Stiamo parlando dell\’operazione Aemilia in Emilia Romagna, che ha fatto da capo fila all\’esplosione nelle cronache della \’ndrangheta al nord. Il lavoro dei Magistrati è ineccepibile e ben venga qualsiasi forma di collaborazione per far venire alla luce l\’intricata maglia del malaffare della \’ndrangheta nella nostra società. Parliamo di Giuseppe Giglio, \”nuovo\” PENTITO della \’ndrangheta in Emilia, che attualmente al 41bis, è stato trasferito e messo sotto stretta sorveglianza, oltrechè la sua famiglia già trasferita in località protetta. Ripetiamo che va\’ bene avvalersi di questa forma di collaborazione ma bisogna fare molta attenzione a non fare di tutta l\’erba un fascio perchè se pur la differenza tra un pentito ed un testimone di giustizia è ABISSALE, in genere si tende spesso a mescolarne le moralità. Un pentito, al di la\’ di quanto riveli e dal suo livello di pentimento resta sempre una persona che si è macchiata di reati mafiosi e troppo spesso si tende a \”santificare\” gente di questo calibro, come se il loro passato non fosse mai esistito mentre, UN CITTADINO ONESTO, CHE NON HA MAI AVUTO A CHE FARE CON LA GIUSTIZIA, CHE NON SI E\’ MAI MACCHIATO DI ALCUN REATO, UNA PERSONA CHE DENUNCIA O HA DENUNCIATO PROPRIO PERSONE COME QUEL PENTITO, È UN TESTIMONE DI GIUSTIZIA, UN UOMO ONESTO!!! E questo in primis lo deve capire lo Stato, lo devono capire i cittadini e lo devono capire i giovani che spesso malinformati tendono a mescolare le due cose. Purtroppo nel nostro paese la gente onesta è spesso stata abbandonata proprio da chi era incaricata della sua protezione, di Magistrati, Giudici e Testimoni di Giustizia ed innocenti morti ammazzati per mano delle mafie la storia italiana ne è piena e non vogliamo più dover \”ricordare\” ma conoscere la loro storia e poter loro stringere la mano per dire semplicemente \”GRAZIE\”!
San Marino ed Emilia Romagna. Il primo pentito della ‘ndrangheta, processo Aemilia
La Repubblica di San Marino è presente nella operazione Aemilia. Perciò la notizia di un pentito di grosso calibro della \’ndrangheta diventa interessante anche per gli investigatori sammarinesi. Fra l\’altro qui non si è finora riusciti a sapere nulla neanche di un caso tutto interno alla Repubblica, come il Forno Vallefuoco. Bloccato dalla politica?
Giuseppe Baldessarro di La Repubblica (di ieri) : Processo Aemilia, ecco il primo pentito della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna / Giuseppe Giglio, residente a Montecchio da oltre un anno, è in carcere al 41 bis. Ora è stato messo sotto protezione. La difesa rinuncia all\’incarico Lui è stato trasferito di carcere e i suoi familiari sono già in località segreta. Il dispositivo di protezione è di altissimo livello, perché di altrettanto alto livello è considerata la sua possibile collaborazione. Giuseppe Giglio, 49 anni, detto Pino, crotonese con residenza a Montecchio Emilia, sta pensando di pentirsi. Uno degli imputati principali del processo “Aemilia”, da oltre un anno al 41 bis, potrebbe decidere di mettersi a disposizione dei magistrati.
Un capo. Giglio è ritenuto dagli inquirenti una fonte “straordinaria”. Non un tirapiedi qualsiasi della ‘ndrangheta, né un esecutore di ordini. È un capo, o meglio un \”organizzatore\”. Una mente che per circa un decennio ha gestito e amministrato per conto delle cosche almeno una dozzina di società e imprese. Uno specialista del settore immobiliare e delle costruzioni, maestro nell’arte di intrecciare relazioni e di portare a casa appalti pubblici, speculazioni private, commesse di ogni genere e forniture. A leggere le carte che lo accusano Giglio può essere considerato il ministro delle Infrastrutture dei clan della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna (…) Un organizzatore. Per i magistrati aveva \”il ruolo di organizzatore dell’attività dell’associazione relativa alle fatturazioni per operazioni inesistenti ed alla gestione degli appalti\”, metteva \”a disposizione dell’associazione le sue società e ne costituiva alcune ad hoc, individuando i prestanome\”, pretendeva e otteneva \”obbedienza dagli appartenenti al sodalizio, imponendo le spartizioni degli appalti e l’acquisto dei materiali secondo le sue indicazioni\”, inoltre \”manteneva rapporti con imprenditori vicini alla cosca, e coordinava le attività compiute insieme a costoro\”.