Lamezia Terme, 14 dicembre 2013
Nell\’opera \”Nota storica sulla Calabria\”, pubblicata nel 1817 a Parigi, Auguste De Rivarol scriveva: «I costumi, il carattere delle nazioni hanno, come la natura,le loro epoche, le loro rivoluzioni. Il tempo porta di volta in volta la celebrità o la dimenticanza sugli imperi. La Calabria, un tempo patria delle arti, dove i sapienti della Grecia avevano le loro scuole e che era abitata dal popolo più colto d\’Europa, è oggi l\’asilo dell\’ignoranza e superstizione.»
Oggi, a distanza di due secoli, si potrebbe fare copia incolla dell\’intero capoverso sostituendo ignoranza con reticenza e superstizione con paura.
Soprattutto pensando alla piaga più grande che affligge la nostra bella regione: la \’ndrangheta.
Alla presenza del presidente del Rotaract Club Lamezia Terme, Valerio Mercuri, del Rappresentante Incoming del Distretto Rotaract 2100, Danilo De Fazio,del dirigente dell\’Istituto Tecnico per geometri di Lamezia Terme, Salvatore Vescio, in un\’aula magna gremita , si è tenuto un convegno indirizzato ai giovani per parlare dei risvolti che accompagnano la vita di chi decide di ribellarsi alla \’ndrangheta. A raccontare la propria esperienza in merito c\’era Pino Masciari: imprenditore che dal 1997 al 2010 è stato sottoposto al programma speciale di protezione previsto per i testimoni e attualmente è sotto scorta, insieme a tutta la sua famiglia, per aver denunciato e fatto condannare con le sue dichiarazioni decine di capi e gregari di importanti famiglie della ‘ndrangheta.
Per denunciare la criminalità, Pino Masciari ha abbandonato la sua attività di imprenditore e tutta la sua famiglia ha dovuto abbandonare la propria terra, nella quale non possono tuttora tornare a vivere vista l\’attualità del rischio.
Lo sguardo vivo e acuto di Pino, accompagnato da un discorso energico, vivace, emozionante, chiaro, non ha trascurato il viso di nessuno dei presenti in sala.
Il contenuto delle sue parole ha sicuramente svolto un ruolo corroborante per le coscienze dei giovani e meno giovani che in un significativo silenzio ascoltavano il suo racconto. E\’ sempre più difficile, oggi, incontrare persone come lui: una persona che ha drizzato la schiena e ha denunciato, portando avanti fino in fondo l\’istanza di una \”vita normale\”. «Io sono la normalità» ha tenuto a ribadire più volte, Pino, un uomo passionale, con una prontezza d\’intuito, una forza e una perspicacia contagiose. Un uomo che ha scelto di dire «No» a chi gli ha, poi, «distrutto un sogno». Difficile comprendere ciò che ha vissuto, e vive, con la sua famiglia ma la commozione \”composta\” che abbraccia la sala quando ripercorre alcune fasi della sua vita è tangibile e permette di sentirsi un pò più vicini a lui, al suo dolore.
Una serie di applausi scroscianti partono, più di una volta, per poi ricomporre quell\’unico grande orecchio che la sala diviene quando parla dell\’incontro a sorpresa con la madre o quando rende partecipi tutti dell\’amore vivo e forte che reciprocamente vive con sua moglie, Marisa, e i suoi figli, Francesco e Ottavia. «La mafia va combattuta, ma lo Stato va curato» dichiara a gran voce appellandosi letteralmente ai giovani, affinché anche i loro sogni non vadano in frantumi.
Il presidente del Rotaract cittadino ha dichiarato: «Non potevamo rimanere impassibili rispetto ad una piaga che da troppo tempo affligge la società.
Proprio da qui la scelta di far portare a Pino Masciari la propria testimonianza, un esempio lampante per le giovani generazioni di coraggio e abnegazione; un consociato, un imprenditore che ha scelto di non genuflettersi al cospetto della \’ndrangheta, e che ancora oggi – a distanza di vent\’anni dall\’alba del proprio incubo – mette da parte ogni personalismo mettendo a repentaglio la propria vita pur di portare avanti il principio della legalità. È importante – per noi giovani generazioni – continuare a rimanere sgomenti rispetto al crimine organizzato, il rischio è abituarsi, è necessario invece scandalizzarsi, poiché abituarsi significa rassegnarsi. Non possiamo dunque limitarci a guardare le cose come sono chidendoci il perché, abbia mo il dovere piuttosto di guardare ai nostri sogni, ad un società che profumi di legalità e chiederci \”perché no\”.
Il RRDI Danilo De Fazio ha affermato: «Nelle ultime settimane abbiamo letto notizie che se si dovessero concretizzare, in futuro, in vere e proprie sentenze definitive porterebbero realmente a disorientare tutti coloro che, come noi, credono e sperano in una società diversa. Mi riferisco alle vicende che hanno coinvolto: l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, uno dei simboli della lotta alla mafia calabrese, la quale è stata arrestata dalla Guardia di Finanza con l’accusa di voto di scambio, per aver favorito la cosca degli Arena, una delle più potenti del territorio crotonese; Rosy Canale, l\’imprenditrice simbolo dell\’antimafia, è arrestata nell\’ambito dell\’indagine \”Inganno\” con l\’accusa per associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e reati contro la pubblica amministrazione, aggravati dall\’aver agito al fine di agevolare l\’associazione mafiosa.
La situazione che Pino Masciari continua a vivere è irragionevole, inconcepibile e inammissibile. Non è infatti accettabile che una persona onesta e che si è posta come fonte di lavoro, altrettanto onesto, nei confronti della collettività, debba vedersi ripagata con una moneta che non è sicuramente quella del rispetto e della comprensione! L\’isolamento di un uomo e della sua intera famiglia è un palliativo sterile che aggira in maniera scandalosa un problema, (quello della lotta alla mafia ), che danneggia persone come Pino, e la sua famiglia, costretti a subire non solo i soprusi e le angherie dei mafiosi e dei politici corrotti, ma anche l\’allontanamento dalla propria terra: violenza morale e fisica verso le radici affettive e culturali dell\’individuo umano.»
De Fazio ha invitato Masciari, a non abbandonare la presa perché ha dimostrato e continua a dimostrare forza e coraggio e questo «comporta una duplice soddisfazione: personale, come uomo, ma anche come padre di famiglia, nei confronti dei suoi figli, giacché la scelta della denuncia dovrebbe essere la scelta di tutti.»
Al termine della relazione i soci del Rotaract Club di Lamezia hanno conferito la carica di socio onorario, con annesso distintivo rotaractiano, a Pino Masciari per aver sacrificato la propria libertà in nome della giustizia, agendo al di sopra di ogni interesse personale.
Continua così, Pino, la tua terra è con Te.
Danilo De Fazio
RRD Incoming Distretto Rotaract 2100