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Ho sentito Pino e Marisa giusto ora e sono anche loro in un misto di emozioni contrastanti. Essere nella sua terra, la sua Calabria, tra i suoi cari, mischia un presente di gioia che però non può non guardare ai dieci anni di esilio e abbandono.

E’ successo qualcosa il 28 e per ognuno è stato un momento di profondo esame di coscienza che sta propagandosi come uno tsunami. Per farmi capire: Marisa è andata a pagare l’ICI in Comune, giusto per ricordare di che pasta sono fatti i Masciari… Bene, l’impiegato comunale non ha retto e si è messo a piangere davanti a lei vomitando lo sconforto e il dolore oramai incontenibile, riconoscendo l’ingiustizia patita dai Masciari.

Quest’onda emotiva non si può fermare e deve essere protetta, può cambiare le cose.

Abbiamo ricevuto lettere di vicinanza e sostegno per Pino e per questa nuova coscienza calabrese e italiana, di amici assenti ma vicini e sinceri.

Ma anche di chi solo con la mentalità della convenienza facendo facili conti ORA avrebbe voluto essere a Copanello il 28. Troppo facile, si mangino le mani.

Man mano pubblicheremo le attestazioni di vicinanza e, usando le parole pronunciate da Don Ciotti, di CORRESPONSABILITA’.

A chi ha posto critiche sull’atteggiamento buonista di Pino dico che bisognava esserci il 28 e che DOPO le parole sono inutili se non rivolte a essere costruttivi. L’intervento di Pino, lo riporteremo appena finito il lavoro sul video, è stato lucido, diretto e COSTRUTTIVO. “Distruggere è facile, difficile è COSTRUIRE!” Così ha detto Pino Masciari davanti a tutti. Parola di imprenditore edile.

Lui ha riportato davanti agli amici e davanti alle autorità fatti, nomi, situazioni, proposte, richieste. E’ stato limpido, preciso e affidabile come sempre. ….Ma pensate solo se avesse riversato il dolore di dieci anni suo e dei suoi cari: sarebbe stato un Vajont senza ritorno.

Pino ha detto dove secondo lui la politica doveva intervenire: sul precariato arma di ricatto contro i giovani e il loro futuro; coprire le pensioni e le spese pubbliche con i 90 miliardi di “fatturato” della mafia (secondo il rapporto di SOS Impresa); ha riconosciuto i miglioramenti per i testimoni di giustizia, dopo anni di MATTANZA! (più chiaro di così cosa poteva dire?);

Ha riconosciuto nei presenti comunque degli amici anche nelle personalità contestate dal pubblico, pubblico però disattento perchè le parole di Pino riportavano i fatti: molti dei presenti erano suoi amici di infanzia, veri amici. Ma ha detto anche dei suoi dieci anni di solitudine e abbandono. E ognuno deve fare i conti con la propria coscienza perchè pure i cioccolatini riportano la frase: gli amici si vedono nel momento del bisogno.

Pino ha parlato della sentenza del TAR in sospensiva (a divinis?), della sicurezza, degli scogli incontrati negli anni per testimoniare… ha detto tutto quello che doveva dire e lo ha fatto in modo inequivocabile. Ma costruttivo, il che forse non soddisfa la voglia di spettacolarità di vederlo mandare tutto …..all’aria. Per poi cosa? Pagare lui, la sua famiglia e tutti noi nel riscatto della società. Bella roba

Il messaggio centrale di Pino è tutto nel suo gesto di indossare la maglietta “Io sono Pino Masciari e ho un sacco di amici!” affermando… AFFERMANDO!… che dopo dieci anni lui non sapeva più chi fosse ma con quel gesto, il 28 ottobre, grazie a tutti gli amici che lo accompagnavano e stavano lì con lui, ha ritrovato la sua identità: lui è finalmente, di nuovo Pino Masciari!

Chi ha parole facili da dire in realtà per sentire la sua stessa voce, per cortesia… se le tenga per se!

Impari piuttosto ad ascoltare quelle degli altri e intanto si chieda dove fosse in questi dieci anni, soprattutto se conosceva Pino e la famiglia e cosa ha fatto per loro. E si chieda dove fosse il 28 e perchè. E non sto dicendolo alle Istituzioni, cominciamo innanzitutto TUTTI a chiederlo a noi stessi!

Perchè c’è una parte di politica discutibile che è rappresentante di una parte di cittadinanza discutibile pure lei. Generalizzare è inutile: ognuno si chieda in coscienza da che parte sta. La sincerità di questi tempi è difficile soprattutto con se stessi, ma è tempo di affrontarla.

Chiarito questo, scusate ma meglio fare subito chiarezza, sarà tempo di impegno e però anche di FESTA! Corroboriamo questa nuova carica di energia e preserviamola, certamente ci sarà duro lavoro, fatica e sofferenze da superare. Ora godiamocela, capitalizziamola e ripartiamo insieme e sempre di più.

