontano, dai Martiri del Risorgimento, ai Caduti nella lotta contro il nazi-fascismo, sino agli attuali Caduti per mano mafiosa. Con “Libera” ha siglato una convenzione in cui le due Associazioni si riconoscono reciprocamente all’interno della Costituzione.
L’invito a Pino Masciari è stato la felice conseguenza.
Altro momento di grande suggestione è stata la lettura dei 12 Martiri di Lace e di altrettanti Caduti per mafia.
Qui sotto troverete il discorso che i due Presidenti dell’Anpi, Roberto Turba per la Valle Elvo e Serra e Mario Beiletti per Ivrea ed il Basso Canavese, hanno pronunciato congiuntamente, per spiegare il significato della presenza di “Libera”, introducendo e presentando Pino Masciari, e la locandina con cui l’Anpi aveva pubblicizzato l’evento.
Ancora un grazie a Pino Masciari, combattente antimafia, che con la sua presenza che ha dato lustro e significato alla “nuova stagione” con la quale l’Anpi nazionale e locale intendono passare dalla Memoria storica, che pure va conservata e trasmessa, all’azione quotidiana di oggi e per un futuro migliore e più giusto.
Discorso introduttivo (Lace, 25 Aprile 2011)
Presidente dell’Anpi, Roberto Turba per la Valle Elvo e Serra:
Questo è un anno particolare. Un anno felice, perché festeggiamo insieme i 150 anni dell’Unità d’Italia e la Festa della Liberazione. Due secoli di lotte per unire il nostro Paese, dandogli Libertà e Democrazia. Sacrifici e sangue per riuscire ad ottenere ciò per cui i giovani del Risorgimento e della Resistenza morirono. Giustizia e solidarietà.
Il 1° gennaio 1948, in un’Italia finalmente libera, unita, democratica e repubblicana, vedeva la luce il nostro testo costituzionale. Una Costituzione che però sarebbe soltanto un pezzo di carta, senza il nostro impegno continuo nel farla conoscere e realizzarla compiutamente. Ce lo chiedono i giovani che allora dettero la vita per questo. Lo dobbiamo a loro in questo giorno di celebrazione e di festa. Cosa avrebbero fatto qui ed oggi? Avrebbero continuato a combattere con l’impegno personale, nelle Amministrazioni pubbliche, nella vita politica, nel campo sociale.
Questa continuazione dell’impegno è sancita nei documenti dell’ultimo Congresso Nazionale dell’Anpi, svoltosi il mese scorso a Torino, città insieme del Risorgimento e della Resistenza. Dice, il documento, che «… più ampia, intensa e qualificata si è fatta l’iniziativa dell’Anpi, in particolare sui temi della lotta alla mafia, contro il razzismo e la xenofobia e per la pace. Più intensi sono ora i rapporti di collaborazione con le Associazioni dell’antifascismo, con i Sindacati, con l’Arci, Articolo 21, l’associazionismo democratico e Libera.»
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Presidente dell\’Anpi Mario Beiletti per Ivrea ed il Basso Canavese:
Ed è proprio con “Libera” che abbiamo siglato il 21 marzo un accordo di cooperazione. Ricordiamo che, con le parole d’ordine “Costituzione e diritti”, Prodi e don Ciotti sono scesi in campo a Mantova il 25 febbraio di quest’anno. Essi affermano che la Costituzione è talmente attuale da suonare rivoluzionaria, quasi il tempo si fosse curvato. E i diritti di ieri fossero sbiaditi nell’incertezza di oggi. Il 150º anniversario dell’Unità d’Italia offre così la spinta per un salto all’indietro fino al 1947, “nello spirito della Costituzione”.
«Dobbiamo riscoprire presupposti e ragioni che spinsero persone di orientamento diverso a riconoscersi nei valori della Costituzione». Paradosso della Storia, oggi che la coperta delle ideologie è sempre più corta, ci si accapiglia su tutto. Costituzione in pericolo? «L’attacco c’è già stato, a tutti i livelli. A partire dalla legge nazionale contro l’immigrazione, la destra ha svuotato la Costituzione. L’articolo 1? Basti pensare a Marchionne. L’articolo 11? Siamo sicuri che quelle in Afghanistan, Libia, siano missioni di pace? Per non parlare della scuola». E del Parlamento, che la legge elettorale ha screditato in «luogo di nominati dai partiti, mossi da ordini di scuderia, ricatti, compravendite».
