di Silvia Peyronel (Presidio di Libera \”A.Montinaro\” Val Pellice)
A Pino Masciari piace raccontare la sua storia. Questo è certo. E l’hanno potuto constatare i ragazzi che hanno partecipato all’incontro organizzato dal presidio di Libera della Val Pellice alla biblioteca di Torre Pellice. Insieme a quei pochi (ma buoni) che hanno sentito la sua storia nel pomeriggio, presso la medesima Galleria Civica “F.Scroppo”.
Pino Masciari! Chi era costui? Era un imprenditore di Calabria, un imprenditore del mattone tra i più conosciuti ed influenti. Però anche un uomo tutto d’un pezzo, solido come gli edifici che costruiva la Masciari Costruzioni . E, purtroppo, una voce fuori dal coro: egli infatti, a differenza di molti altri imprenditori, ha detto no all’intrusione mafiosa nei suoi affari. Un no secco e deciso che si sarebbe rivelato cruciale per il corso futuro della sua vita. E di quella della sua famiglia.
Dopo una serie di assalti nei cantieri di Masciari la ‘ndrangheta decide di colpirlo direttamente. L’ultima goccia è il fuoco che divampa davanti casa da una delle sue auto. Incomincia così la sua vita da recluso, da esiliato. Una moglie e due figli piccoli, due figli che non possono correre né mai impareranno a farlo, viene rinchiuso per aver denunciato. Dal 1997 ad oggi vive sotto scorta, nel continuo pericolo di un attentato. In una località protetta senza poter lavorare, senza poter essere il vero Pino Masciari.
Ma è ora di voltare pagina, questo il senso di “Organizzare il coraggio”, scritto a quattro mani con la moglie Marisa, dopo la loro uscita dal programma speciale di protezione, pur rimanendo sotto scorta. Pino vuole tornare a vivere, circondato da quella folla di amici che ha acquistato negli anni. Speriamo anche qualcuno in queste valli.
Pubblichiamo alcune foto degli incontri: