Riceviamo e pubblichiamo la replica all\’articolo apparso su il Quotidiano della Calabria e riportato su questo sito
\”Tanto più doverosa e necessaria diviene la verifica delle pubbliche affermazioni – che altrimenti divengono lesive della altrui onorabilità e decoro- , allorché ci si erge ad unici paladini in difesa della verità, legalità e giustizia. Amici di Beppe Grillo ed al contempo, nemici e manipolatori della verità: la loro personale identificazione, al fine di individuare i responsabili dell\’accaduto non costituirà ostacolo per la Fondazione, che ritiene fortemente lesa la propria immagine e la propria azione da un simile atto diffamatorio.
Venendo ai fatti, vero è che in occasione della I° Giornata Nazionale dei Testimoni di Giustizia il primo soggetto ad essere informato è stato il sig. Pino Masciari con il quale sono intercorse numerose comunicazioni via e-mail ( che si allegano ) e telefoniche, persino con membri del suo staff. E\’ ipotizzabile che la morte improvvisa della madre di Pino Masciari – avvenuta nei primi giorni di Gennaio – possa aver causato dei disguidi ai collaboratori del sig. Masciari e creato delle difficoltà \”interne\” di comunicazione, più che comprensibili per una persona già colpita nella vita e che ha visto perdere uno degli affetti più cari. Altrettanto vero è che, già in precedenza e precisamente in occasione del Pino Masciari Day- il 19 gennaio 2008 alle ore 15:45 l\’attuale Presidente della Fondazione Don Francesco Caporale Fulvio Scarpino, allora in veste di Commissario Provinciale di IDV, fu l\’unico esponente politico della città di Catanzaro e dell\’intera Regione Calabria, a porre l\’accento, nel corso di una conferenza stampa in presenza dell\’avv. Maria Claudia Conidi (legale del sig. Masciari) e dell\’On. Aurelio Misiti, sulla delicata vicenda della famiglia Masciari.
Alla luce di quanto precisato, appaiono inqualificabili, fortemente strumentali oltreché infamanti le dichiarazioni apparse sul quotidiano del 14.01.09 con l\’unico scopo di gettare del fango su una manifestazione che ha visto partecipare oltre 900 visitatori nell\’arco dell\’intera giornata (in prevalenza giovani) che ha attirato l\’attenzione anche dei media nazionali con la messa in onda sul TG2. Una giornata memorabile che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di associazioni come Libera e sindacati come il COISP, di uomini da sempre impegnati in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata come Don Tonino Vattiata (che, per inciso, è stato possibile contattare tramite una collaboratrice del sig. Masciari), del dott. Romano De Grazia Presidente del Centro Studi Lazzati, del Prefetto di Catanzaro dott. Calvosa, dell\’On. Ida D\’ippolito componente della Commisione Nazionale Antimafia. Una manifestazione importante per la proiezione, nella Città di Catanzaro, in anteprima nazionale del Trailer e del Backstage del film \”La Siciliana Ribelle\” del giovane regista Marco Amenta, da sempre dedito a tematiche difficili. Un evento che non ha registrato- certamente non per volontà della Fondazione- la partecipazione del sig. Masciari , ma che ha contato sulla presenza di altri Testimoni di Giustizia alcuni dei quali sono stati intervistati da RAI 2, nella persona del Caporedattore Enzo Romeo, noto vaticanista, ed altri che sono intervenuti telefonicamente o per e-mail per dare il plauso incondizionato a questa manifestazione. Sia chiaro, la Fondazione non presterà il fianco a chi intende classificare i testimoni in quelli di serie A e serie B. Si invitano, pertanto, gli Amici di Grillo e quanti intendessero intervenire nel merito, ad informarsi sulla attività della Fondazione Don Francesco Caporale e sulla sua storia che ha inizio nel 1966- ad opera di grandi uomini in onore dei quali la Fondazione provvederà in ogni modo a tutelarne la immagine e l\’onorabilità nelle sedi a ciò deputate.
