Aumentano le critiche al Ddl anticorruzione presentato dal governo Monti. Piercamillo Davigo in una intervista al Fatto Quotidiano evidenzia i nodi irrisolti del provvedimento governativo. Forti riserve vengono espresse anche dall\’Associzione Nazionale Magistrati.
Amici miei, serve chiarezza sull\’argomento. La politica non può ancora ciurlare nel manico. Ci dicano con chiarezza se vogliono approvare una legge vera oppure l\’ennesima presa in giro nei confronti del Paese.
I corrotti e gli inquisiti non devono sedere in Parlamento. Abbiamo bisogno di una svolta radicale: non possiamo restare la capitale delle mafie e del malaffare.
Un Paese civile non dovrebbe avere bisogno di leggi per impedire che si candidino a rappresentare la comunità condannati e malandrini. Già questo la dice lunga sulla grande debolezza della nostra democrazia. I boss della mafia eleggono uomini di loro fiducia nelle istituzioni. I partiti scelgono spesso figure indegne e inaccettabili.
La vogliamo finire? Il Paese ha bisogno di un cambiamento radicale. La politica batta un colpo. Adesso è ora di smetterla. Basta con i pregiudicati in Parlamento.
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Fonte: Il Fatto Quotidiano – Legge anticorruzione, Piercamillo Davigo: “L’elenco di ciò che manca è infinito”. Il consigliere della Corte di Cassazione – già magistrato di Mani Pulite – giudica con severità il ddl in fase di approvazione. La critica è su molti punti, dal dimezzamento delle pene previste nel caso di concussione per induzione alla difficoltà delle indagini ad hoc, per finire al mancato inserimento del reato di autoriciclaggio
Altro che brodino, come il Financial Times ha definito la legge anticorruzione. Per Piercamillo Davigo, consigliere della Corte di Cassazione, “se uno è rigoroso, fa le cose diversamente”. A partire da un certo regalino che il magistrato di Mani Pulite proprio non si spiega.
Dottor Davigo, cosa la stupisce di più di questa legge?
Direi il fatto che hanno dimezzato le pene previste nel caso di concussione per induzione. Perché l’hanno fatto?
L’Ocse chiedeva da tempo all’Italia di punire il privato che paga il pubblico ufficiale, cioè il concussore, e questa legge lo prevede. Non basta?
No, perché così si aggira soltanto l’obbligo di punire chi dà denaro al funzionario pubblico, traendone vantaggi. Il concusso alla fine la fa franca. Viene punito, ma la pena è ridotta. E le norme favorevoli sono retroattive. Con il risultato che molti processi in Cassazione verranno annullati.
Meglio eliminare la retroattività?
No, meglio non ridurre le pene!
Quanto ci manca per essere conformi alle richieste dell’Europa?
Non so cosa fosse ottenibile, ma di certo l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. Se solo ci fosse la volontà, basterebbe procedere in modo molto più semplice, copiando le convenzioni internazionali. Così saremmo conformi di sicuro.
Cosa cambia per quanto riguarda il traffico di influenze, cioè quando i potenti si mettono d’accordo per darsi un aiuto (illecito) reciproco?
In questo caso il vero problema è che la pena edittale prevista per questo reato (cioè la reclusione a tre anni) non consente le intercettazioni telefoniche. Ma come pensano di scovare questi reati? Li scopriremo solo se ce li verranno a raccontare.
Almeno, però, hanno aumentato i termini per la prescrizione da 7 anni e mezzo a 11 per i reati di corruzione, concussione per induzione e traffico di influenze. Basterà per terminare in tempo i processi?
C’è un equivoco di fondo. Non sono i termini di prescrizione a essere necessariamente troppo brevi, il problema è che in Italia la prescrizione comincia a decorrere non dalla scoperta del reato, ma da quando il reato è stato commesso. E di solito non si becca il criminale in flagrante. E’ ridicolo: in altri paesi, una volta che il processo comincia, i termini per la prescrizione non decorrono più. Poi c’è un’altra questione.
Quale?
Da noi ci sono 35 mila fattispecie di reati penali, e invece di ridurle, questa legge le ha ulteriormente aumentate. Rendiamoci conto che anche se abolissimo il 90 per cento dei reati, ne resterebbero ancora migliaia.
Forse però andrebbe introdotto il reato di autoriciclaggio. Oggi quelli che, ricevute le mazzette, usano i soldi per acquisti e investimenti, non vengono puniti.
Il ministro Severino ha detto che non voleva ritardare i tempi del disegno di legge, che se ne occuperà a parte. Forse ha ragione. Però noto che l’autoriciclaggio è stato inserito nella lista dei reati persino in Vaticano…
Hanno anche evitato di reintrodurre il falso in bilancio, cancellato dal governo Berlusconi.
Lasciamo stare, l’elenco di quello che manca è infinito.
Cosa pensa invece dell’incandidabilità? I condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni dovranno mollare la poltrona.
Già. Peccato che oltre il 90 per cento delle condanne, anche quelle per concussione, tra rito abbreviato e attenuanti generiche vanno pesantemente sotto i due anni. E poi basta che uno patteggi per evitare la condanna. E quindi l’incandidabilità.