“L’incontro con Pino Masciari non può essere una testimonianza di mezz’ora, ma un impegno da prendere”.
Oggi 22 aprile 2013, in un’Italia politicamente a pezzi più che mai, nella seduta del Consiglio Comunale di Alessandria convocata alle ore 15, la delibera di conferimento della cittadinanza onoraria a Pino Masciari passa con 32 voti su 32 votanti.
Qualcuno sorridendo parla di “inciucio storico” tra PD-PDL-M5S… Ma è solo un modo scherzoso per sottolineare una grande verità: sulle cose importanti come la lotta alle mafie, come il sostegno ai testimoni di giustizia da parte della società responsabile e da parte della politica, non si deve e non si può dare spazio alle guerre di partito e tra partiti. E Alessandria oggi ha risposto unita contro le mafie.
Ma non si tratta “solo” di questioni simboliche, come qualcuno si potrebbe ostinare a chiosare. A parte il fatto che dovremmo un po’ tutti rialfabetizzarci al linguaggio simbolico, in particolare sulla portata comunicativa del linguaggio dei simboli pubblici, oggi la Città di Alessandria ha riscoperto anche un’altra forma di linguaggio, quella esperienziale di un racconto di vita.
L’esperienza del calvario di Pino e Marisa, dei loro figli Ottavia e Francesco, l’esperienza di una vita sospesa dall’oggi al domani, di un coma sociale durato più di dieci anni, poi l’arrivo degli ”amici di Pino Masciari” e l’esperienza di una vera e propria pasqua di resurrezione per un’intera famiglia italiana normale.
Si, normale! Pino non si stanca mai di sottolinearlo e anche oggi lo ha ripetuto cento volte, al mattino agli studenti del Liceo Scientifico Galilei, al pomeriggio ai consiglieri comunali di Alessandria. Normale, dice Pino, perché è/dovrebbe essere normale in un Paese denunciare la mafia, la corruzione, la violenza intimidatrice. Gli anormali sono/sarebbero quelli che non lo fanno! Ma ci vuole coraggio, il coraggio va organizzato e non è sempre facile. Eppure la vicenda di Pino ci indica la via.
Pino, cittadino normale, ha aperto una strada eccezionale. Ci da oggi l’opportunità di capire, di emozionarci e, dopo la fase emotiva, di attivarci, di schierarci con lo Stato dell’impegno corresponsabile contro l’antistato dell’indifferenza omertosa. Non servono più eroi. Servono persone normali che corresponsabilmente e insieme, affrontino scelte che possono anche essere eroiche. Ma che per avere successo non devono essere solitarie.
Lo ha detto bene don Milani: “Il tuo problema è il mio. Sortirne da soli è l’avarizia, sortirne assieme è la politica”. E in questo caso La naturale conseguenza è ciò che ha ben sintetizzato il presidente della Fondazione Benvenuti in Italia, Davide Mattiello: “L’incontro con Pino Masciari non può essere una testimonianza di mezz’ora, ma un impegno da prendere”.
Grazie Marisa, grazie Pino, grazie Ottavia e Francesco.
Carlo Piccini – Libera Alessandria