La Fondazione don Francesco Caporale ha impiegato risorse personali, tempo ed energie con impegno volontario di numerosi soci al fine di accendere i riflettori sulle complesse problematiche dei Testimoni di Giustizia ed ha deciso di farlo partendo dalla Calabria e dal suo Capoluogo; si è rivolta principalmente ai giovani, per spingerli alla riflessione in chiave critica, cercando al contempo di lanciare un messaggio costruttivo. Non rientra fra i compiti della Fondazione di intervenire nel merito delle problematiche dei singoli Testimoni, per le quali imprescindibile è la competenza delle istituzioni preposte e la professionalità dei legali che li rappresentano.
Infine circa le meschine illazioni sulla gestione dei contributi pubblici serviti per indire la manifestazione, si precisa che la loro natura ed entità è stata prevalentemente simbolica in quanto le spese dell\’organizzazione sono state coperte con elargizioni di sponsor privati e dotazioni del fondo della stessa Fondazione.
Appare evidente quindi che si è trattato di dichiarazioni false, un cumulo di bugie, più che \”Amici di Grillo\” si ritiene siano \”Amici di Pinocchio\”.\”
Francamente non capisco perchè attaccare la fondazione che ha organizzato questa giornata. Qualsiasi siano le loro motivazioni e chiunque abbia dato loro i contributi, hanno comunque contribuito a diffondere la conoscenza del problema, quindi perchè attaccarli?
Non mi sembra una grande idea “scannarsi” anche fra associazioni..ci sono già le istituzioni che continuano a delegittimare coloro che lottano contro la ciminalità organizzata, o almeno nel momento in cui qualcuno fa rilevare intrecci politico-mafiosi-imprenditoriali. Sarebbe più utile la solidarietà!
Rosa
Il tema dei testimoni di giustizia è delicato e cruciale. Io ho capito una cosa: più se ne parla, maggiore sarà la sensibilizzazione sull’argomento, la società civile cresce. Un merito dunque alla Fondazione Don Caporale per aver pensato a questa iniziativa che ha avuto risalto nazionale. Non comprendo perciò le critiche dell’indomani, seppur isolate, che ho letto sulla stampa da parte di alcuni “grillini” di Catanzaro. Probabilmente questi si saranno fatti prendere dalla mania di protagonismo, dalla disinformazione sull’impegno altrui, o forse si è trattato semplicemente di frustrazione per non essere stati gli attori di questa iniziativa. Comunque siano andate le cose, mi dispiace che una volta tanto che si organizzano cose belle, c’è sempre qualcuno che ha da ridire. Sarà invidia? Scarsa conoscenza delle persone…o cos’altro? Io mi sento di ringraziare chi ha organizzato quella Giornata. E invito tutti a collaborare anzichè spettagolare.
Ho letto i vari articoli e visto qualche servizio televisivo sulla giornata organizzata in favore dei testimoni di giustizia e ritengo doveroso complimentarmi con la Fondazione Caporale per l’idea di trattare e sensibilizzare chi di dovere su questi temi delicati. Onestamente non mi sono preoccupato di capire di quali testimoni si parlava anche perchè la tematica credo riguardasse tutti loro. La cosa che più mi ha colpito è stata quella di vedere tanti giovani partecipare alla manifestazione perchè ritengo che siano sopratutto loro a dover recepire messaggi positivi dalla società civile che li circonda. Credo che è ora di smetterla noi calabresi di criticare iniziative così positive invece che cercare di incentivarle e magari organizzarne delle altre in questa direzione. Grazie ai testimoni di giustizia e grazie a chi come la Fondazione Don Framcesco Caporale porta aventi e mette in risalto questi esempi positivi.