“Libera” cita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: per mettere la mafia in ginocchio, sottraendole potere, occorre garantire ai cittadini i diritti elementari. Lavoro, dignità, uguaglianza. Quelli affermati 63 anni fa dalla Costituzione: «La Bibbia laica del Cittadino con la C maiuscola».
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Turba:
Ricordare, capire, combattere. Sono gli stessi concetti che animano l’Anpi e tutte le Associazioni della Resistenza, nel trasmettere la memoria storica e rendere vivi e attuali i valori che dalla Resistenza confluirono nella Costituzione. Di più, questa Costituzione va realizzata pienamente, e non smantellata come vorrebbe fare il governo in carica.
Ecco che allora, non possiamo non essere con il prete antimafia quando, ricordando Bobbio, afferma: “Non vi è cultura senza libertà e neppure senza spirito di verità: costi quel che costi, dobbiamo usare la nostra libertà per rendere liberi coloro che liberi non sono”.
“Al nostro Paese non bastano nuove regole, ci vuole una nuova etica, incominciando dalla moralità pubblica. Attendiamo dal 1999 che l’Italia introduca nel codice penale i reati di corruzione, come esige la Corte di Strasburgo: nel frattempo è stato spolpato il reato di abuso di ufficio e falso in bilancio. Da 17 anni lottiamo affinché siano introdotti i reati ambientali. Ogni giorno c’è una colata di cemento pari a 251 campi da calcio: di pessima qualità, come quello della Casa dello studente de L’Aquila. La mafia è nel traffico degli stupefacenti, ed a questo si collegano problemi più ampi, dalla tratta della prostituzione all’usura. Bisogna che il caporalato diventi reato penale.”
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Beiletti:
“Serve una nuova etica, perché l’etica è il nutrimento della democrazia, che deve partire dalle nostre coscienze, per essere tradotta in comportamenti coerenti”. “Bisogna affrontare i problemi della giustizia, non indebolire l’autonomia dei magistrati. I pm non possono andare sotto il controllo politico: è una questione che ci chiama tutti a un esame di coscienza, non dobbiamo tacere e la nostra forza è lavorare insieme.”
Noi crediamo che queste stesse parole le avrebbero pronunciato i nostri Martin, Battista, Mak, Riccio, Pirata, Testarin e tutti gli altri, i cui nomi sono incisi su questa roccia di Lace. E allora noi accogliamo tutti coloro che sono da parte della giustizia, della verità e dei diritti, come è anche nello spirito di Libera.
Quando vi fu l’attentato alla Sede dell’Anpi Nazionale Libera espresse sdegno e disgusto per il vile atto, affermando: “Siamo tutti partigiani! Solidarietà all’Anpi. Occorre una cultura della legalità per ridare speranza e fiducia in un futuro libero da ogni forma di mafia e fascismo.”
Ed infine proprio oggi, a Casa Cervi, il 25 aprile sarà all\’insegna dell\’antifascismo e della lotta per la legalità, promosso da Istituto Cervi, Libera, Comitato 25 e tanti altri. Tutta la manifestazione infatti sarà dedicata all\’ideale passaggio di testimone tra la cultura antifascista e la lotta per la legalità, la “nuova Resistenza” che il Paese sta affrontando. Don Luigi Ciotti sarà l\’ospite d\’onore della giornata.
Allo stesso modo noi, in questo suolo sacro di Lace, vogliamo dare continuità di impegno alla lotta dei giovani che attraverso due secoli sognarono un’Italia più giusta. Con noi è Pino Masciari, nuovo resistente, combattente antimafia. Dalla memoria del passato alla riflessione di oggi, attraverso l’indignazione ed un progetto per il futuro.
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Turba:
E se non ora, quando?
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Beiletti:
Adesso, subito, con forza, con dignità.
Viva l’Italia,
viva le vecchie e nuove Resistenze,
viva i Partigiani!