\”Amici miei, siamo quasi al punto di non ritorno. E\’ dagli anni Trenta del Novecento che non si registrava un crollo così massiccio dei consumi. La politica finanziaria di Berlusconi e Monti sta presentando il suo costo sociale: la demagogia del primo e il massacro fiscale del secondo hanno polverizzato i redditi del ceto medio del Paese.
Serve una svolta radicale: a partire dai costi della politica con il suo apparato clientelare. Per far ripartire i consumi è necessario un piano straordinario per il lavoro, soprattutto giovanile: defiscalizzazioni radicali e sostegno creditizio alle imprese. Senza occupazione non ci può essere consumo: la produttività deve ripartire. Colpiamo con durezza l\’evasione fiscale e i grandi patrimoni, compresi quelli mafiosi: i soldi ci sono. Quello che manca è il coraggio: troviamolo, o sarà tardi. Per tutti\”
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Fonte: Ansa– Confcommercio, calo consumi 2012 peggiore da dopoguerra
Il ribasso dei consumi delle famiglie previsto dalla Confcommercio per il 2012, pari al 2,8%, rappresenta la caduta più forte almeno dal dopoguerra. Secondo l\’organizzazione, infatti, per trovare un calo peggiore bisogna tornare agli Anni Trenta.
L\’ufficio studi di Confcommercio ha rivisto al ribasso le stime sul prodotto interno lordo. Le nuove stime indicano un calo del Pil per il 2012 del 2,2% (dal -1,3% di marzo). Anche il 2013 peggiora: se nei mesi precedenti Confcommercio aveva previsto un pareggio, oggi stima una riduzione dello 0,3%.
Nel 2011 vince la classifica del valore aggiunto procapite la provincia di Milano. E\’ quanto emerge dalla graduatoria stilata dall\’ufficio studi Confcommercio. Il capoluogo lombardo e\’ seguito sul podio da Bolzano e Bologna. Mentre maglia nera per reddito prodotto procapite risulta Crotone, preceduta da Agrigento e Vibo Valentia.