Enrico
Rimango esterrefatto per la scomposta ed intimidatoria reazione dell’ associazione “Caporale” e per i suoi chiari metodi intimidatori sul cui tenore lascio libera interpretazione ai gentili lettori dopo averne riportato un breve ma “significativo” passaggio:la loro personale identificazione, al fine di individuare i responsabili dell’accaduto non costituirà ostacolo per la Fondazione. Mi sembra ci si preoccupi più di tutelare l’eventuale ritorno d’immagine che salvaguardare l’incolumità dei testimoni di giustizia. Per quanto riguarda i contributi ricevuti per la manifestazione, non si comprende l’inalberarsi di fronte ad una richiesta leggitima di trasparenza, sul cui valore “simbolico” dovrebbero essere sempre i lettori a farsi una opinione personale.
Inoltre il presidente dell’associazione medesima dovrebbe “conoscere” una certa vicinanza tra molti del “meetup di Beppe Grillo” ed il partito del quale egli è coordinatore provinciale. Quindi la perplessità era probabilmente dovuta più alla presenza di elementi come Pisanu, sulla cui storia politica ci sarebbe da dire…….Forse il presidente dell’associazione stessa è rimasto ancorato ai metodi del precedente partito del quale faceva parte. Cioè l’UDEUR di Mastella!!
La risposta ad un destinatario sbagliato. Pubblicato su Il Quotidiano di Calabria ieri 21 Gen 2009
Dopo averci stupito una prima volta, con l’organizzazione del convegno sui testimoni di giustizia, la Fondazione Don Francesco Caporale ci stupisce una seconda volta con il suo comunicato stampa in merito a presunte “meschine illazioni” che il Meetup degli “Amici di Beppe Grillo” di Catanzaro avrebbe fatto nei confronti della stessa. Lo stupore deriva dal fatto che non comprendiamo a chi stia rispondendo la Fondazione visto che, nel nostro comunicato stampa, di tali illazioni non vi è traccia. Il comunicato infatti è visibile, nella sua integrità ed originalità, sul sito del Meetup e un testo per poter essere compreso va letto nella sua interezza, altrimenti il rischio è quello di ricadere in errori di interpretazione e di scrivere inesattezze ma soprattutto di inviarle al destinatario sbagliato. Forse la Fondazione sta rispondendo ai giornalisti o ai blogger che ne hanno riportato, aggiungendo propri commenti, parti o spezzoni, ma di questo ovviamente nè risponderanno i singoli autori. Questo comunicato ha pertanto, come unico scopo, quello di esplicitare meglio il senso del nostro intervento riguardo ciò abbiamo affermato e ciò che, invece, non abbiamo affermato ed evitare qualsivoglia fraintendimento.
In primo luogo gli “Amici di Beppe Grillo” non hanno fatto illazioni ma hanno fatto delle affermazioni di principio precise, che vanno al di là della specifica iniziativa e al di là della Fondazione Caporale. Hanno affermato che è ora di finirla con i convegni sulla mafia perché inutili e fini a stessi, tutti indistintamente. La società civile non ha bisogno di parole o di bei discorsi, ha bisogno di esempi concreti, in mancanza dei quali le parole perdono il loro significato. Abbiamo deciso di assumere tale posizione all’indomani di un altro convegno, andato in scena il 10 ottobre dello scorso anno presso il Comune di Catanzaro, dal titolo “Contro ogni mafia” questa volta organizzato dall’associazione MAGMA, a cui prese parte, rivelandosi invitato “fuori luogo”, lo stesso Masciari. Anche in quell’occasione sottolineammo l’inutilità di queste manifestazioni e ci sottoponemmo senza remore ad un confronto aperto con gli organizzatori sul forum del Meetup, così come solitamente avviene in democrazia.
