Pino Masciari: Sembra che improvvisamente la politica si sia accorta della questione dei nostri Marò in India e si voglia fare di tutto per trovare una soluzione. Impegno reale o propaganda elettorale??? La domanda viene naturalmente spontanea visto che in 3 anni i nostri due Marò sembravano abbandonati. Intanto è arrivato un altro Natale (il secondo in 3 anni) e nulla o quasi è stato fatto, stiamo a vedere cosa succede!
Marò, il Colle contro l’India «Scarsa volontà politica di trovare una soluzione»
Napolitano parla al telefono con Salvatore Girone Il fuciliere: fiducia nelle istituzioni, penso a Latorre.
La fiducia nelle istituzioni di Salvatore Girone e la tenacia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ieri il fuciliere di Marina da Nuova Delhi ha dialogato con il Quirinale durante la cerimonia degli auguri ai militari italiani impegnati nelle missioni internazionali. «Ringrazio il Presidente: sono ancora fiducioso nelle nostre istituzioni nonostante tutto quello che è accaduto negli ultimi tre anni»: queste le parole del fuciliere barese che ovviamente sono state subito raccolte da Napolitano, commosso durante il suo ultimo saluto alle forze armate e soprattutto amareggiato per il protrarsi di questa querelle.
«Conto di essere a colloquio con Renzi che mi darà notizie aggiornate sugli ultimi passi verso le autorità indiane»: oggi il presidente della Repubblica vedrà il premier per ricevere aggiornamenti sugli sviluppi diplomatici, stante il rifiuto della Suprema Corte di attenuare le limitazioni della libertà a cui sono soggetti i due militari italiani. Poi ha rilevato come coltivasse ben altre aspettative e auspicasse una risoluzione in tempi rapidi della contesa. Aveva ricevuto rassicurazioni di un processo «rapido e corretto» per i marò durante un colloquio con l’ambasciatore indiano in Italia. Ma la situazione è davvero ancora al punto di partenza: «Ci sono state prove molto negative, scarsa volontà politica di dare una soluzione equa e un malfunzionamento della giustizia indiana, che non è solo italiana».
Qui il riferimento è alla malagiustizia, che non è quindi una prerogativa esclusiva del Belpaese, stante la lentezza cronica della magistratura che sta vagliando la posizione dei due marò. Poi ha elogia la tenacia e la discrezione dei militari italiani e dei loro congiunti in queste dolorose e frenetiche giornate, anche dopo aver appreso che le istanze presentate dai legali davanti alla Suprema Corte sono state respinte: «Sono molto colpito dalla serenità mostrata da lei e dalle vostre famiglie».
Anche il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli ha speso parole di apprezzamento per il contegno di Girone: «Salvatore vive da tre anni con dignità, come un astronauta nell’ambasciata di Nuova Delhi, sopportando la solitudine di chi non ha la certezza del proprio futuro. C’è tuttavia la convinzione che il 2015 sarà l’anno in cui la vicenda dei due marò troverà una positiva conclusione». Girone, infine, ha voluto ricordare anche l’amico Latorre, che da settembre è in Italia per curarsi dopo un grave ictus patito in India: «Ogni giorno il mio pensiero va a Massimiliano Latorre che vive una situazione difficile».
Dall’India, infine arrivano indiscrezioni sul contenuto della proposta di una possibile soluzione politica presentata dal governo italiano all’esecutivo guidato da Modi. Per The Economic Times l’accordo prevedrebbe la disponibilità di pubbliche scuse da parte dell’ambasciatore italiano per l’uccisione dei due pescatori indiani uccisi e un ingente risarcimento per le loro famiglie, in cambio del rientro di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in Italia, dove sarebbero sottoposti a processo. L’ambasciata d’Italia non ha commentato, mentre dal governo indiano è filtrata l’indiscrezione che è allo studio la compatibilità tra il documento italiano e il sistema legale indiano. Ci vuole, infatti, un via libera da parte degli esperti giuridici, dato che la questione è all’esame della Corte Suprema.
[fonte: iltempo.it]
Parlano, parlano ma i Marò sono sempre lì. Come l’Italia può accettare l’idea che i suoi militari siano giudicati da altri? Nessuna nazione lo permette. Questa storia è uno scempio dal nascere. Pochi giorni fa ho dissuaso mio figlio di intravedere una carriera militare argomentando che la politica che commanda l’esercito non è mai stata a livello e che abbandona troppo facilmente i suoi. Salvate il Soldato Ryan sembra di una altro mondo. Invece è un valore militare fondamentale. Pensa che a distribuire medaglie e onorifiscenze sono proprio quelli che passano Natale a casa mentre chi diffende la Nazione, il Diritto e la Libertà nel mondo rimangono nel dimenticatoio. Io andrei riprendermeli manumilitari.
Son d’accordo con te Franck, non è accettabile che difensori dello Stato siano abbandonati per tanto tempo e che una politica disattenta (volontariamente o involontariamente) non si sia adoperata sin dal primo momento a far si che i nostri due Marò tornassero sin da subito a casa. Forse interessi commerciali o altro hanno fatto si che questo accadesse, parole e solo semplici parole per camuffare una vergognosa mancanza di volontà, ma nessun motivo può giustificare un simile atteggiamento da parte di una Stato che si definisca “serio”! Non so’ dire se tu abbia fatto bene o meno nel dissuadere tuo figlio dall’intraprendere una carriera militare, perchè comunque sia dobbiamo continuare ad avere fiducia nelle istituzioni, anche in un momento come questo in cui viene messa a dura prova la fiducia di noi italiani ma, viviamo in uno Stato democratico in cui ogni cittadino “dovrebbe” essere libero di fare le proprie scelte! Ti auguro un sereno Natale.
Pino Masciari