E\’ successo qualcosa il 28 e per ognuno è stato un momento di profondo esame di coscienza che sta propagandosi come uno tsunami. Per farmi capire: Marisa è andata a pagare l\’ICI in Comune, giusto per ricordare di che pasta sono fatti i Masciari… Bene, l\’impiegato comunale non ha retto e si è messo a piangere davanti a lei vomitando lo sconforto e il dolore oramai incontenibile, riconoscendo l\’ingiustizia patita dai Masciari.

Quest\’onda emotiva non si può fermare e deve essere protetta, può cambiare le cose.

Abbiamo ricevuto lettere di vicinanza e sostegno per Pino e per questa nuova coscienza calabrese e italiana, di amici assenti ma vicini e sinceri.

Ma anche di chi solo con la mentalità della convenienza facendo facili conti ORA avrebbe voluto essere a Copanello il 28. Troppo facile, si mangino le mani.

Man mano pubblicheremo le attestazioni di vicinanza e, usando le parole pronunciate da Don Ciotti, di CORRESPONSABILITA\’.

A chi ha posto critiche sull\’atteggiamento buonista di Pino dico che bisognava esserci il 28 e che DOPO le parole sono inutili se non rivolte a essere costruttivi. L\’intervento di Pino, lo riporteremo appena finito il lavoro sul video, è stato lucido, diretto e COSTRUTTIVO. \”Distruggere è facile, difficile è COSTRUIRE!\” Così ha detto Pino Masciari davanti a tutti. Parola di imprenditore edile.

Lui ha riportato davanti agli amici e davanti alle autorità fatti, nomi, situazioni, proposte, richieste. E\’ stato limpido, preciso e affidabile come sempre. ….Ma pensate solo se avesse riversato il dolore di dieci anni suo e dei suoi cari: sarebbe stato un Vajont senza ritorno.

Pino ha detto dove secondo lui la politica doveva intervenire: sul precariato arma di ricatto contro i giovani e il loro futuro; coprire le pensioni e le spese pubbliche con i 90 miliardi di \”fatturato\” della mafia (secondo il rapporto di SOS Impresa); ha riconosciuto i miglioramenti per i testimoni di giustizia, dopo anni di MATTANZA! (più chiaro di così cosa poteva dire?);

Ha riconosciuto nei presenti comunque degli amici anche nelle personalità contestate dal pubblico, pubblico però disattento perchè le parole di Pino riportavano i fatti: molti dei presenti erano suoi amici di infanzia, veri amici. Ma ha detto anche dei suoi dieci anni di solitudine e abbandono. E ognuno deve fare i conti con la propria coscienza perchè pure i cioccolatini riportano la frase: gli amici si vedono nel momento del bisogno.

Pino ha parlato della sentenza del TAR in sospensiva (a divinis?), della sicurezza, degli scogli incontrati negli anni per testimoniare… ha detto tutto quello che doveva dire e lo ha fatto in modo inequivocabile. Ma costruttivo, il che forse non soddisfa la voglia di spettacolarità di vederlo mandare tutto …..all\’aria. Per poi cosa? Pagare lui, la sua famiglia e tutti noi nel riscatto della società. Bella roba

Il messaggio centrale di Pino è tutto nel suo gesto di indossare la maglietta \”Io sono Pino Masciari e ho un sacco di amici!\” affermando… AFFERMANDO!… che dopo dieci anni lui non sapeva più chi fosse ma con quel gesto, il 28 ottobre, grazie a tutti gli amici che lo accompagnavano e stavano lì con lui, ha ritrovato la sua identità: lui è finalmente, di nuovo Pino Masciari!

Chi ha parole facili da dire in realtà per sentire la sua stessa voce, per cortesia… se le tenga per se!

Impari piuttosto ad ascoltare quelle degli altri e intanto si chieda dove fosse in questi dieci anni, soprattutto se conosceva Pino e la famiglia e cosa ha fatto per loro. E si chieda dove fosse il 28 e perchè. E non sto dicendolo alle Istituzioni, cominciamo innanzitutto TUTTI a chiederlo a noi stessi!

Perchè c\’è una parte di politica discutibile che è rappresentante di una parte di cittadinanza discutibile pure lei. Generalizzare è inutile: ognuno si chieda in coscienza da che parte sta. La sincerità di questi tempi è difficile soprattutto con se stessi, ma è tempo di affrontarla.

Chiarito questo, scusate ma meglio fare subito chiarezza, sarà tempo di impegno e però anche di FESTA! Corroboriamo questa nuova carica di energia e preserviamola, certamente ci sarà duro lavoro, fatica e sofferenze da superare. Ora godiamocela, capitalizziamola e ripartiamo insieme e sempre di più.

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