Il Meetup di Catanzaro non ha affermato che la Fondazione Caporale non ha voluto invitare il testimone di giustizia Pino Masciari, anche perché come potrebbe fare a saperlo? Ha affermato, invece, che appare quantomeno paradossale organizzare un convegno sui testimoni di giustizia nella città del testimone di giustizia Pino Masciari senza la partecipazione dello stesso. Che questa mancata partecipazione sia dipesa dalle motivazioni esposte dalla Fondazione nel suo comunicato o da altre, poco cambia. Qui non è in discussione la buona fede della Fondazione ma il significato delle scelte che si fanno, pertanto il termine “gettare fango” utilizzato dalla Fondazione noi lo interpretiamo come libertà di espressione e di critica.
Quanto ai testimoni di serie A o di serie B, questa si che è un’illazione, questa volta confezionata dalla Fondazione. Noi non siamo il fan club di Pino Masciari, siamo dei semplici cittadini che hanno conosciuto la storia di Pino e dalla sua famiglia e che ritengono questa storia un esempio importantissimo (per la sua lunga durata e per il prezzo pagato in termini di sofferenze inferte a questa famiglia) per l’intera collettività, soprattutto per quegli altri imprenditori che dovrebbero fare la stessa scelta di Pino ma che, di fronte all’incapacità dello Stato di difenderlo, si arrendono. Questa storia, che dovrebbe essere un esempio positivo per tutti, si è trasformata invece in un deterrente di portata devastante. La “riflessione in chiave critica”, che la Fondazione auspicava potesse nascere nei giovani invitati al convegno, viene annullata in un colpo solo dall’esistenza di questa triste realtà, per cui di tali convegni resta soltanto il passaggio televisivo e l’articolo sul giornale. Gli unici convegni da organizzare sarebbero quelli in cui esprimere riconoscenza a queste “vittime dello Stato”, per chiedere loro scusa per le sofferenze che hanno patito, per proporli come modello ed esempio soprattutto per i più giovani.
Il nostro stupore è maggiore perché, più che dalla Fondazione, ci saremmo aspettati un comunicato stampa di risposta da parte del Comune di Catanzaro o da parte degli altri enti che hanno finanziato il convegno e che, invece, tacciono. La critica maggiore nel nostro comunicato, infatti, era rivolta proprio all’Amministrazione Comunale di Catanzaro, critica seguita immediatamente dopo da un invito al confronto con l’assessore alla legalità, ad oggi non raccolto. In tutta Italia Pino Masciari colleziona cittadinanze onorarie, (l’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, lo riceverà lunedì 19 gennaio dal comune di Soveria Mannelli), mentre l’amministrazione della città in cui aveva sede la sua impresa tace, continua ad ignorarlo, facendo finta di nulla. Questo atteggiamento, crediamo, rappresenti il sale sulla ferita di quest’uomo che ha il solo torto di aver fatto il proprio dovere di cittadino.
Quanto poi alla gestione dei contributi, il Meetup non ha mai affermato che la Fondazione abbia organizzato la manifestazione per intascare i contributi ricevuti ma ha, vista l’inutilità dell’iniziativa precedentemente evidenziata, sottolineato lo spreco di risorse pubbliche (fosse anche un euro) in un periodo di crisi economica che dovrebbe, invece, suggerire una ben più oculata e proficua gestione da parte degli enti coinvolti. La critica, pertanto, non è rivolta a chi i contributi li ha chiesti ma a chi ha ritenuto di doverli erogare.
Ciascuno è libero di organizzare ciò che vuole con le proprie risorse, mentre è tenuto a rendicontare circa le spese ed i risultati ottenuti quando chiede un contributo alla collettività, e può farlo attraverso gli organi di stampa o i siti web ufficiali, cosa che siamo convinti farà anche la Fondazione Caporale in quell’ottica di trasparenza e chiarezza che da sempre la contraddistingue.
Ci auguriamo che questo scambio di opinioni, che possono solo far bene alla democrazia, sia servito e serva a tutti coloro che ne hanno preso parte, direttamente o indirettamente.
Gli Amici di Beppe Grillo di Catanzaro