Nell\’articolo che segue si parla della desertificazione territoriale in atto nel sud italia, meno agricoltura uguale piú terreni incolti che inevitabilmente portano ad una vera e propria desertificazione. Ma il problema non é solo territoriale o dal punto di vista prettamente \”agricolo\”, stiamo assistendo anche ad un\’altra desertificazione, forse ancor piú grave sotto certi aspetti, quella culturale e sociale dovuto a numerosi fattori tra i quali, tra i piú importanti, l\’alto tasso di disoccupazione (a livelli altissimi quella giovanile) con conseguente migrazione, altissima presenza del sistema mafioso e la causa peggiore di tutte, il totale abbandono di uno Stato che ha dimenticato questa parte d\’Italia a se stessa assistendo inerme alla sua lenta agonia. Lo Stato al sud é assente e questo inevitabilmente porterá a questa \”desertificazione\” sociale, culturale e territoriale. Non sappiamo se si sia ancora in tempo per poter invertire la tendenza, ma se cosí fosse, é il popolo del sud che deve prendere le redini della questione per poterne arginare i danni. Si é spesso o troppo spesso parlato di scissione del nord dall\’Italia, forse sarebbe il caso di cominciare a pensare ad una scissione del sud dal resto del paese, lo Stato centrale lo ha giá fatto, chi ci governa lo ha giá fatto per cui tocca allo Stato sociale, i cittadini, il popolo del sud deve svegliarsi se si vuole arrestare questo lento declino!
SUD ITALIA A RISCHIO DESERTIFICAZIONE: L\’ALLARME DEL CNR
Aumento delle migrazioni e diminuzione delle colture. Sono solo due degli effetti che la desertificazione potrebbe portare nel Sud dell\’Europa, Italia compresa.
A lanciare l\’allarme sono degli studi recenti del Consiglio nazionale delle ricerche. Spiega Mauro Centritto, del CNR, su Focus: «In Italia, gli ultimi rapporti mostrano che è a rischio desertificazione quasi 21% del territorio nazionale, il 41% del quale nel sud del Paese. Sono numeri impressionanti che raccontano di un problema drammatico di cui si parla troppo poco».
La prolungata siccità degli ultimi mesi ha riportato in primo piano il problema delle aree a rischio di desertificazione della nostra penisola.
Nel mondo la situazione è altrettanto seria. Sempre secondo Centritto le aree siccitose (ossia sofferenti per scarsità cronica di piogge) coprono oltre il 41% della superficie terrestre, dove vivono circa 2 miliardi di persone. Il 72% delle terre aride si trova in Paesi in via di sviluppo, e la correlazione aridità-povertà è evidente.
Ma, tornando in Italia, continua il ricercatore: «In Sicilia le aree che potrebbero essere interessate da desertificazione sono addirittura il 70%, in Puglia il 57%, nel Molise il 58%, in Basilicata il 55%, mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%».
Scenari drammatici, in particolare considerato quanto è importante il suolo della nostra penisola per l’agricoltura e, attenzione, se nel mondo aumenteranno i territori inospitali, aumenteranno allo stesso ritmo le ondate migratorie.
«A essere maggiormente colpiti dalla siccità sono infatti i Paesi del bacino del Mediterraneo, tra i più fragili dal punto di vista ambientale e antropico», afferma ancora il ricercatore. «Molte delle persone che arrivano da noi non fuggono dalla guerra – o solo dalla guerra – ma da aree rese invivibili dalla desertificazione: sono rifugiati ambientali. Il loro numero è destinato a crescere nel prossimo futuro. Occorre un approccio sistemico al problema, capace di riportare in equilibrio ecologico i territori a rischio».