Una \”holding\” che può contare su un forte \”patrimonio identitario\” è la \’Ndrangheta descritta nella seconda relazione semestrale della Dia, riferita al secondo semestre del 2015. I suoi risultati economici, spiega, dipendono \”in larga parte dai proventi derivanti dalle attività fuori Regione d’elezione\”, così come all\’estero, mentre le \”logiche e ritualità mafiose (…) se da un lato tarpano la Calabria nei processi di sviluppo imprenditoriale ed industriale, dall’altro consentono alle cosche di mantenere una forte identità, vero volano verso l’esterno\”.
La forza della \’Ndrangheta, prosegue la relazione, sta nella \”rete relazionale che le cosche sono riuscite ad intessere con professionisti, operatori economici ed esponenti del mondo della finanza\” ed in due principali settori, \”l’accumulazione dei capitali, il riciclaggio e il reimpiego dei proventi illeciti\”.\”La necessità di ampliare l’orizzonte degli investimenti – avvalendosi spesso di sofisticati meccanismi finanziari (precisa la Dia) – si sposa con un’organizzazione arcaica, strutturata in ‘ndrine, cosche e locali, repliche esatte di quelle calabresi\”.